Nonostante fosse ai domiciliari per scontare i suoi guai con la giustizia, avvisa le forze dell’ordine che sarebbe andato al pronto soccorso per un malore, ma lì dà in escandescenze molestando le guardie giurate, andandosene senza neanche attendere le cure. All’arrivo della polizia minaccia e aggredisce anche gli agenti, che sono costretti a usare perfino il taser. Processato per direttissima per l’arresto avvenuto la sera del 6 maggio a Novara, S.T., 36enne abitante in città e attualmente in carcere in custodia cautelare, è stato condannato con rito abbreviato a 10 mesi e 20 giorni di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale ed evasione.
Anche in tribunale ha dimostrato un atteggiamento poco collaborativo, continuando a cambiare l’avvocato difensore. L’uomo era già stato arrestato qualche settimana prima dei fatti di maggio, sempre per evasione, ma poi subito liberato per un cavillo tecnico circa il capo di imputazione contestato. Il nuovo intervento delle Volanti era avvenuto in via Monsignor Ossola, dove i residenti avevano segnalato un uomo ubriaco che, sdraiato sul cofano di un’auto parcheggiata in strada, urlava frasi sconnesse e prive di senso e minacciava i passanti. Quando sono arrivati i poliziotti è stato subito verificato che si trattava della stessa persona che poco prima aveva preteso cure mediche in ospedale per poi andarsene in preda ai fumi dell’alcol. Con grande difficoltà gli agenti l’hanno accompagnato in casa, ma anche lì il trentaseienne ha continuato a dare pugni al muro, spintoni, a gridare frasi sconnesse e insulti. Da qui la necessità di utilizzare il taser per immobilizzarlo.