Già qualche tempo prima era stato fermato nella zona della stazione con droga e soldi. Era quindi un personaggio noto nell’ambiente dello spaccio. Anche il 30 marzo 2017 i poliziotti della Squadra Mobile, sospettando che l’uomo potesse aver ripreso l’attività illecita, avevano deciso di monitorare i suoi spostamenti. E infatti quel giorno, in una delle cantine del suo palazzo, erano stati recuperati oltre 2 chili di droga. Per quell’arresto E.M.E.M., 48enne residente a Galliate, è stato condannato a 1 anno e 8 mesi di reclusione con un riconoscimento delle attenuanti e l’esclusione dell’ingente quantitativo. Una pena quindi più contenuta rispetto a quella chiesta dal pm, ovvero 3 anni di carcere e 13 mila euro di multa. Il difensore, invece, aveva chiesto l’assoluzione perché la cantina era luogo aperto, senza lucchetto, e non c’era prova che fosse stato l’imputato a nascondervi lo stupefacente.
In base a quanto ricostruito dai poliziotti, nel corso della perquisizione a casa non era stato trovato nulla. Sul mezzo da lavoro, invece, era stato recuperato un borsello contenente 150 grammi di hashish e un coltello ancora sporco di sostanza. Da qui la decisione di approfondire il controllo. E infatti, in una seconda cantina dello stabile nella disponibilità dell’uomo (ma anche di altri connazionali), sotto alcuni vecchi pneumatici era stato recuperato un borsone con 2,3 chili di hashish, dello stesso tipo e qualità di quello trovato sul camion. Per il giudice nessun dubbio che la droga appartenesse all’imputato che l’aveva nascosta in un luogo «neutro», per non attirare sospetti su di sé in caso di ispezioni.