Il tema edilizia popolare al centro della discussione. Dopo i problemi riscontrati negli appartamenti di via Calderara sollevati dal consigliere Piergiacomo Baroni e la replica da parte dell’assessore alle Politiche Sociali Teresa Armienti, Comune e Atc cercano soluzioni per risolvere, innanzitutto, il problema della morosità. Innanzitutto la soglia che non si potrà superare sono i 30 mila euro di debito. Diversamente verrà predisposto nel tempo un piano di esecuzione coattiva degli sgomberi. Per casi di debiti superiori ai 5.000 euro, invece, sono previsti tavoli di lavoro per valutare tutte le singole situazioni.
La questione è stata affrontata ieri, 9 novembre, a Palazzo Cabrino, con una apposita commissione. «Per quanto riguarda morosità e piani di rientro, c’è una delibera con linee guida per poter riprendere i tavoli di lavoro con Comune, Atc e sindacati – ha detto Armienti -. L’idea è quella di riunire i tavoli di lavoro una o due volte a settimana. Ad oggi, sono 434 le famiglie morose convocate».
«Fino ad ora, abbiamo sottoscritto 700 piani di rientro, di cui 110 risolti – ha aggiunto Armienti -. Dal prefetto abbiamo ricevuto una raccomandazione di non abusare degli sfratti per evitare problemi di ordine pubblico. Stiamo cercando di agire con buonsenso. Partiremo a breve con 16 sgomberi».
Marchioni (Atc Piemonte Nord): «Ad oggi il debito ammonta a 3 milioni e 640 mila euro»
In aula è intervenuto anche il presidente di Atc Piemonte Nord, Marco Marchioni, per aggiornare sullo stato attuale dei debiti pendenti nei confronti dell’ente: «Ad oggi il debito ammonta a 3 milioni e 640 mila euro. Finalmente possiamo dire di avere programmato i tavoli di lavoro. Stiamo a poco a poco rientrando, anche se il lavoro è ancora tanto. A Novara, nello specifico, le interlocuzioni positive con l’amministrazione comunale hanno portato quest’ultima a versare nelle nostre casse un milione e mezzo di euro. Si tratta di entrate che vanno in buona parte a coprire le spese già affrontate per le varie manutenzioni e gli anticipi sulle spese. Ci sono però situazioni insanabili. Noi comunque mettiamo a disposizione i nostri uffici, ma va sottolineato che la regia di queste operazioni è nelle mani del Comune».
Critiche da maggioranza e opposizione
Diverse le perplessità e le richieste di chiarimento rispetto alle soluzioni proposte per risolvere la morosità dell’edilizia popolare. «Se le persone sanno che chi non paga non viene buttato fuori è responsabilità loro ma anche delle istituzioni che non hanno fatto nulla – ha detto Baroni – I tavoli devono essere una cosa seria, capire chi sono i “furbi” e chi ha invece una situazione economico-finanziaria complicata».
«Ho sentito parlare dei tavoli di lavoro come la soluzione di tutti i mali già nel 2020 – ha detto la consigliera dem, Sara Paladini – Una soluzione che non ha trovato d’accordo nemmeno il presidente di Atc. E’ fallito l’85% dei piani di rientro dal 2017 ad oggi, un numero che ha incrementato il debito del Comune di Novara nei confronti di Atc. Oggi io mi sento pressa in giro come consigliera e cittadina perché non sono mai stati attivati i tavoli di lavoro previsti dalla delibera precedente. Ciò significa che qualcuno non ha fatto il suo lavoro».
Sono arrivate critiche da parte della maggioranza, in particolar modo dal Consigliere Fdi, Franco Caressam che con il primo mandato Canelli ha ricoperto la carica di assessore alla Politiche Sociali, Franco Caressa: «Credo che per accumulare 30 mila euro di debito con Atc ci vogliano anni. Se in 590 non hanno rispetto il piano di rientro, ora a cosa servono i tavoli di lavoro?».
«Capisco le situazioni delicate ma quando parliamo di edilizia popolare dobbiamo stare attenti perché parliamo di canoni molto bassi – ha concluso Rossano Pirovano, consigliere del Pd – Siamo arrivati a morosità fino a 97 mila. I 98 nuclei attualmente in lista per la richiesta di alloggio adesso dovranno aspettare. Mi sembra di capire che non ci siano case a disposizione».