Un passo avanti, nella mattinata di oggi, martedì 7 ottobre, nella delicata situazione legata all’emergenza cinghiali. A Palazzo Natta si è infatti tenuto un incontro fra i consiglieri delegati, rispettivamente alla Caccia e alla Polizia provinciale, Maurizio Nieli e Andrea Bricco, e i rappresentanti delle organizzazioni degli agricoltori.
Gli esponenti dell’amministrazione provinciale, a cominciare da Nieli, hanno fatto il punto della situazione ricordando come il “Piano di contenimento” sia indubbiamente uno strumento positivo, ma che tuttavia debba essere potenziato anche con l’apporto di maggiori risorse da parte della Regione. Soldi che possano consentire in primo luogo «l’ampliamento dell’organico della Polizia provinciale (a oggi costituito da quattro unità, ndr), insufficiente per esercitare le sue mansioni». Sul fronte del contenimento di questi pericolosi animali Nieli ha ricordato come «dall’inizio dell’anno e sino a tutto il mese di settembre oltre 300 sono stati gli abbattimenti, di cui 164 eseguiti proprio dei “provinciali”». Tanti? Pochi? Non è facile spiegarlo. Sta di fatto che questo tipo di attività potrebbe sicuramente produrre numeri maggiori se più persone fossero autorizzate. Da questo punto di vista una mano potrebbe arrivare dai cosiddetti “tutor”. La Provincia, dopo che il Consiglio di Stato in ultima battuta ha respinto il ricorso da parte di Federcaccia, potrebbe ora avvalersi di queste figure, visto che diversi soggetti muniti dei necessari requisiti hanno già dato la loro disponibilità, ma anche qui, ha lamentato ancora Nieli, «dobbiamo combattere contro le lentezze della burocrazia». Situazione, per altri versi lamentata anche dagli stessi agricoltori che, al di là dell’emergenza causata dall’alluvione di venerdì scorso, ancora sarebbero in attesa da Torino dei risarcimenti per i danni subiti nel 2017.