Auto schierate nel piazzale di fronte alla palazzina che ospita il servizio di Igiene e Sanità pubblica e gli uffici della Direzione; sirene spiegate in segno di saluto al personale e poi una targa e un poster al direttore generale dell’Asl Novara.
Così il direttore della casa circondariale di Novara, dottoressa Rosalia Marino, il comandante commissario Rocco Macrì, gli ispettori capo Renato Ruffo e Paolo Delogu, hanno voluto ringraziare vertici e operatori dell’azienda sanitaria novarese impegnati in prima linea nella gestione dell’emergenza sanitaria all’interno dell’istituto di via Sforzesca.
«La situazione emergenziale – dicono dall’Asl – ha imposto uno stretto confronto con la Direzione dell’Istituto per perseguire l’obiettivo primario di evitare che la pandemia si scatenasse nel carcere, con le conseguenti prevedibili e gravi ripercussioni anche sull’ordine e la sicurezza».
Sono stati eseguiti tamponi a tutto il personale della casa circondariale (agenti di polizia penitenziaria, personale amministrativo e di cucina) e ai detenuti in semi libertà, in tutto 230 test virologici; gli esami si sono svolti in una tensostruttura messa a disposizione dall’amministrazione penitenziaria. Ogni persona sottoposta a test ha ricevuto (e controfirmato) l’esito in busta chiusa con relativo nome cognome recapitato presso la segreteria della Casa Circondariale.
Sono previsti altri tamponi per i nuovi agenti entrati in servizio da pochi giorni e per alcuni del gruppo di polizia penitenziaria addetti alla sorveglianza dei detenuti al 41 bis.
«Il fatto di aver chiuso la struttura, con la sospensione dei colloqui già dal 24 febbraio, ovvero dall’inizio della percezione della situazione di allarme – commenta la direttrice della casa circondariale Rosalia Marino – ci ha aiutato parecchio nel controllo; la prevenzione è importante. Un plauso poi a tutto il personale impegnato nel rispetto delle misure di igiene e sicurezza predisposte sin dall’inizio».