Emergenza idrica in Piemonte, nel borgomanerese situazione critica. Nessun problema a Novara città

La Regione ha istituito un tavolo permanente per monitorare e affrontare la situazione. Il sindaco Canelli invita ad assumere comportamenti virtuosi

«Sono settant’anni che non si c’è una situazione simile». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio durante la conferenza stampa di ieri, 17 giugno, per aggiornare sullo stato di emergenza idrica che sta colpendo il Piemonte, in modo particolare il novarese e il Vco dove i Comuni che attualmente presentano più criticità sono, in provincia di Novara: Fontaneto d’Agogna, Cureggio, Cressa, Suno, Invorio, Borgomanero, Gozzano, Paruzzaro, Gargallo, Maggiora, Boca, Cavallirio, Orta San Giulio, Castelletto e Borgo Ticino; nel Vco: Baveno, Brovello Carpugnino, Cambiasca, Pieve Vergonte, San Bernardino Verbano, Vignone, Caprezzo, Piedimulera, Arola, Borgomezzavalle, Valstrona, Aurano, Germagno, Nonio, Casale Corta Cerro, Ghiffa, Oggebbio, Cannero Riviera, Cannobio, Macugnaga, Mergozzo, Premeno, Premosello-Chiovenda, Trarego Viggiona e Valle Cannobina.

Nessun problema, invece, a Novara città «ma l’invito è quello di assumere comportamenti virtuosi in modo da fare un uso consapevole dell’acqua potabile – ha dichiarato il sindaco Alessandro Canelli -. Questa è la situazione in questo momento e per le prossime settimane, ma non siamo in grado dia sapere cosa potrebbe succedere tra un mese o due».

In Regione, intanto, è stato istituito un tavolo permanente per monitorare e affrontare la situazione di emergenza; ne fanno parte le organizzazioni agricole, i consorzi irrigui, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, le Autorità d’ambito del servizio idrico integrato e l’ANBI (Associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari).

«La crisi idrica causata dalla siccità sta facendo registrare in Piemonte livelli di gravità assoluta per gli agricoltori, che stanno già affrontando l’aumento dei costi dei concimi e della benzina agricola, il cui prezzo ha raggiunto ormai quello della benzina tradizionale – ha proseguito Cirio -. Per questo motivo, già nella giornata di ieri, è stato chiesto per il comparto lo stato di calamita naturale, che consente di agire in tutela degli agricoltori nel caso di danni, che già ci sono e che bisogna evitare si prolunghino. È stata inoltre valutata la possibilità di rilasciare un quinto delle acque contenute nei bacini idroelettrici, operazione che permetterebbe di garantire 15-20 giorni di respiro e salvare il raccolto e le produzioni agricole grazie all’aumento della portata dei fiumi e dei canali di irrigazione. Altra misura sul tavolo la deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi, procedura che compete alle Province e che consente di prelevare più acqua di quella prevista garantendo la quantità necessaria per mantenere l’equilibrio stesso del fiume e la vita degli organismi che ne popolano le acque. Con Lombardia e Canton Ticino si sta valutando, inoltre, l’eventualità di provvedere a un maggior rilascio di acqua anche dai laghi».

Il presidente ha poi fatto il punto anche sulla carenza in alcune zone dell’acqua utilizzata per l’uso domestico: «Al momento in Piemonte sono 170 i Comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile e di limitazione o divieto di usi impropri. Razionare l’acqua anche di giorno non è una misura attualmente sul tavolo, ha spiegato il Presidente, ma è importante che tutti prendiamo consapevolezza della complessità della situazione mettendo in campo un comportamento saggio e virtuoso sul nostro modo di usare l’acqua, un bene prezioso che non dobbiamo dare per scontato».

«Verranno messe in campo tutte le iniziative possibili per contrastare la crisi e salvare il comparto agricolo in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, a cui è stato affidato il coordinamento di tutte le iniziative correlate alla carenza idrica -. Gli effetti dei cambiamenti climatici, ha aggiunto, inducono a considerare questa situazione come un problema con il quale ci si dovrà purtroppo confrontare e quindi diventa sempre più necessaria un’azione strutturata e non “di rincorsa” sfruttando al meglio i fondi europei in arrivo».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Sono settant’anni che non si c’è una situazione simile». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio durante la conferenza stampa di ieri, 17 giugno, per aggiornare sullo stato di emergenza idrica che sta colpendo il Piemonte, in modo particolare il novarese e il Vco dove i Comuni che attualmente presentano più criticità sono, in provincia di Novara: Fontaneto d'Agogna, Cureggio, Cressa, Suno, Invorio, Borgomanero, Gozzano, Paruzzaro, Gargallo, Maggiora, Boca, Cavallirio, Orta San Giulio, Castelletto e Borgo Ticino; nel Vco: Baveno, Brovello Carpugnino, Cambiasca, Pieve Vergonte, San Bernardino Verbano, Vignone, Caprezzo, Piedimulera, Arola, Borgomezzavalle, Valstrona, Aurano, Germagno, Nonio, Casale Corta Cerro, Ghiffa, Oggebbio, Cannero Riviera, Cannobio, Macugnaga, Mergozzo, Premeno, Premosello-Chiovenda, Trarego Viggiona e Valle Cannobina.

Nessun problema, invece, a Novara città «ma l’invito è quello di assumere comportamenti virtuosi in modo da fare un uso consapevole dell’acqua potabile – ha dichiarato il sindaco Alessandro Canelli -. Questa è la situazione in questo momento e per le prossime settimane, ma non siamo in grado dia sapere cosa potrebbe succedere tra un mese o due».

In Regione, intanto, è stato istituito un tavolo permanente per monitorare e affrontare la situazione di emergenza; ne fanno parte le organizzazioni agricole, i consorzi irrigui, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, le Autorità d’ambito del servizio idrico integrato e l’ANBI (Associazione nazionale Bonifiche Irrigazioni Miglioramenti Fondiari).

«La crisi idrica causata dalla siccità sta facendo registrare in Piemonte livelli di gravità assoluta per gli agricoltori, che stanno già affrontando l’aumento dei costi dei concimi e della benzina agricola, il cui prezzo ha raggiunto ormai quello della benzina tradizionale – ha proseguito Cirio -. Per questo motivo, già nella giornata di ieri, è stato chiesto per il comparto lo stato di calamita naturale, che consente di agire in tutela degli agricoltori nel caso di danni, che già ci sono e che bisogna evitare si prolunghino. È stata inoltre valutata la possibilità di rilasciare un quinto delle acque contenute nei bacini idroelettrici, operazione che permetterebbe di garantire 15-20 giorni di respiro e salvare il raccolto e le produzioni agricole grazie all’aumento della portata dei fiumi e dei canali di irrigazione. Altra misura sul tavolo la deroga al minimo deflusso vitale dei fiumi, procedura che compete alle Province e che consente di prelevare più acqua di quella prevista garantendo la quantità necessaria per mantenere l’equilibrio stesso del fiume e la vita degli organismi che ne popolano le acque. Con Lombardia e Canton Ticino si sta valutando, inoltre, l’eventualità di provvedere a un maggior rilascio di acqua anche dai laghi».

Il presidente ha poi fatto il punto anche sulla carenza in alcune zone dell’acqua utilizzata per l’uso domestico: «Al momento in Piemonte sono 170 i Comuni con ordinanze adottate o in corso di adozione sull’uso consapevole dell’acqua potabile e di limitazione o divieto di usi impropri. Razionare l’acqua anche di giorno non è una misura attualmente sul tavolo, ha spiegato il Presidente, ma è importante che tutti prendiamo consapevolezza della complessità della situazione mettendo in campo un comportamento saggio e virtuoso sul nostro modo di usare l’acqua, un bene prezioso che non dobbiamo dare per scontato».

«Verranno messe in campo tutte le iniziative possibili per contrastare la crisi e salvare il comparto agricolo in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati, a cui è stato affidato il coordinamento di tutte le iniziative correlate alla carenza idrica -. Gli effetti dei cambiamenti climatici, ha aggiunto, inducono a considerare questa situazione come un problema con il quale ci si dovrà purtroppo confrontare e quindi diventa sempre più necessaria un’azione strutturata e non “di rincorsa” sfruttando al meglio i fondi europei in arrivo».

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