«La situazione che stiamo vivendo è forse una delle peggiori nella storia, ma Novara è un’isola felice rispetto alla situazione generale». Ha esordito così l’assessore regionale all’Ambiente e coordinatore delle attività del tavolo per l’emergenza idrica, Matteo Marnati, intervenuto ieri – 14 luglio – alla commissione consiliare convocata sul tema della siccità. L’assessore ha ribadito quanto già dichiarato nei giorni giorni scorsi riguardo all’attuale situazione climatica in Piemonte: «Quello passato è stato il terzo inverno più caldo e più secco degli ultimi 65 anni, e il 2022 risulta essere il secondo anno più caldo dopo il 2007. Sul fronte delle precipitazioni abbiamo il valore più basso degli ultimi 25 anni, lo scioglimento delle nevi è stato anticipato di 35-40 giorni e la risorsa idrica immagazzinata nel manto nevoso, allo scorso giugno, era inferiore del 50% rispetto ai valori del periodo. Per quanto riguarda il Po la portata del mese di giugno è stata la più bassa degli ultimi 25 anni; oggi la portata del fiume è un quarto della media storica del mese di luglio».
Marnati è poi concentrato sulle azioni messe in campo dalla Regione a partire dal riconoscimento dello stato di emergenza che ha portato allo stanziamento, da parte del Governo, dei primi fondi (7 milioni e 600mila euro per gli interventi di somma urgenza) alla mappatura precisa e puntuale, stilata sulla base della ricognizione con le autorità d’ambito, che ha fatto emergere come siano più di 250 gli interventi necessari (opere strutturali urgenti per un totale di 112 milioni di euro) sulla rete idropotabile per fronteggiare le criticità».
«L’emergenza va prevenuta – ha continuato l’assessore –. L’adattamento ai cambiamenti climatici deve passare attraverso due strategie: riduzione delle perdite idriche e l’aumento della capacità dei sistemi di accumulo».
L’amministratore delegato di Acqua Novara Vco, Daniele Barbone, intervenuto in commissione, ha parlato del piano di investimento 2020-206 da 150 milioni di euro «già messo in atto – circa 20 milioni l’anno – per perdite idriche (34 milioni), interruzioni del servizio (26 milioni), qualità dell’acqua (21 milioni), adeguatezza del sistema fognario (23 milioni), smaltimento fanghi in discarica (13 milioni), qualità dell’acqua depurata (26 milioni)».
Riguardo alla situazione di emergenza, l’ad ha aggiunto che «non c’è abbastanza consapevolezza da parte di tutti gli stakeolders sui cambiamenti climatici. Per gli enti locali, la priorità è l’installazione delle casette dell’acqua che sono percepite come indispensabili.
Sulle perdite della rete: 61% nella zona nord, 47% al centro e 32% al sud. Il Comune con più perdita è Pieve Vergonte, nel Vco, che raggiunge l’82%; quello messo meglio è Galliate con il 21%. Novara è al 29%: «Per far fronte – ha proseguito Barbone – stiamo aggiornando gli impianti: abbiamo a disposizione 22 milioni dai fondi Pnrr per intervenire su 12 Comuni. Novara sarà il primo Comune fra i 136 gestiti dal nostro ente ad avere un sistema di pozzi intelligenti che consentiranno di gestire i flussi sulle reti in modo programmato con riparazioni e sostituzioni in modo puntuale così ma non mettere in atto azioni smisurate rispetto alle esigenze».
La commissione è poi proseguita con gli interventi dei consiglieri. «Cosa sta facendo la politica perché domani la situazione non sia peggiore di oggi? – è intervenuta la consigliera del Pd, Cinzia Spilinga -. Stiamo continuando a ragione come se a Novara l’emergenza non ci sia. Che idea di città ha l’amministrazione per evitare di prendere futuri provvedimenti drastici? Perché Novara ha perdite parti al 29%? Chi paga e chi provvede alla situazione in agricoltura?».
«Se Novara ha un dato sulle perdite migliore rispetto ad altri Comuni è perché negli anni scorsi l’ente ha lavorato bene – ha detto Barbone -. Questo numero però non ci soddisfa e vogliamo, appunto, scendere al 20%. L’irrigazione si fa solo con con acqua della rete idrica perché nel nostro territorio non esistono reti duali: ne sperimenteremo una all’ex campo Tav».
Marnati ha aggiunto che «non sono stati fatti interventi negli anni scorsi perché tutti i finanziamenti sono stati dirottati su fognatura e acque reflue. Sistemata quella parte, ci possiamo concentrare sul miglioramento perdite e il potenziamento dell’accumulo di acqua».
«Il problema non è mai stato affrontato perché culturalmente siamo abituati a navigare nell’oro blu e non ci si è mai resi conto di quanto valore avesse l’acqua» ha affermato il consigliere della Lega, Arduino Pasquini.
«Le scelte politiche hanno ripercussioni sui cambiamenti climatici – il consumo di suolo e gli insediamenti logistici contribuiscono negativamente – così è intervenuto il capogruppo del Pd, Nicola Fonzo -. Quali sono le azioni che l’amministrazione ha ha messo in campo ora e metterà in campo in futuro per ridurre il consumo dell’acqua? Ad esempio: le fontane sono alimentate a ciclo continuo? Quale acqua viene usata per irrigare i giardini pubblici? Negli edifici comunali cosa si è fatto per limitare gli sprechi? Nel caso in cui la situazione non si dovesse arrestare, quali provvedimento prenderà il Comune?».
A concludere gli interventi dell’opposizione è stato il consigliere Rossano Pirovano con una battuta: «Ci pensa l’amministrazione a diminuire il fabbisogno di acqua con la cementificazione: il Comune sta facendo esattamente il contrario di tutto quello che è stato detto oggi».
Alle domande di Fonzo, ha risposto sinteticamente risposto l’assessore comunale all’Ambiente, Teresa Armienti: «Le fontane sono alimentate a ciclo continuo che un ricircolo dell’acqua; penso che nei parchi sia presente l’irrigazione automatica nelle ore serali. Metteremo in atto una campagna di sensibilizzazione sui social invitando i cittadini sull’uso consapevole dell’acqua; ho comunque notato una buona coscienza civica sull’argomento. Negli edifici pubblici non abbiamo adottato nessun provvedimento, d’altronde le mani dobbiamo lavarcele anche solo mantenere comportamenti igienico sanitari corretti».
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