E’ stato il deputato ossolano del Pd Enrico Borghi a prendere la parola a nome del suo gruppo parlamentare questa mattina nell’aula di Montecitorio nel corso della seduta che prevedeva, alla presenza del ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini, l’informativa urgente da parte del Governo sull’incidente accaduto domenica scorsa alla funivia Stresa – Mottarone.
«Una tragedia assurda, vergognosa, incredibile per come si è compiuta», ha esordito Borghi, rivolgendo poi subito un pensiero «alla comunità di Stresa e del lago Maggiore e un ringraziamento a tutte le forze dell’ordine e del soccorso intervenute», ricordando «le vittime morte in modo assurdo: in quelle biografie c’erano tante cose e anche tre religioni diverse accomunate in quella tragedia».
«Oggi gli inquirenti – ha proseguito – ci stanno consegnando un quadro agghiacciante. Emerge una superficialità di una gravità impressionante; sembrerebbe profilarsi addirittura un “sabaotaggio interno” che non avrebbe precedenti nella storia del nostro Paese, ma più in generale commessa contro le leggi e la morale, dove il profitto viene messo prima della vita della persone».
«Cosa possiamo fare in questa circostanze? Signor ministro – ha aggiunto rivolgendosi a Giovannini seduto ai banchi del Governo – noi dobbiamo chiedere prima di tutto una cosa: la verità. Ttutta, fino in fondo, senza sconti e senza furbizie italiche. La dobbiamo alle vittime, ai loro familiari, ai loro parenti, al territorio. La dobbiamo anche a chi gestisce con scrupolo, per garantire la massima sicurezza in altre parti d’Italia, infrastrutture di questa natura che rischiano una pesante ripercussione».
Una verità, per Borghi, alla quale si debbano poi comprendere «quali siano le misure da mettere in campo per evitare in futuro il ripetersi di situazioni di questa natura. Poi certamente spetterà alla Magistratura, nella sua autonomia, stabilire con rigore quelle pene per i responsabili di questa strage».
Infine un pensiero per il piccolo Eitan, il bambino unico sopravvissuto della tragedia: «Che sia un raggio di luce nel buio di questa notte, che posa tornare alla sua famiglia e insegnarci una cosa che lui inconsapevolmente ha già sulla sua pelle: nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha il potere sul giorno della sua morte, ma l’iniquità non salva colui che la compie».