L’aveva contattata negli annunci su «bakeka», uno dei più tradizionali siti di incontri. Poi, una volta arrivato a casa della donna, però, era nata una discussione sul prezzo del rapporto (voleva una prestazione gratuita perché non aveva soldi) e lui, incurante del diniego della escort, ne aveva approfittato per spingerla dentro casa, afferrandola per il collo, e allungare le mani, palpeggiandola e cercando poi di baciarla. Per riuscire a liberarsi di lui, lei gli aveva lanciato addosso della candeggina.
Ora per cliente, J.I.N.R, 31 anni, arrivato a processo in tribunale a Novara con l’accusa di violenza sessuale, il pm ha chiesto la condanna a 5 anni e mezzo di reclusione. Il difensore, invece, ha chiesto l’assoluzione sostenendo che non è certa l’identificazione del responsabile di quelle molestie.
Si tratta di fatti avvenuti il 22 aprile 2017 in un appartamento di viale Giulio Cesare a Novara, dove la polizia, chiamata dalla vittima, aveva trovato la donna molto agitata: segnalava di aver subito un approccio violento da parte di un uomo che aveva risposto a un annuncio, e che poi era scappato prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. La casa era in disordine e si sentiva un forte odore di candeggina. Il presunto aggressore era stato identificato grazie al numero di telefono con cui aveva fissato l’appuntamento: da WhatsApp era stata ricavata una fotografia. Tre mesi dopo gli agenti erano intervenuti in un’altra vicenda, per un litigio fra immigrati in viale Roma e, fra i contendenti, aveva riconosciuto un uomo che sembrava corrispondere alla fotografia e alla descrizione fornita tempo prima dalla escort. Poi c’era stato il riconoscimento ufficiale. Sentenza a maggio.