Esercizi commerciali aperti la mattina di Pasqua e i sindacati insorgono

Chiusura delle attività commerciali per Pasqua e Pasquetta. Lo avevano chiesto i sindacati di categoria perché «visto il protrarsi del lockdown, riteniamo che la popolazione abbia la possibilità di recarsi a fare la spesa nelle giornate feriali. Una scelta in tal senso, darebbe un segnale di attenzione alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore che si sentono in “prima linea” e sono preoccupati per la loro salute e per i rischi di contagio dei loro familiari».

 

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La proposta era stata accolta e caldeggiata anche da Domenico Ravetti e Raffaele Gallo, rispettivamente presidente e vice presidente del gruppo regionale del Pd.

«E’ importante che Cirio intervenga tempestivamente e decida di concedere lo stop al commercio per 48 ore, fermando le aperture di Pasquetta, in linea con quanto è stato fatto in molte regioni. In questo momento è fondamentale mettere in campo tutte le azioni possibili per evitare assembramenti. Inoltre, bisogna pensare a chi lavorano nei supermercati, consentendo a queste persone di riposare e di limitare il rischio dei contagi. Facciamo in modo che anche questi lavoratori possano passare le festività in famiglia».

Ieri il presidente Cirio ha firmato l’ordinanza che prevede però l’apertura degli esercizi commerciali (ad eccezione di farmacie, parafarmacie ed esercizi di vendita di prodotti sanitari) la mattina di Pasqua, fino alle 13.

Una decisione che il presidente della Regione ha motivato con la «necessità di evitare che tra venerdì e sabato si creasse una concentrazione di uscite per gli acquisti» ma che non ha trovato per nulla d’accordo le organizzazioni sindacali, che a gran voce avevano chiesto lo stop per 48 ore.

«Non è essenziale che i supermercati debbano rimanere aperti nelle giornate festive – dice Mattia Rago della Fisascat Cisl – Il presidente della Regione avrebbe potuto dare la possibilità a tutti quei lavoratori, che continuano a svolgere la loro attività in questa emergenza, di potersi riposare e stare con le proprie famiglie».

Più dura la posizione di Filcams Cgil e Uiltucs Uil. «A Pasqua l’Italia si riposa e in Piemonte si fa la spesa – dicono dalla segreteria regionale della Filcams Cgil  –  Le tante ragioni e il buon senso non hanno trovato ascolto. Nelle domeniche e nei festivi possiamo e dobbiamo evitare di andare a far la spesa per non incorrere in rischi inutili, perché con un po’ di organizzazione possiamo tranquillamente approvvigionarci nei 6 giorni feriali che abbiamo a disposizione».

«Una Regione – aggiungono – che al contrario di altre Istituzioni del paese, non si dimostra all’altezza di gestire adeguatamente e con competenza non solo l’emergenza sanitaria ma anche le condizioni e i bisogni delle persone che lavorano».

E le due sigle sindacali proclamano lo sciopero degli addetti del commercio alimentare per la mattina di Pasqua.

 

 

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Esercizi commerciali aperti la mattina di Pasqua e i sindacati insorgono

Chiusura delle attività commerciali per Pasqua e Pasquetta. Lo avevano chiesto i sindacati di categoria perché «visto il protrarsi del lockdown, riteniamo che la popolazione abbia la possibilità di recarsi a fare la spesa nelle giornate feriali. Una scelta in tal senso, darebbe un segnale di attenzione alle lavoratrici ed ai lavoratori del settore che si sentono in “prima linea” e sono preoccupati per la loro salute e per i rischi di contagio dei loro familiari».

 

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La proposta era stata accolta e caldeggiata anche da Domenico Ravetti e Raffaele Gallo, rispettivamente presidente e vice presidente del gruppo regionale del Pd.

«E’ importante che Cirio intervenga tempestivamente e decida di concedere lo stop al commercio per 48 ore, fermando le aperture di Pasquetta, in linea con quanto è stato fatto in molte regioni. In questo momento è fondamentale mettere in campo tutte le azioni possibili per evitare assembramenti. Inoltre, bisogna pensare a chi lavorano nei supermercati, consentendo a queste persone di riposare e di limitare il rischio dei contagi. Facciamo in modo che anche questi lavoratori possano passare le festività in famiglia».

Ieri il presidente Cirio ha firmato l’ordinanza che prevede però l’apertura degli esercizi commerciali (ad eccezione di farmacie, parafarmacie ed esercizi di vendita di prodotti sanitari) la mattina di Pasqua, fino alle 13.

Una decisione che il presidente della Regione ha motivato con la «necessità di evitare che tra venerdì e sabato si creasse una concentrazione di uscite per gli acquisti» ma che non ha trovato per nulla d’accordo le organizzazioni sindacali, che a gran voce avevano chiesto lo stop per 48 ore.

«Non è essenziale che i supermercati debbano rimanere aperti nelle giornate festive – dice Mattia Rago della Fisascat Cisl – Il presidente della Regione avrebbe potuto dare la possibilità a tutti quei lavoratori, che continuano a svolgere la loro attività in questa emergenza, di potersi riposare e stare con le proprie famiglie».

Più dura la posizione di Filcams Cgil e Uiltucs Uil. «A Pasqua l’Italia si riposa e in Piemonte si fa la spesa – dicono dalla segreteria regionale della Filcams Cgil  –  Le tante ragioni e il buon senso non hanno trovato ascolto. Nelle domeniche e nei festivi possiamo e dobbiamo evitare di andare a far la spesa per non incorrere in rischi inutili, perché con un po’ di organizzazione possiamo tranquillamente approvvigionarci nei 6 giorni feriali che abbiamo a disposizione».

«Una Regione – aggiungono – che al contrario di altre Istituzioni del paese, non si dimostra all’altezza di gestire adeguatamente e con competenza non solo l’emergenza sanitaria ma anche le condizioni e i bisogni delle persone che lavorano».

E le due sigle sindacali proclamano lo sciopero degli addetti del commercio alimentare per la mattina di Pasqua.

 

 

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