Esposito (Asl): «Nelle Rsa tanti positivi ma pochi malati. Le strutture reggono bene»

Il caso più eclatante di positività nelle case di riposo dell’area nord del novarese è rappresenato dalla Ratti di Meina dove gli ospiti sono tutti positivi al Covid, 46 su 47, meno della metà trasferiti in altre strutture, oltre numerosi casi anche tra gli operatori, dagli infermieri professionali agli amminstrativi.

Secondo il direttore del distretto urbano dell’Asl di Novara città e area sud, Mario Esposito «Le Rsa sono contingenate e ben protette, ma non che sono il luogo più sicuro, direi una sciocchezza. Il vero veicolo, purtroppo, è rappresentato dagli operatori che vivono al di fuori delle strutture, incontrano altre persone e nonostante siano sottoposte periodicamente al tampone, possono essere asintomatiche e portare il virus all’interno».

Intervenuto ieri, martedì 27 ottobre, durante la commissione consiliare proprio sul tema della situazione nelle Rsa, Esposito ha ricordato: «Positività non significa malattia, ma incontro con il virus; per fortuna il numero degli ammalati si iriuce al 12%. Nelle nostre strutture sanitarie il numero dei malati è meno di 10. L’incidenza è bassa perchè si stanno rispettando le regole di sicurezza secondo il dettame aziendale: a giugno abbiamo pretesto che ognuna avesse un nucleo di isolamento di 14 giorni per i nuovi ospiti, condizione che valeva anche per le dimissioni ospedaliere. Dunque alto il numero di positivi, ma basso quello dei malati».

 

 

Nell’area sud e Novara sono 114 positivi di cui 2 ricoverati in ospedale: «Al parco del Welfare 27 su 90; alla Divina Provvidenza 84 su 170, ai Tigli 6 trasferiti a Veruno; Santa Maria di Pernate 1 operatore e nessuno ospite; Opera Pia Corbetta di Borgolavezzaro 1 operatore e 60 ospiti negativi; De Pagave 1 operatore e nessun ospite su 139; Aironi di Casalbeltrame 1 ospite ricorevato al Maggiore su 45; San Michele Cameri 1 operatore e zero ospiti; Melograno di Trecate 3 ospiti su 64. Un aiuto concreto arriva da test rapidi che ci consentono di guadagnare tantissimo tempo perché il risultato si ottiene in venti minuti».

I consiglieri hanno poi chiesto conto del bando per l’individuazione di alberghi o Rsa disponibili a collaborare con Asl per i pazienti che non possono trascorrere la quarantena a casa o necessitano di un periodo di sollievo dopo le dimissioni dall’ospedale. «L’imperativo è che le case di riposto continuino a reggere come stanno facendo grazie ai sistemi messi in opera – ha spiegato Esposito -. Spostare oggi gli ospiti positivi in altre strutture sarebbe troppo pericoloso; l’abbiamo fatto solo con i Tigli perchè l’evento si è verificato due mesi fa quando la situazione era diversa. Il bando è stato pubblicato ieri, prima di allora abbiamo chiesto la collaborazione di una Rsa privata che, però, legittimamente non ha accettato. Sicuramente quello degli hotel sarebbe una soluzione per i cittadini, comunque tutta da costruire: l’albergo è un’ottima cosa, ma è una scatola vuota da riempire di attrezzature e personale sanitario che in questo momento è indispensabile nelle strutture sanitarie».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Esposito (Asl): «Nelle Rsa tanti positivi ma pochi malati. Le strutture reggono bene»

Il caso più eclatante di positività nelle case di riposo dell’area nord del novarese è rappresenato dalla Ratti di Meina dove gli ospiti sono tutti positivi al Covid, 46 su 47, meno della metà trasferiti in altre strutture, oltre numerosi casi anche tra gli operatori, dagli infermieri professionali agli amminstrativi.

Secondo il direttore del distretto urbano dell’Asl di Novara città e area sud, Mario Esposito «Le Rsa sono contingenate e ben protette, ma non che sono il luogo più sicuro, direi una sciocchezza. Il vero veicolo, purtroppo, è rappresentato dagli operatori che vivono al di fuori delle strutture, incontrano altre persone e nonostante siano sottoposte periodicamente al tampone, possono essere asintomatiche e portare il virus all’interno».

Intervenuto ieri, martedì 27 ottobre, durante la commissione consiliare proprio sul tema della situazione nelle Rsa, Esposito ha ricordato: «Positività non significa malattia, ma incontro con il virus; per fortuna il numero degli ammalati si iriuce al 12%. Nelle nostre strutture sanitarie il numero dei malati è meno di 10. L’incidenza è bassa perchè si stanno rispettando le regole di sicurezza secondo il dettame aziendale: a giugno abbiamo pretesto che ognuna avesse un nucleo di isolamento di 14 giorni per i nuovi ospiti, condizione che valeva anche per le dimissioni ospedaliere. Dunque alto il numero di positivi, ma basso quello dei malati».

 

 

Nell’area sud e Novara sono 114 positivi di cui 2 ricoverati in ospedale: «Al parco del Welfare 27 su 90; alla Divina Provvidenza 84 su 170, ai Tigli 6 trasferiti a Veruno; Santa Maria di Pernate 1 operatore e nessuno ospite; Opera Pia Corbetta di Borgolavezzaro 1 operatore e 60 ospiti negativi; De Pagave 1 operatore e nessun ospite su 139; Aironi di Casalbeltrame 1 ospite ricorevato al Maggiore su 45; San Michele Cameri 1 operatore e zero ospiti; Melograno di Trecate 3 ospiti su 64. Un aiuto concreto arriva da test rapidi che ci consentono di guadagnare tantissimo tempo perché il risultato si ottiene in venti minuti».

I consiglieri hanno poi chiesto conto del bando per l’individuazione di alberghi o Rsa disponibili a collaborare con Asl per i pazienti che non possono trascorrere la quarantena a casa o necessitano di un periodo di sollievo dopo le dimissioni dall’ospedale. «L’imperativo è che le case di riposto continuino a reggere come stanno facendo grazie ai sistemi messi in opera – ha spiegato Esposito -. Spostare oggi gli ospiti positivi in altre strutture sarebbe troppo pericoloso; l’abbiamo fatto solo con i Tigli perchè l’evento si è verificato due mesi fa quando la situazione era diversa. Il bando è stato pubblicato ieri, prima di allora abbiamo chiesto la collaborazione di una Rsa privata che, però, legittimamente non ha accettato. Sicuramente quello degli hotel sarebbe una soluzione per i cittadini, comunque tutta da costruire: l’albergo è un’ottima cosa, ma è una scatola vuota da riempire di attrezzature e personale sanitario che in questo momento è indispensabile nelle strutture sanitarie».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore