Ex campo Tav, in autunno i lavori per il nuovo quartiere. «Rischia di essere come via Bonola»

Dal Pnrr 38,5 milioni di euro per la costruzione delle nuove palazzine di edilizia residenziale. I timori di Pd e 5 Stelle anche rispetto al dormitorio e al comando di Polizia locale

«C’è il pericolo concreto che diventi un ghetto così come l’avete concepito, isolato dal resto della città, senza attività correlae al tessuto cittadino, attraversamenti pedonali o piste ciclabili». «Che senso ha un quartiere così isolato?». «Rischia di essere una nuova via Bonola». Sono questi i timori espressi dai consiglieri di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle durante la commissione convocata per fare il punto sulla costruzione delle nuove palazzine di edilizia residenziale all’ex campo Tav in via Alberto da Giussano.

Un finanziamento da 38,5 milioni di euro che il Comune si aggiudicato nell’ambito del Pinqua, il Programma per la qualità dell’abitare, con fondi del Pnrr.

È stato l’assessore ai Lavori pubblici, Rocco Zoccali, a ricordare le note tecniche: «Il progetto è diviso in tre lotti, due da 15 milioni, il terzo da 8,5 milioni di euro. La superficie totale è di 65 mila metri quadrati di cui 32 mila di area verde tra orti, aiuole e alberi. Saranno 92 gli alloggi che verranno realizzati di 45, 65 e 90 metri quadrati in palazzine di sei otto appartamenti ciascuna tutte realizzate rispettando i parametri richiesti: fotovoltaico, raccolta delle acque, autoproduzione di energia elettrica. Sarà un vero e proprio quartiere con una piazza, una palestra, il nuovo dormitorio e la nuova sede del banco alimentare».

«Il progetto è stato affidato a tre raggruppamenti di professionisti che dovranno consegnare quello definitivo entro il 15 maggio – ha proseguito l’assessore -. Così come era previsto, la gara per l’esecuzione dei lavori è stata pubblicata da Invitalia: Notarimpresa si è aggiudicata i lotti due e tre mentre la Mit il lotto uno lotto 2 e 3. I lavori dovranno essere completati entro dicembre 2025. Per queto motivo stiamo lavorando per lo sgombero che dovrà essere terminato entro giugno – almeno il primo lotto – in modo che le ruspe possano iniziare in autunno».

«Uno dei criteri richiesti dalla candidatura è quello di non aumentare il consumo di suolo con 15 metri quadrati a testa di verde per un totale di 316 abitanti, non di più – ha aggiunto la dirigente del settore Lavori pubblici del Comune, Cristina Renne -. Nelle palazzine non sono previste chiusure al piano terra, come in via Bianchetti: posti auto, moto e bici ma niente garage per evitare che vengano riempiti con altro».

«Che senso ha un quartiere così isolato? – ha chiesto la consigliera del Pd, Cinzia Spilinga -. Quali interazioni sono previste con la città? Gli orti sono solo per i residenti delle palazzine? Se è così, è probabile che non funzionerà».

«Oggi mi aspettavo di sapere quali fossero i servizi correlati – ha detto la collega Sara Paladini -. Non c’è un attraversamento pedonale, una pista ciclabile, un marciapiedi o una fermata del bus. C’è il pericolo concreto che diventi un ghetto. Se avete previsto di non costruire i garage, è perché avete un preconcetto su ciò che sarà quella zona. Perchè non avete pensato di costruire degli appartamenti di cohousing per anziani che non possono più abitare da soli?»

«Così come ci state presentando il progetto rischiamo di avere una nuova via Bonola» ha dichiarato il capigruppo dei 5 Stelle, Mario Iacopino.

«Il quartiere non sarà solo residenziale – ha risposto l’assessore – ma ci saranno anche un impianto sportivo e piccoli negozi di vicinato».

DORMITORIO E COMANDO DI POLIZIA LOCALE

Non solo palazzine. All’ex campo Tav sarà necessario sgomberare anche il dormitorio per costruirne uno nuovo e il comando di Polizia locale che dovrà essere trasferito altrove. Finora l’unica soluzione prospettata è stata quella della ex caserma Passalacqua.

Dubbi sono stati sollevati dal capogruppo del Pd, Nicola Fonzo: «Se i lavori dovranno essere finiti entro la fine del 2025, significa che in due anni e mezzo sarà necessario trovare una nuova sede per il comando. Avete già un’idea? Inoltre, che soluzione provvisoria avete trovato per il dormitorio? Quando ne avevamo parlato nell’ultima commissione a febbraio, l’assessore ai Servizi sociali aveva detto che non escludeva una tensostruttura».

«Non sono assessorati di mia competenza – ha risposto Zoccali -. Posso solo dire che ci stiamo muovendo per trovare locali in affitto che possano ospitare la Protezione civile e gli operai del Comune che hanno i loro magazzini alla Tav. Al momento non disponiamo di altri spazi».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Ex campo Tav, in autunno i lavori per il nuovo quartiere. «Rischia di essere come via Bonola»

Dal Pnrr 38,5 milioni di euro per la costruzione delle nuove palazzine di edilizia residenziale. I timori di Pd e 5 Stelle anche rispetto al dormitorio e al comando di Polizia locale

«C’è il pericolo concreto che diventi un ghetto così come l’avete concepito, isolato dal resto della città, senza attività correlae al tessuto cittadino, attraversamenti pedonali o piste ciclabili». «Che senso ha un quartiere così isolato?». «Rischia di essere una nuova via Bonola». Sono questi i timori espressi dai consiglieri di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle durante la commissione convocata per fare il punto sulla costruzione delle nuove palazzine di edilizia residenziale all’ex campo Tav in via Alberto da Giussano.

Un finanziamento da 38,5 milioni di euro che il Comune si aggiudicato nell’ambito del Pinqua, il Programma per la qualità dell’abitare, con fondi del Pnrr.

È stato l’assessore ai Lavori pubblici, Rocco Zoccali, a ricordare le note tecniche: «Il progetto è diviso in tre lotti, due da 15 milioni, il terzo da 8,5 milioni di euro. La superficie totale è di 65 mila metri quadrati di cui 32 mila di area verde tra orti, aiuole e alberi. Saranno 92 gli alloggi che verranno realizzati di 45, 65 e 90 metri quadrati in palazzine di sei otto appartamenti ciascuna tutte realizzate rispettando i parametri richiesti: fotovoltaico, raccolta delle acque, autoproduzione di energia elettrica. Sarà un vero e proprio quartiere con una piazza, una palestra, il nuovo dormitorio e la nuova sede del banco alimentare».

«Il progetto è stato affidato a tre raggruppamenti di professionisti che dovranno consegnare quello definitivo entro il 15 maggio – ha proseguito l’assessore -. Così come era previsto, la gara per l’esecuzione dei lavori è stata pubblicata da Invitalia: Notarimpresa si è aggiudicata i lotti due e tre mentre la Mit il lotto uno lotto 2 e 3. I lavori dovranno essere completati entro dicembre 2025. Per queto motivo stiamo lavorando per lo sgombero che dovrà essere terminato entro giugno – almeno il primo lotto – in modo che le ruspe possano iniziare in autunno».

«Uno dei criteri richiesti dalla candidatura è quello di non aumentare il consumo di suolo con 15 metri quadrati a testa di verde per un totale di 316 abitanti, non di più – ha aggiunto la dirigente del settore Lavori pubblici del Comune, Cristina Renne -. Nelle palazzine non sono previste chiusure al piano terra, come in via Bianchetti: posti auto, moto e bici ma niente garage per evitare che vengano riempiti con altro».

«Che senso ha un quartiere così isolato? – ha chiesto la consigliera del Pd, Cinzia Spilinga -. Quali interazioni sono previste con la città? Gli orti sono solo per i residenti delle palazzine? Se è così, è probabile che non funzionerà».

«Oggi mi aspettavo di sapere quali fossero i servizi correlati – ha detto la collega Sara Paladini -. Non c’è un attraversamento pedonale, una pista ciclabile, un marciapiedi o una fermata del bus. C’è il pericolo concreto che diventi un ghetto. Se avete previsto di non costruire i garage, è perché avete un preconcetto su ciò che sarà quella zona. Perchè non avete pensato di costruire degli appartamenti di cohousing per anziani che non possono più abitare da soli?»

«Così come ci state presentando il progetto rischiamo di avere una nuova via Bonola» ha dichiarato il capigruppo dei 5 Stelle, Mario Iacopino.

«Il quartiere non sarà solo residenziale – ha risposto l’assessore – ma ci saranno anche un impianto sportivo e piccoli negozi di vicinato».

DORMITORIO E COMANDO DI POLIZIA LOCALE

Non solo palazzine. All’ex campo Tav sarà necessario sgomberare anche il dormitorio per costruirne uno nuovo e il comando di Polizia locale che dovrà essere trasferito altrove. Finora l’unica soluzione prospettata è stata quella della ex caserma Passalacqua.

Dubbi sono stati sollevati dal capogruppo del Pd, Nicola Fonzo: «Se i lavori dovranno essere finiti entro la fine del 2025, significa che in due anni e mezzo sarà necessario trovare una nuova sede per il comando. Avete già un’idea? Inoltre, che soluzione provvisoria avete trovato per il dormitorio? Quando ne avevamo parlato nell’ultima commissione a febbraio, l’assessore ai Servizi sociali aveva detto che non escludeva una tensostruttura».

«Non sono assessorati di mia competenza – ha risposto Zoccali -. Posso solo dire che ci stiamo muovendo per trovare locali in affitto che possano ospitare la Protezione civile e gli operai del Comune che hanno i loro magazzini alla Tav. Al momento non disponiamo di altri spazi».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore