FCN raccoglie 100 mila euro per la mediazione linguistica nelle scuole

L'attività svolta con Caritas e Filos grazie al Fondo Emergenza Ucraina

Grazie al Fondo Emergenza Ucraina, Fondazione Comunità Novarese ha raccolto oltre 100 mila euro in due anni per l’attività di mediazione linguistica in sei istituti scolastici. In città risultano residenti 15.390 persone di origine straniera (pari al 15,1% della popolazione residente) e di queste, 3.777 nella fascia di età tra 0 e i 19 anni: le comunità più numerose sono quelle marocchina, pakistana e albanese, a seguire quelle ucraina (la più grande del Piemonte), romena e nigeriana.

In collaborazione con Fondazione Cariplo, FCN ha scelto di promuovere un corso di formazione professionale per mediatori interculturali, promosso e strutturato da Filos Formazione, che potesse offrire un’opportunità di inserimento lavorativo, e rappresentare una risorsa non solo per le persone di nazionalità ucraina accolte sul territorio, ma per tutti i residenti stranieri, soprattutto per agevolare l’inserimento e l’inclusione dei minori in età scolare. Il corso ha coinvolto 24 persone e, di queste, 20 hanno superato gli esami e ottenuto la qualifica professionale.

«L’arrivo di studentesse e studenti in fuga dal conflitto russo-ucraino – commenta il presidente di Fondazione Comunità Novarese, Davide Maggi – ha rappresentato un ulteriore banco di prova della capacità della scuola di favorire l’integrazione degli studenti stranieri. Le scuole sono state chiamate ad agire, prima di tutto, per rafforzare le competenze linguistiche, agevolare l’inclusione delle ragazze e dei ragazzi nelle classi e favorire l’apprendimento. L’inserimento scolastico deve, però, essere accompagnato da un adeguato supporto per affrontare i bisogni di ciascuna studentessa e di ciascun studente ed instaurate buone relazioni con le loro famiglie. La mediazione interculturale può giocare un ruolo di primo piano, proprio in relazione a questi obiettivi; infatti, con l’arrivo dei profughi ucraini è emersa fin da subito l’esigenza di reperire figure professionali capaci di superare le barriere linguistiche e socioculturali e favorire l’integrazione degli stranieri accolti sul territorio novarese».

«Come Caritas Diocesi di Novara – aggiunge Federico Diotti, project manager di Caritas Diocesi di Novara – abbiamo scelto di investire perché abbiamo ritenuto questo percorso un modo di fare integrazione ma in maniera attiva ed efficace. Ci siamo occupati di bambine e bambini, fin dalla prima infanzia, e, quindi, di quelle che saranno le future generazioni che vivranno il nostro territorio. Riteniamo che l’intermediazione culturale sia una pratica fondamentale per avvicinare giovani e giovanissimi al concetto di cittadinanza della comunità in cui sono inseriti».

«La guerra – spiega Milena Dura, responsabile di sede Novara Filos Formazione – ci ha portati, ancora più del solito, a riflettere sui bisogni legati all’emergenza e a cosa avremmo potuto fare. La nostra esperienza sul campo quale agenzia di formazione, ci aveva già reso chiaro quanto fosse difficile, per chi arriva, inserirsi in un contesto senza un accompagnamento. La barriera non è solo quella della lingua ma anche dovuta alle differenze culturali. Banalmente, per gli stranieri, può essere difficile iscriversi all’ASL o comprendere quali documenti servono per poter usufruire dei servizi di base e avere qualcuno al tuo fianco, già inserito, è davvero un valore aggiunto».

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L’attività svolta con Caritas e Filos grazie al Fondo Emergenza Ucraina

Grazie al Fondo Emergenza Ucraina, Fondazione Comunità Novarese ha raccolto oltre 100 mila euro in due anni per l’attività di mediazione linguistica in sei istituti scolastici. In città risultano residenti 15.390 persone di origine straniera (pari al 15,1% della popolazione residente) e di queste, 3.777 nella fascia di età tra 0 e i 19 anni: le comunità più numerose sono quelle marocchina, pakistana e albanese, a seguire quelle ucraina (la più grande del Piemonte), romena e nigeriana.

In collaborazione con Fondazione Cariplo, FCN ha scelto di promuovere un corso di formazione professionale per mediatori interculturali, promosso e strutturato da Filos Formazione, che potesse offrire un’opportunità di inserimento lavorativo, e rappresentare una risorsa non solo per le persone di nazionalità ucraina accolte sul territorio, ma per tutti i residenti stranieri, soprattutto per agevolare l’inserimento e l’inclusione dei minori in età scolare. Il corso ha coinvolto 24 persone e, di queste, 20 hanno superato gli esami e ottenuto la qualifica professionale.

«L’arrivo di studentesse e studenti in fuga dal conflitto russo-ucraino – commenta il presidente di Fondazione Comunità Novarese, Davide Maggi - ha rappresentato un ulteriore banco di prova della capacità della scuola di favorire l’integrazione degli studenti stranieri. Le scuole sono state chiamate ad agire, prima di tutto, per rafforzare le competenze linguistiche, agevolare l’inclusione delle ragazze e dei ragazzi nelle classi e favorire l’apprendimento. L’inserimento scolastico deve, però, essere accompagnato da un adeguato supporto per affrontare i bisogni di ciascuna studentessa e di ciascun studente ed instaurate buone relazioni con le loro famiglie. La mediazione interculturale può giocare un ruolo di primo piano, proprio in relazione a questi obiettivi; infatti, con l’arrivo dei profughi ucraini è emersa fin da subito l’esigenza di reperire figure professionali capaci di superare le barriere linguistiche e socioculturali e favorire l’integrazione degli stranieri accolti sul territorio novarese».

«Come Caritas Diocesi di Novara – aggiunge Federico Diotti, project manager di Caritas Diocesi di Novara – abbiamo scelto di investire perché abbiamo ritenuto questo percorso un modo di fare integrazione ma in maniera attiva ed efficace. Ci siamo occupati di bambine e bambini, fin dalla prima infanzia, e, quindi, di quelle che saranno le future generazioni che vivranno il nostro territorio. Riteniamo che l’intermediazione culturale sia una pratica fondamentale per avvicinare giovani e giovanissimi al concetto di cittadinanza della comunità in cui sono inseriti».

«La guerra – spiega Milena Dura, responsabile di sede Novara Filos Formazione – ci ha portati, ancora più del solito, a riflettere sui bisogni legati all’emergenza e a cosa avremmo potuto fare. La nostra esperienza sul campo quale agenzia di formazione, ci aveva già reso chiaro quanto fosse difficile, per chi arriva, inserirsi in un contesto senza un accompagnamento. La barriera non è solo quella della lingua ma anche dovuta alle differenze culturali. Banalmente, per gli stranieri, può essere difficile iscriversi all’ASL o comprendere quali documenti servono per poter usufruire dei servizi di base e avere qualcuno al tuo fianco, già inserito, è davvero un valore aggiunto».

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