Ferrovia Arona – Santhià, per i sindaci di Borgomanero e Romagnano «questo è l’ultimo treno che passa»

I primi cittadini dei due principali centri attraversati dalla linea, Sergio Bossi e Alessandro Carini, condividono lo stesso pensiero: «O si riapre o andrebbe smantellata. Non ha senso mantenerla nelle condizioni attuali»

«Questo è davvero l’ultimo treno che passa. E non dobbiamo perderlo». La frase può suonare come un battuta, ma calza a pennello con il tema e, soprattutto, rappresenta un pensiero condiviso dal sindaco di Borgomanero Sergio Bossi e dal suo “collega” di Romagnano Sesia Alessandro Carini per quanto riguarda le ultime vicende legate alla riapertura della ferrovia Arona – Santhià. I primi cittadini dei due principali centri attraversati dalla linea concordano nel fatto che «questo sia davvero il momento propizio per cui o la ferrovia si riapre nuovamente o a nostro giudizio dovrebbe essere del tutto dismessa, perché le attuali condizioni in cui versa non sono più accettabili».


Per Bossi «l’attuale regime di sospensione del traffico (decisione presa dalla Regione dal giugno di dieci anni fa, ndr) non ha senso e genera da tempo unicamente confusione. In particolare, nel tratto che attraversa Borgomanero, in diversi punti le condizioni della ferrovia sono di assoluto degrado, con la vegetazione che ha quasi “cancellato” i binari».


«Il nostro Comune – ha aggiunto Carini – è stato uno dei primi che ha creduto in questa operazione di recupero, tanto che insieme all’associazione che rappresenta gli utenti avevamo scritto alla Provincia chiedendo che si prendesse carico per una riapertura. La ferrovia é fondamentale per le nostre comunità, perché rappresenta un servizio per i cittadini e ancora di più per Romagnano, perché si tratta di un punto fondamentale di snodo; e lo sarà ancora di più se dovesse ripartire anche la Novara – Varallo. In questa circostanza si è dimostrata fondamentale l’unione fra istituzioni e comunità per cercare di portare a casa un risultato».


Proviamo ad azzardare un’ipotesi: se l’operazione non dovesse andare in porto è pronto un “piano B”? Ha risposto Bossi: «Se la linea dovesse essere dismessa agiremo di conseguenza, creando al suo posto piste ciclabili e riaprendo quelle strade, come ad esempio via Mottarone, dove erano presenti i passaggi a livello e che ora risultano ancora bloccate nonostante le richieste dei cittadini». La riattivazione sarebbe una bella cosa per entrambi i sindaci, anche se Bossi ha manifestato qualche perplessità sulla cifra ipotizzata da Ferrovie dello Stato: «I lavori da fare sono parecchi, compresa la sistemazione e la messa in sicurezza delle due gallerie nella zona di Gattico. Hanno parlato di 36 – 44 milioni di euro: speriamo siano sufficienti».

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Ferrovia Arona – Santhià, per i sindaci di Borgomanero e Romagnano «questo è l’ultimo treno che passa»

I primi cittadini dei due principali centri attraversati dalla linea, Sergio Bossi e Alessandro Carini, condividono lo stesso pensiero: «O si riapre o andrebbe smantellata. Non ha senso mantenerla nelle condizioni attuali»

«Questo è davvero l’ultimo treno che passa. E non dobbiamo perderlo». La frase può suonare come un battuta, ma calza a pennello con il tema e, soprattutto, rappresenta un pensiero condiviso dal sindaco di Borgomanero Sergio Bossi e dal suo “collega” di Romagnano Sesia Alessandro Carini per quanto riguarda le ultime vicende legate alla riapertura della ferrovia Arona – Santhià. I primi cittadini dei due principali centri attraversati dalla linea concordano nel fatto che «questo sia davvero il momento propizio per cui o la ferrovia si riapre nuovamente o a nostro giudizio dovrebbe essere del tutto dismessa, perché le attuali condizioni in cui versa non sono più accettabili».


Per Bossi «l’attuale regime di sospensione del traffico (decisione presa dalla Regione dal giugno di dieci anni fa, ndr) non ha senso e genera da tempo unicamente confusione. In particolare, nel tratto che attraversa Borgomanero, in diversi punti le condizioni della ferrovia sono di assoluto degrado, con la vegetazione che ha quasi “cancellato” i binari».


«Il nostro Comune – ha aggiunto Carini – è stato uno dei primi che ha creduto in questa operazione di recupero, tanto che insieme all’associazione che rappresenta gli utenti avevamo scritto alla Provincia chiedendo che si prendesse carico per una riapertura. La ferrovia é fondamentale per le nostre comunità, perché rappresenta un servizio per i cittadini e ancora di più per Romagnano, perché si tratta di un punto fondamentale di snodo; e lo sarà ancora di più se dovesse ripartire anche la Novara – Varallo. In questa circostanza si è dimostrata fondamentale l’unione fra istituzioni e comunità per cercare di portare a casa un risultato».


Proviamo ad azzardare un’ipotesi: se l’operazione non dovesse andare in porto è pronto un “piano B”? Ha risposto Bossi: «Se la linea dovesse essere dismessa agiremo di conseguenza, creando al suo posto piste ciclabili e riaprendo quelle strade, come ad esempio via Mottarone, dove erano presenti i passaggi a livello e che ora risultano ancora bloccate nonostante le richieste dei cittadini». La riattivazione sarebbe una bella cosa per entrambi i sindaci, anche se Bossi ha manifestato qualche perplessità sulla cifra ipotizzata da Ferrovie dello Stato: «I lavori da fare sono parecchi, compresa la sistemazione e la messa in sicurezza delle due gallerie nella zona di Gattico. Hanno parlato di 36 – 44 milioni di euro: speriamo siano sufficienti».

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