Nelle prossime settimane la Regione Piemonte sottoscriverà con Trenitalia il nuovo contratto per il servizio ferroviario locale. Un documento, come hanno sottolineato il presidente Alberto Cirio e l’assessore Marco Gabusi, che concretizza gli sforzi dell’ente «nell’offrire un servizio migliore, che tanga conto dei cambiamenti dell’utenza e delle necessità di alcuni territori rimasti senza servizi». In termini di risorse di parla di un contributo aggiuntivo di 200 milioni di euro per i prossimi dieci anni.
Una delle novità è rappresentata dalla decisione di riaprire al traffico passeggeri alcune linee “sospese” da ormai un decennio. Stiamo parlando della Casale – Mortara e della Asti – Alba: un totale di 66 chilometri riattivati per una percorrenza annua stimata di 200 mila chilometri-treno. Per entrambe queste tratte il semaforo verde dovrebbe giungere nel settembre del 2023. Slitta ancora, invece, il via libera per la Novara – Varallo e questa decisione non è stata bene accolta dal consigliere regionale novarese del Pd Domenico Rossi: «Delle 13 linee piemontesi sospese – ha commentato subito dopo l’informativa dell’assessore Gabusi nell’aula di Palazzo Lascaris – ne saranno riattivate solamente due, ma nulla di concreto è stato datto per il nostro territorio. Della Santhià – Arona non si parla più, mentre la Novara – Varallo è rimasta fuori dal nuovo contratto, nonostante i sindaci della zona si siamo espressi con forza a favore. Il Piemonte nord-orientale è stato trascurato».
Alle parole di Rossi hanno replicato gli uffici di Gabusi, con dei distinguo. Per la Santhià – Borgomanero – Arona, un tempo tratta di una certa rilevanza perché consentiva, seppur con un singolo binario non elettrificato, di accorciare le distanze fra il capoluogo regionale e il lago Maggiore “tagliando” fuori Vercelli e Novara, bisogna fare i conti con il totale dissesto di una linea (in alcuni tratti i binari e la massicciata sono stati letteralmente “inghiottiti” dalla vegetazione cresciuta in maniera rigogliosa) il cui recupero avrebbe oggi dei costi non sostenibili.
Diverso il discorso per la Novara – Varallo. La linea è tuttora parzialmente in uso non per il trasporto passeggeri e periodicamente ospita il transito di convogli storico – turistici. La sua riapertura è già stata definita e una prima analisi tecnica eseguita dagli incaricati di Rfi ha dato esito positivo. Il prossimo “step”, per Gabusi, sarà quello riguardante la valutazione economica, per il quale si potrebbe accedere a fondi europei. In questo caso nessuno vuole sbilanciarsi con delle date, anche se nella migliore delle ipotesi non si potrebbe escludere un “via” prima di quello ipotizzato oggi.