Fiamme all’ex campo Tav, Cgil: «Via da lì, soluzione definitiva al degrado». Nella notte tra sabato 29 e domenica 30 gennaio un modulo abitativo dell’ex campo Tav, che ospita persone in difficoltà, è andato a fuoco. Nessuno degli occupanti è rimasto ferito, ma due nuclei famigliari, per un totale di sei persone, sono stati evacuati; nell’incendio hanno perso tutto. (leggi qui l’articolo completo)
Il segretario provinciale Cgil Novara e Vco, Attilio Fasulo, Fp, Paolo Del Vecchio, e Sunia, Alonso Testaverde, sono intervenuti sulla vicendaponendo l’accento sulla necessitò di trovare in fretta una sistemazione diversa alle persone in difficoltà abitativa.
«Si è sfiorata la tragedia e solo la prontezza di chi lavora per garantire la sicurezza degli abitanti di quel luogo, tra cui anche bambini, ha evitato perdite umane – dichiarano -. Ma è evidente, anche dai danni procurati dall’incendio non solo alle strutture ma anche di tutto quanto ogni famiglia ha perso nell’incendio, che si evidenzia la grande drammaticità del fatto. Ed è evidente che quanto messo in campo finora non basta. Attendiamo l’esito delle perizie dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine per capire le cause del grave incidente accaduto, ma occorre al più presto trovare idonea e più dignitosa collocazione a chi ancora abita in quel luogo, evidentemente per nulla sicuro, sia per chi vi abita e sia per chi in quel luogo ci lavora».
«Chi ci abita aveva già poco prima – proseguono – ora chi ha visto la propria “casa” distrutta dal fuoco ha perso anche
quel poco che aveva. Crediamo che immediatamente debba scattare tutta la solidarietà massima della città e la intera Cgil di Novara e Vco farà anche la sua parte verso chi ha subìto questa tragedia. Come sindacato onfederale e di categoria chiediamo con forza che la politica cittadina tutta metta come priorità la soluzione definitiva a quel degrado e che nell’immediato si facciano gli interventi massimi per mettere fine alla “insicurezza” non solo di prospettiva ma anche abitativa di quegli alloggi e di chi vi abita, e dei lavoratori e lavoratrici che con abnegazione provano a garantire la maggiore serenità possibile a quelle famiglie e a quelle persone, ospiti ormai da troppo tempo di un luogo ancora non al centro prioritario delle politiche della giunta novarese».