Il Comune: «Moi, cronaca di una morte annunciata». L’opposizione: «Il sindaco ha cavalcato l’onda»

Botta e risposta, ieri mattina in Commissione Commercio, tra il dirigente comunale e l'esponente del Pd in merito alla chiusura del Mercato ortofrutticolo all'ingrosso: «Il sindaco e i suoi si lavano le mani. Un atteggiamento da “Io speriamo che me la cavo”»

«Se dovessimo dare un titolo a questa vicenda sarebbe “Cronaca di una morte annunciata”; e non è stato un fulmine a ciel sereno in una vicenda che ha poco di politico». Ha esordito così Maurizio Foddai, dirigente del settore Commercio del Comune di Novara, ieri mattina, 7 luglio, in occasione della Commissione convocata urgentemente su richiesta della minoranza per chiarire le motivazioni che hanno portato alla chiusura definitiva del Moi, il Mercato ortofrutticolo all’ingrosso, con l’inizio del nuovo mese proprio in conseguenza di un provvedimento adottato dallo stesso funzionario.

In precedenza il vicesindaco Marina Chiarelli, titolare anche della delega al Commercio, aveva ricostruito le ultime vicende della struttura, ribadendo quanto da lei anticipato con al sindaco Alessandro Canelli in occasione della diretta social che il primo cittadino aveva tenuto proprio una settimana fa davanti alla struttura.


«Sono tutte ragioni tecniche – ha detto Foddai – Esisteva una situazione creatasi nel tempo di inagibilità che poteva rivelarsi pericolosa. Ci troviamo davanti a una cosa che è partita da lontano e che non ha fatto che peggiorare nel tempo le condizioni della struttura. L’immobile poteva essere riportato nelle condizioni di sicurezza solo in caso di consistenti interventi di ristrutturazione e con una cifra non indifferente».


Aprendo gli interventi Rossano Pirovano (Pd), se da un lato non ha voluto contestare il provvedimento in sé, dall’altro ha ricordato che nel corso dell’amministrazione di centrosinistra guidata da Andrea Ballaré (e del quale lui stesso faceva parte, ndr) era stata individuata una struttura ad Agognate per trasferire il Moi, ma alcuni rappresentanti dell’allora opposizione – oggi maggioranza – arrivarono «a minacciare di incatenarsi se avessimo chiuso il Moi. Dire che non ci sono responsabilità politiche sulla storia di quella struttura è un falso. All’epoca la minoranza cavalcò l’onda e oggi che amministra dice solo quello che le conviene. Sappiamo tutti che esiste un progetto di riqualificazione della struttura, insieme a Comoli&Ferrari e con i fondi del Pnrr, sul quale non siamo in disaccordo. L’attuale maggioranza ha però cambiato idea e si lava le mani, dimostrando poca coerenza». E visto che Foddai aveva citato il libro di Gabriel Garcia Màrquez, Pirovano ha replicato con quello di Marcello D’Orta: «Canelli e i suoi hanno un comportamento da “Io speriamo che me la cavo”».

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Il Comune: «Moi, cronaca di una morte annunciata». L’opposizione: «Il sindaco ha cavalcato l’onda»

Botta e risposta, ieri mattina in Commissione Commercio, tra il dirigente comunale e l’esponente del Pd in merito alla chiusura del Mercato ortofrutticolo all’ingrosso: «Il sindaco e i suoi si lavano le mani. Un atteggiamento da “Io speriamo che me la cavo”»

«Se dovessimo dare un titolo a questa vicenda sarebbe “Cronaca di una morte annunciata”; e non è stato un fulmine a ciel sereno in una vicenda che ha poco di politico». Ha esordito così Maurizio Foddai, dirigente del settore Commercio del Comune di Novara, ieri mattina, 7 luglio, in occasione della Commissione convocata urgentemente su richiesta della minoranza per chiarire le motivazioni che hanno portato alla chiusura definitiva del Moi, il Mercato ortofrutticolo all'ingrosso, con l'inizio del nuovo mese proprio in conseguenza di un provvedimento adottato dallo stesso funzionario.

In precedenza il vicesindaco Marina Chiarelli, titolare anche della delega al Commercio, aveva ricostruito le ultime vicende della struttura, ribadendo quanto da lei anticipato con al sindaco Alessandro Canelli in occasione della diretta social che il primo cittadino aveva tenuto proprio una settimana fa davanti alla struttura.


«Sono tutte ragioni tecniche – ha detto Foddai – Esisteva una situazione creatasi nel tempo di inagibilità che poteva rivelarsi pericolosa. Ci troviamo davanti a una cosa che è partita da lontano e che non ha fatto che peggiorare nel tempo le condizioni della struttura. L'immobile poteva essere riportato nelle condizioni di sicurezza solo in caso di consistenti interventi di ristrutturazione e con una cifra non indifferente».


Aprendo gli interventi Rossano Pirovano (Pd), se da un lato non ha voluto contestare il provvedimento in sé, dall'altro ha ricordato che nel corso dell'amministrazione di centrosinistra guidata da Andrea Ballaré (e del quale lui stesso faceva parte, ndr) era stata individuata una struttura ad Agognate per trasferire il Moi, ma alcuni rappresentanti dell'allora opposizione – oggi maggioranza – arrivarono «a minacciare di incatenarsi se avessimo chiuso il Moi. Dire che non ci sono responsabilità politiche sulla storia di quella struttura è un falso. All'epoca la minoranza cavalcò l'onda e oggi che amministra dice solo quello che le conviene. Sappiamo tutti che esiste un progetto di riqualificazione della struttura, insieme a Comoli&Ferrari e con i fondi del Pnrr, sul quale non siamo in disaccordo. L'attuale maggioranza ha però cambiato idea e si lava le mani, dimostrando poca coerenza». E visto che Foddai aveva citato il libro di Gabriel Garcia Màrquez, Pirovano ha replicato con quello di Marcello D'Orta: «Canelli e i suoi hanno un comportamento da “Io speriamo che me la cavo”».

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