Ex chiesa di San Luigi, Fonzo (Pd): «Finora 100 mila euro per un rudere nel centro storico»

Lo ha detto il capogruppo del Pd nell'ultimo consiglio comunale in occasione di un'interrogazione sulla situazione dell'edificio. L'assessore Zoccali: «Possibile una mediazione fra Comune e proprietari entro il mese»

Si è tornati a parlare anche dell’ex chiesa di San Luigi in occasione dell’ultimo consiglio comunale. Lo storico edificio religioso situato quasi all’angolo tra via Mossotti e corso Cavallotti risalente agli inizi del XIII secolo (sullo sfondo nella foto scattata in via Canobio, con a sinistra Palazzo Natta) sconsacrato fin dal 1968 e poi in parte utilizzato dalla Diocesi per alcune attività ricreative prima di essere definitivamente abbandonato, da doversi anni versa in condizioni precarie di stabilità. Il distacco di alcuni calcinacci dalla facciata, e quindi creando delle vere situazioni di pericolo per i passanti, aveva attivato dal 2017 l’amministrazione comunale che aveva affidato all’ingegner Zugnino l’incarico di esaminare le condizioni dell’immobile. Dalla successiva relazione si è potuto evincere che la torre campanaria si presentava in pessime condizioni e che tutti i prospetti evidenziavano stati di degrado tali da non più procrastinare “un intervento straordinario di messa in sicurezza”.

Contemporaneamente l’amministrazione ha cercato, con un’apposita ordinanza, di contattare i discendenti degli antichi proprietari (gli eredi Tornielli Bellini di Vergano e Borgolavezzaro) affinché – come avviene in questi casi – provvedessero ai lavori di messa in sicurezza. Ma mentre da un lato il Comune ha provveduto al posizionamento di ponteggi e a sostenerne gli oneri, dall’altro è stata avviata una causa in sede civile con i proprietari, la cui ultima udienza, come ha avuto modo di spiegare l’assessore Rocco Zoccali, «si è tenuta nello scorso febbraio, ma dove è probabile una mediazione, attesa entro il corrente mese». Rimane il fatto che il Comune continua a pagare il noleggio dei ponteggi per la messa in sicurezza dell’area. Quanto ha speso finora? «Circa 18 mila euro annui – ha risposto ancora Zoccali – tranne il primo, quando la somma è stata il doppio perché era stato eseguito tutto l’intervento di montaggio dell’impalcatura».

«Ho fatto i conti a mano – ha replicato Fonzo – Dal 2017 spende 17 mila euro all’anno. Questo significa che finora i novaresi ne hanno spesi 100 mila per avere un rudere in centro storico». E ancora: «Mario Paganini, assessore precedente, aveva sostenuto che fosse la Diocesi a esercitare la funzione di “possessore” del bene avendone le chiavi. Ci sarebbe una norma del codice secondo la quale il bene che non viene reclamato da alcuno, nonostante un pubblico avviso nell’Albo pretorio, trascorso un certo tempo entri di diritto nel Demanio dell’amministrazione comunale. Se la norma esiste mi chiedo perché non ci si sia avvalsi di questa soluzione, stante il fatto che era stata indicata fra le soluzioni possibili». Infine, replicando a Zoccali che aveva sostenuto l’impossibilità da parte del Comune di pensare a un suo eventuale utilizzo non essendo un bene pubblico, «non stiamo parlando di un’abitazione civile, ma di luogo adibito al culto di una certa rilevanza storica. Un’idea il Comune deve avercela».

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Lo ha detto il capogruppo del Pd nell’ultimo consiglio comunale in occasione di un’interrogazione sulla situazione dell’edificio. L’assessore Zoccali: «Possibile una mediazione fra Comune e proprietari entro il mese»

Si è tornati a parlare anche dell'ex chiesa di San Luigi in occasione dell'ultimo consiglio comunale. Lo storico edificio religioso situato quasi all'angolo tra via Mossotti e corso Cavallotti risalente agli inizi del XIII secolo (sullo sfondo nella foto scattata in via Canobio, con a sinistra Palazzo Natta) sconsacrato fin dal 1968 e poi in parte utilizzato dalla Diocesi per alcune attività ricreative prima di essere definitivamente abbandonato, da doversi anni versa in condizioni precarie di stabilità. Il distacco di alcuni calcinacci dalla facciata, e quindi creando delle vere situazioni di pericolo per i passanti, aveva attivato dal 2017 l'amministrazione comunale che aveva affidato all'ingegner Zugnino l'incarico di esaminare le condizioni dell'immobile. Dalla successiva relazione si è potuto evincere che la torre campanaria si presentava in pessime condizioni e che tutti i prospetti evidenziavano stati di degrado tali da non più procrastinare “un intervento straordinario di messa in sicurezza”.

Contemporaneamente l'amministrazione ha cercato, con un'apposita ordinanza, di contattare i discendenti degli antichi proprietari (gli eredi Tornielli Bellini di Vergano e Borgolavezzaro) affinché – come avviene in questi casi – provvedessero ai lavori di messa in sicurezza. Ma mentre da un lato il Comune ha provveduto al posizionamento di ponteggi e a sostenerne gli oneri, dall'altro è stata avviata una causa in sede civile con i proprietari, la cui ultima udienza, come ha avuto modo di spiegare l'assessore Rocco Zoccali, «si è tenuta nello scorso febbraio, ma dove è probabile una mediazione, attesa entro il corrente mese». Rimane il fatto che il Comune continua a pagare il noleggio dei ponteggi per la messa in sicurezza dell'area. Quanto ha speso finora? «Circa 18 mila euro annui – ha risposto ancora Zoccali – tranne il primo, quando la somma è stata il doppio perché era stato eseguito tutto l'intervento di montaggio dell'impalcatura».

«Ho fatto i conti a mano – ha replicato Fonzo – Dal 2017 spende 17 mila euro all'anno. Questo significa che finora i novaresi ne hanno spesi 100 mila per avere un rudere in centro storico». E ancora: «Mario Paganini, assessore precedente, aveva sostenuto che fosse la Diocesi a esercitare la funzione di “possessore” del bene avendone le chiavi. Ci sarebbe una norma del codice secondo la quale il bene che non viene reclamato da alcuno, nonostante un pubblico avviso nell'Albo pretorio, trascorso un certo tempo entri di diritto nel Demanio dell'amministrazione comunale. Se la norma esiste mi chiedo perché non ci si sia avvalsi di questa soluzione, stante il fatto che era stata indicata fra le soluzioni possibili». Infine, replicando a Zoccali che aveva sostenuto l'impossibilità da parte del Comune di pensare a un suo eventuale utilizzo non essendo un bene pubblico, «non stiamo parlando di un'abitazione civile, ma di luogo adibito al culto di una certa rilevanza storica. Un'idea il Comune deve avercela».

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