Fp Cgil: «Sì al nuovo ospedale ma prima potenziare il personale»

Il segretario generale di Fp Cgil Novara e Vco Del Vecchio interviene nel dibattito sulla situazione di stallo in cui versa la sanità pubblica piemontese

«Che sia chiaro: non è in discussione la necessità di un nuovo ospedale. E la necessità di un ospedale unico è anche per il Verbano Cusio Ossola, se non si fossero fatte scelte sbagliate anche in quel territorio.
Ma è evidente, su questo terreno, il completo fallimento della giunta regionale che, ad inizio legislatura, ha inopinatamente cambiato i programmi già in essere facendo perdere tempo e denaro pubblico per nuove scelte che ad oggi nulla hanno prodotto per migliorare la rete dei servizi a favore della salute dei cittadini».

Non usa messe parole il segretario generale di Fp Cgil Novara e Vco, Paolo Del Vecchio, commentando la situazione di stallo in cui versa la sanità pubblica piemontese.

«Questo è un dato di fatto ed è altrettanto evidente come si continui a dimenticare di chi in quelle strutture opera cercando di salvaguardare la salute di tutti e di smaltire le ancora lunghe liste di attesa – prosegue Del Vecchio -. Il famoso accordo di maggiori assunzioni di personale sanitario stenta a decollare, siamo ancora fermi a circa 150 assunzioni in tutta la regione sulle 2000 previste oltre al turn over, i concorsi in alcune aziende – come l’ospedale Maggiore – stentano a decollare e ormai vi è una fortissima concorrenza interna tra aziende nel “rubarsi” i professionisti sanitari che ovviamente vanno dove le condizioni sono migliori non disdegnando affatto le offerte estere, Svizzera in primis, ed extracomunitarie. Ed anche qualora si facessero (entro l’anno 2024 ma servono ora) sono una goccia nel mare del bisogno complessivo di personale sanitario nelle aziende sanitarie della Provincia di Novara e del Vco e in generale in tutto il Paese».

Il monito del segretario: «Si lavori sì per i nuovi ospedali, ma soprattutto per i potenziamenti degli organici, per togliere quei vincoli assunzionali decisi dai governi di centro destra ormai più di 15 anni fa, per togliere quei vincoli anche sulla possibilità di aumento salariale che sono ancora oggi un ostacolo nel trattenere i professionisti sanitari nel pubblico, e si lavori affinché le condizioni di vita lavorativa nei servizi sanitari pubblici siano elevate qualitativamente. Che si facciano le nuove strutture territoriali previste dal Pnrr ma senza un piano straordinario di assunzioni pubbliche, verranno gestite dal privato rischiando di lasciare al pubblico soltanto le emergenze urgenze e gli interventi ad alta/altissima intensità, di fatto la distruzione della sanità pubblica».

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«Che sia chiaro: non è in discussione la necessità di un nuovo ospedale. E la necessità di un ospedale unico è anche per il Verbano Cusio Ossola, se non si fossero fatte scelte sbagliate anche in quel territorio.
Ma è evidente, su questo terreno, il completo fallimento della giunta regionale che, ad inizio legislatura, ha inopinatamente cambiato i programmi già in essere facendo perdere tempo e denaro pubblico per nuove scelte che ad oggi nulla hanno prodotto per migliorare la rete dei servizi a favore della salute dei cittadini».

Non usa messe parole il segretario generale di Fp Cgil Novara e Vco, Paolo Del Vecchio, commentando la situazione di stallo in cui versa la sanità pubblica piemontese.

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Il monito del segretario: «Si lavori sì per i nuovi ospedali, ma soprattutto per i potenziamenti degli organici, per togliere quei vincoli assunzionali decisi dai governi di centro destra ormai più di 15 anni fa, per togliere quei vincoli anche sulla possibilità di aumento salariale che sono ancora oggi un ostacolo nel trattenere i professionisti sanitari nel pubblico, e si lavori affinché le condizioni di vita lavorativa nei servizi sanitari pubblici siano elevate qualitativamente. Che si facciano le nuove strutture territoriali previste dal Pnrr ma senza un piano straordinario di assunzioni pubbliche, verranno gestite dal privato rischiando di lasciare al pubblico soltanto le emergenze urgenze e gli interventi ad alta/altissima intensità, di fatto la distruzione della sanità pubblica».

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