Sarebbe coinvolta anche la sede di Novara nella maxi operazione della Guardia di finanza che ha portato nella giornata di ieri, giovedì 22 giugno, a un “sequestro preventivo d’urgenza” di qualcosa come 48 milioni di euro (47.765.684,45 la cifra precisa) nei confronti del noto marchio della grande distribuzione Esselunga. Il provvedimento è stato eseguito in seguito a un decreto emesso dalla Procura di Milano dopo una serie di indagini, condotte dal Nucleo di polizia economico – finanziaria delle “Fiamme gialle” del capoluogo lombardo con la collaborazione del Settore contrasto illeciti dell’Agenzia delle entrate, che avrebbero evidenziato il “fenomeno della somministrazione illecita di manodopera”.
In sostanza si tratterebbe, come spiegato dalla stessa Guardia di finanza, di una frode fiscale – già accertata in occasione di numerose altre indagini nei confronti di gruppi della logistica e della distribuzione – caratterizzata “dall’utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e dalla stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera (…) che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo di fatture inesistenti per un ammontare complessivo di oltre 221 milioni di euro, più Iva, superiore a 47 milioni”. Per la GdF il noto marchio della grande distribuzione avrebbe “schermato” i rapporti di lavoro attraverso società filtro, che a loro volta si sarebbero avvalse di alcune cooperative, con quest’ultime che avrebbero omesso il versamento dell’imposta sul valore aggiunto e, anche nella maggior parte dei casi, degli oneri di natura previdenziale e assistenziale.
Sempre la Guardia di finanza ha reso noto che, oltre al sequestro preventivo dei circa 48 milioni di euro, sono in corso perquisizioni nei confronti “delle persone fisiche e giuridiche coinvolte” nelle sedi di Esselunga di Milano, Bergamo e Novara, procedendo inoltre alla notifica delle informazioni di garanzia oltre che per le responsabilità personali anche per quelle di carattere amministrativo “in relazione agli illeciti penali commessi dai dirigenti della società”.
Per la magistratura milanese si tratterebbe “di una condotta di carattere fraudolento” che “dura da dumerosi anni (si è parlato dal 2016 al 2022, ndr)” e che “ha comportato non solo il sistematico sfruttamento dei lavoratori ma anche di ingentissimi danni all’erario”. Da parte sua Esselunga, come si legge in una nota diffusa dal gruppo, si è “immediatamente attivata per offrire la più ampia collaborazione alle autorità giudiziarie”, attendendo con “fiducia le verifiche e gli approfondimenti”.