Rubavano nelle isole ecologiche del Novarese e rivendevano i rifiuti e i materiali portati via ai centri di raccolta gestiti dal consorzio Medio Novarese Ambiente spa: a conclusione dell’inchiesta condotta dai carabinieri forestali la procura ha chiesto 9 rinvio a giudizio nei confronti di altrettanti lavoratori «infedeli», alcuni dipendenti diretti, altri tramite cooperativa. Su di loro grava l’accusa di peculato e quasi tutti sono pronti a patteggiare la pena. Compariranno davanti al giudice nel mese di luglio e qualcuno ha anche offerto un piccolo risarcimento del danno.
Le indagini, durate oltre un anno, sono state condotte dai militari forestali di Lesa e hanno preso il via dopo la denuncia, nel 2021 da parte dello stesso consorzio, di alcuni episodi di furto subiti all’interno dei propri centri di raccolta rifiuti, in particolare quello di Pombia, ma poi anche Fontaneto d’Agogna, Arona e Borgomanero.
I successivi accertamenti condotti dalle forze dell’ordine, grazie a intercettazioni e alla visione delle telecamere, hanno permesso di ricostruire una consolidata e costante prassi attuata da nove dipendenti della società, che quotidianamente si impossessavano di rifiuti «nobili» che potevano avere valore economico (metalli come rame e acciaio, elettrodomestici funzionanti, Tv, computer, tablet, biciclette, motoseghe) e che venivano poi rivenduti a terzi, a volte anche direttamente all’interno dei centri di raccolta. Qualche dipendente si specializzava nel trattare un particolare tipo di bene, anche grazie agli agganci fra amici e conoscenti per poterli poi rivendere.
Nel corso delle perquisizioni sono stati individuati e sequestrati anche punti di stoccaggio dei rifiuti prelevati abusivamente dalle piazzole.