Furto con sparatoria a Castelletto: condannato a 6 anni il palo della banda

E’ la condanna inflitta dei giorni scorsi dal gup di Novara, a distanza di pochi mesi dal furto dello scorso 3 dicembre dove il ladro era rimasto ferito nel tentativo di forzare un posto di blocco

Sei anni di carcere. E’ la condanna inflitta dei giorni scorsi dal gup di Novara, a distanza di pochi mesi dal furto con sparatoria dello scorso 3 dicembre a Castelletto Ticino, dove il ladro era rimasto ferito nel tentativo di forzare un posto di blocco, a L.M., 36enne di origine albanese, noto con almeno quattro altri «alias», ritenuto il palo della banda di topi d’appartamento che quella sera aveva preso di mira una grossa villa in via Giotto, alla periferia di del paese. Già conosciuto a Novara perché arrestato nel settembre 2017 al termine dell’operazione «Prometeo 2» (indagine proprio contro vari gruppi di ladri), era e processo con rito abbreviato per rapina e ricettazione: anche l’auto in cui stava attendendo i complici era risultata rubata tempo prima in Lombardia. E poi, nel baule della vettura, i carabinieri avevano trovato refurtiva riconducibile ad altri furti commessi nella stessa giornata in alcuni paesi della zona.

Il pm aveva chiesto 8 anni, la difesa la riqualificazione in tentato furto, sostenendo che non c’era stato alcun tentativo dell’imputato di forzare il posto di blocco. E invece, in base alla ricostruzione effettuata dai carabinieri e dalla procura, la sera dei fatti, quando dopo cena era scattato l’allarma della villa i cui proprietari erano momentaneamente assenti, il palo della banda aveva cercato per ben due volte di speronare l’auto di servizio dell’Arma posta all’inizio della via a fondo chiuso per sbarrare l’unica via di uscita. Quando c’era stato il secondo tentativo di travolgere i militari, questi erano stati costretti a sparare dei colpi di avvertimento. Uno aveva colpito anche il conducente che, ferito, aveva cercato inutilmente di nascondersi nell’androne di un condominio. Era stato rintracciato poco dopo e arrestato. E’ ancora in carcere. Respinta la richiesta della difesa di disporre una perizia balistica per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e in particolare la traiettoria degli spari.

Non sono ancora stati identificati i complici del trentenne, che avevano cercato di entrare nella casa di via Giotto. Erano scappati a piedi nelle campagne del paese all’arrivo delle forze dell’ordine.

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Furto con sparatoria a Castelletto: condannato a 6 anni il palo della banda

E’ la condanna inflitta dei giorni scorsi dal gup di Novara, a distanza di pochi mesi dal furto dello scorso 3 dicembre dove il ladro era rimasto ferito nel tentativo di forzare un posto di blocco

Sei anni di carcere. E’ la condanna inflitta dei giorni scorsi dal gup di Novara, a distanza di pochi mesi dal furto con sparatoria dello scorso 3 dicembre a Castelletto Ticino, dove il ladro era rimasto ferito nel tentativo di forzare un posto di blocco, a L.M., 36enne di origine albanese, noto con almeno quattro altri «alias», ritenuto il palo della banda di topi d’appartamento che quella sera aveva preso di mira una grossa villa in via Giotto, alla periferia di del paese. Già conosciuto a Novara perché arrestato nel settembre 2017 al termine dell’operazione «Prometeo 2» (indagine proprio contro vari gruppi di ladri), era e processo con rito abbreviato per rapina e ricettazione: anche l’auto in cui stava attendendo i complici era risultata rubata tempo prima in Lombardia. E poi, nel baule della vettura, i carabinieri avevano trovato refurtiva riconducibile ad altri furti commessi nella stessa giornata in alcuni paesi della zona.

Il pm aveva chiesto 8 anni, la difesa la riqualificazione in tentato furto, sostenendo che non c’era stato alcun tentativo dell’imputato di forzare il posto di blocco. E invece, in base alla ricostruzione effettuata dai carabinieri e dalla procura, la sera dei fatti, quando dopo cena era scattato l’allarma della villa i cui proprietari erano momentaneamente assenti, il palo della banda aveva cercato per ben due volte di speronare l’auto di servizio dell’Arma posta all’inizio della via a fondo chiuso per sbarrare l’unica via di uscita. Quando c’era stato il secondo tentativo di travolgere i militari, questi erano stati costretti a sparare dei colpi di avvertimento. Uno aveva colpito anche il conducente che, ferito, aveva cercato inutilmente di nascondersi nell’androne di un condominio. Era stato rintracciato poco dopo e arrestato. E’ ancora in carcere. Respinta la richiesta della difesa di disporre una perizia balistica per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e in particolare la traiettoria degli spari.

Non sono ancora stati identificati i complici del trentenne, che avevano cercato di entrare nella casa di via Giotto. Erano scappati a piedi nelle campagne del paese all’arrivo delle forze dell’ordine.

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