Galliate, 70enne acquista attrezzi sanitari. Venditori a processo per circonvenzione

I fatti risalgono al 2018 e il 70enne nel frattempo è deceduto. Alla sbarra due agenti di una società lombarda di commercio all’ingrosso

Una vendita porta a porta di attrezzatura sanitaria professionale che sarebbe andata decisamente «oltre». I due agenti, stando a quanto denunciato ai carabinieri, si erano approfittati dell’anziano con deficit intellettivo e problemi di vista facendogli firmare contratti per l’acquisto di beni per oltre 15 mila euro, parte dei quali pagati con l’accensione di due finanziamenti. «Io non li ho ordinati», continuava a ripetere quando gli venivano consegnati a casa. «Sono già pagati», ribatteva il corriere. Poi, anche sulla base di anomale operazioni sul suo conto corrente (era andato in rosso e c’era pure un prelievo mensile da parte di una finanziaria), la storia era venuta allo scoperto.

E ora, per circonvenzione di incapace ai danni di un settantenne galliatese nel frattempo deceduto a causa dell’aggravarsi delle sue patologie, sono a processo i due agenti di una società lombarda di commercio all’ingrosso, di 54 e 30 anni, che con lui avevano trattato.

I fatti risalgono alla fine del 2018. A casa del pensionato si sarebbero presentati i venditori: dopo la trattativa il galliatese avrebbe firmato l’acquisto di prodotti, fra cui defender sanificatori, ultrasuoni e un letto antidecupito, di cui non aveva alcun bisogno. Una parte era stata pagata in assegno, per la restante era stato aperto un finanziamento. Solo alcuni mesi più tardi la famiglia si era accorta dell’accaduto e si era rivolta ai carabinieri: «Quei venditori si sono approfittati della situazione». Da qui l’accusa di circonvenzione. Infatti il medico di base della vittima, sentito in aula, ha parlato di un «uomo sempliciotto, persona facilmente suggestionabile che, rimasta sola, pur essendo autosufficiente si è trovata spaesata, senza essere in grado di reagire. Aveva un deficit intellettivo e seri problemi agli occhi».

La difesa degli imputati, per chiudere la vicenda, ha offerto la restituzione dei soldi versati più un risarcimento dei danni e delle spese del giudizio. Ma l’avvocato degli eredi del pensionato si dice preoccupato per i finanziamenti ancora aperti. I due accusati parleranno alla prossima udienza.

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Redazione

Redazione

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Galliate, 70enne acquista attrezzi sanitari. Venditori a processo per circonvenzione

I fatti risalgono al 2018 e il 70enne nel frattempo è deceduto. Alla sbarra due agenti di una società lombarda di commercio all’ingrosso

Una vendita porta a porta di attrezzatura sanitaria professionale che sarebbe andata decisamente «oltre». I due agenti, stando a quanto denunciato ai carabinieri, si erano approfittati dell’anziano con deficit intellettivo e problemi di vista facendogli firmare contratti per l’acquisto di beni per oltre 15 mila euro, parte dei quali pagati con l’accensione di due finanziamenti. «Io non li ho ordinati», continuava a ripetere quando gli venivano consegnati a casa. «Sono già pagati», ribatteva il corriere. Poi, anche sulla base di anomale operazioni sul suo conto corrente (era andato in rosso e c’era pure un prelievo mensile da parte di una finanziaria), la storia era venuta allo scoperto.

E ora, per circonvenzione di incapace ai danni di un settantenne galliatese nel frattempo deceduto a causa dell’aggravarsi delle sue patologie, sono a processo i due agenti di una società lombarda di commercio all’ingrosso, di 54 e 30 anni, che con lui avevano trattato.

I fatti risalgono alla fine del 2018. A casa del pensionato si sarebbero presentati i venditori: dopo la trattativa il galliatese avrebbe firmato l’acquisto di prodotti, fra cui defender sanificatori, ultrasuoni e un letto antidecupito, di cui non aveva alcun bisogno. Una parte era stata pagata in assegno, per la restante era stato aperto un finanziamento. Solo alcuni mesi più tardi la famiglia si era accorta dell’accaduto e si era rivolta ai carabinieri: «Quei venditori si sono approfittati della situazione». Da qui l’accusa di circonvenzione. Infatti il medico di base della vittima, sentito in aula, ha parlato di un «uomo sempliciotto, persona facilmente suggestionabile che, rimasta sola, pur essendo autosufficiente si è trovata spaesata, senza essere in grado di reagire. Aveva un deficit intellettivo e seri problemi agli occhi».

La difesa degli imputati, per chiudere la vicenda, ha offerto la restituzione dei soldi versati più un risarcimento dei danni e delle spese del giudizio. Ma l’avvocato degli eredi del pensionato si dice preoccupato per i finanziamenti ancora aperti. I due accusati parleranno alla prossima udienza.

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata