Il consorzio socio assistenziale conferma alcune difficoltà, ma smentisce qualsiasi tipo di tagli sui servizi: «Alcuna riduzione di operatorio è stata mai decisa dall’ente con Consorzio Blu»
«Alcuna riduzione di operatori è stata mai decisa dall’ente con Consorzio Blu, attuale gestore dei servizi per anziani e disabili. A fronte del funzionamento dei soli servizi residenziali a causa della pandemia, con il subentro di Consorzio Blu, è stato aperto il Fis, il fondo integrazione salariale, assicurando copertura economica agli operatori che avrebbero avuto una riduzione delle ore lavorate e dello stipendio per la fisiologica contrazione dei servizi ed è stato calibrato il personale dedicato agli anziani e ai disabili in funzione del grado di assistenzialità e dei bisogni degli ospiti stessi, – dicono dal Cisa – tale scelta è stata fatta nel rispetto di tutti gli altri parametri quali la dimensione particolarmente ridotta e parcellizzata delle strutture, il rispetto delle disposizioni regionali in materia, lo standard storico dei servizi erogati, l’attenzione al capitolato di gara che prevedeva due operatori Oss nel turno notturno, assicurando parametri gestionali nettamente migliorativi dello standard normativo».
A chiarire la situazione è il presidente Renzo Moletti: «Questo sforzo economico è stato e sarà totalmente a carico del bilancio del Cisa Ovest Ticino e dei Comuni di cui è soggetto aggregatorein quanto, a oggi, nessun ristoro è stato assicurato dall’Asl o dalla Regione, benché entrambi sollecitati ad intervenire economicamente con un ristoro per i posti letto vuoti, non sostituiti e su qualsiasi altra forma di maggiore spesa connessa alla pandemia».
Un atto dovuto e necessario– ha proseguito Moletti – a tutela di fasce fragili che in questo momento stanno soffrendo maggiormente a causa delle difficili condizioni di isolamento sociale imposte dai protocolli Covid. La difficoltà è ancora più pesante perché siamo stati lasciati soli. Se ne è parlato a lungo anche durante le ultime assemblee dei sindaci. A dicembre ci eravamo già mossi con tutti i Comuni consortili per sollecitare interventi economici regionali urgenti, come peraltro è già avvenuto in altre regioni italiane, ma a oggi nessuna ulteriore risorsa è stata assegnata per dare continuità ai servizi».
Il presidente non nega la difficoltà, «già affrontata con delle scelte economico- finanziarie per il Cisa importanti, quali vincolare oltre 350 mila euro per consentire la sostenibilità dei servizi, risorse che andranno a coprire anche la parte sanitaria di competenza dell’Asl/Regione che a oggi è mancata e che continua a mancare. In un quadro così complesso e che si prevede possa durare ancora per un periodo non ben definito, occorre che gli sforzi fatti non vengano vanificati e che la regione Piemonte ci venga incontro o servizi come questi saranno sempre più insostenibili penalizzando quindi le fasce più fragili.
Una situazione di incertezza e fragilità che ha portato, per esempio, alla chiusura momentanea del centro polifunzionale, sempre a Galliate.
«Da marzo 2020 i centri diurni per anziani sono tutti sospesi– ha spiegato Moletti – come da leggi nazionali e direttive regionali per il contrasto del contagio da Covid. E a oggi anche gli ospiti del polifunzionale si sono drasticamente ridotti alla metà. Per giungere a questa decisione si sono valutate tutte le possibilità, ovvero sono state consultate le liste di attesa del Cisa per vedere le richieste dei nuovi ingressi, ma gli utenti non avevano una compatibilità sanitaria con i servizi resi dal polifunzionale. Al fine di contenere le perdite, si è pertanto ipotizzata la sospensione delle attività e il trasferimento degli ospiti nelle nostre altre strutture concertando con i familiari le modalità operativa e informando le organizzazioni sindacali di questa scelta obbligata. La decisione di trasferire gli ospiti nelle altre strutture del Cisa, senza ulteriori oneri per le persone coinvolte, consentirà di saturare i posti letto vuoti e ad oggi non più riempiti dopo i decessi di alcuni ospiti».