Ai due fratelli si arrivava grazie al passaparola in paese e nella zona dell’Ovest Ticino: bastava contattarli al cellulare e poi veniva fissato un appuntamento, per strada, a volta anche nella piazza centrale del paese. Gran parte dei loro contatti comprava cocaina quasi tutti i fine settimana, per il divertimento serale, ma qualcuno li contattava anche due, tre volte al giorno. Insomma, erano diventati un vero e proprio punto di riferimento per i consumatori di droga.
Ora è arrivato il conto della giustizia: processati per una lunga serie di cessioni, monitorate dai carabinieri di Trecate e Novara almeno per due anni fra il 2016 e il 2017, i fratelli albanesi S.M. e R.M., di 44 e 47 anni, sono stati condannati rispettivamente a 7 anni di carcere e 40 mila euro di multa il primo, e 5 anni di carcere e 34 mila euro di multa il secondo. Il loro difensore aveva provato a sostenere che gli imputati non fossero a conoscenza del processo, chiedendo di rimandare gli atti in procura. Ma i giudici, tenuto conto che avevano un legale di fiducia, hanno ritenuto che la mancata conoscenza del dibattimento dai parte dei fratelli fosse imputabile, in via esclusiva, al fatto che per un certo periodo di tempo si erano recati in Albania, disinteressandosi degli sviluppi dell’indagine.
Nel corso dell’inchiesta i carabinieri avevano anche controllato l’auto dei due fratelli, trovati con dieci dosi di cocaina, per un totale di circa 3 grammi. Solo una minima parte dell’ingente quantità di stupefacenti, non solo cocaina ma anche marijuana, che, in base alle testimonianze e ai riscontri effettuati nel periodo monitorato, i due avevano venduto a numerosi giovani italiani del paese, e non solo: qualcuno, infatti, veniva apposta a Cerano per comprare qualche dose. In genere, per mezzo grammo di cocaina, si pagava sui 40 euro. La marijuana costava un po’ meno.