Su proposta del presidente della Regione, Alberto Cirio, e dell’assessore alla Sanità del Piemonte,Luigi Genesio Icardi, la giunta regionale ha approvato gli indirizzi per le azioni di comunicazione, informazione ed educazione finalizzate alla sensibilizzazione della popolazione sul gioco d’azzardo patologico coinvolgendo pubbliche amministrazioni locali, Asl, Ordini professionali, associazioni di consumatori, Ires, l’Ufficio scolastico regionale, Confcommercio e Confesercenti, organizzazioni del Terzo Settore, parrocchie e volontariato sociale.
Un’azione che arriva dopo l’approvazione, a luglio dello scorso anno, di una nuova legge regionale per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico che ha abrogato quella precedente del 2016.
Una spesa complessiva di 580 mila euro per un progetto destinato a tutta la popolazione dai 15 ai 64 anni attraverso strumenti e messaggi differenziati a seconda della fascia di età.
«Le iniziative di comunicazione e informazione – spiegano Cirio e Icardi – rientrano nell’ambito della prevenzione e della riduzione del rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo patologico. Vogliamo informare in modo capillare la collettività su cosa sia il gioco d’azzardo e su quali conseguenze possa scatenare, stimolare la presa di coscienza dei giocatori problematici e delle loro famiglie sulla gravità della situazione e sulle sue possibili ripercussioni, promuovendo percorsi di avvicinamento e presa in carico da parte di strutture specialistiche di diagnosi e cura, attuare un sistema integrato di comunicazione e sensibilizzazione più ramificato sui territori, in modo da far emergere i soggetti maggiormente a rischio di dipendenza».
Una modalità che, però, non è piaciuta al gruppo consiliare del Partito Democratico: «Dov’era tutta questa attenzione alle dipendenze da gioco, alle ricadute sulle famiglie, alle categorie più fragili, quando il centrodestra ha deciso di cancellare con un colpo di spugna la legge del 2016? Quanta ipocrisia» dichiarano il vicepresidente della commissione Sanità, Domenico Rossi, e il vicepresidente della commissione Cultura e Istruzione, Diego Sarno.
«Il Piemonte aveva una legge che funzionava bene, come raccontavano i numeri: la riduzione dell’offerta di gioco, senza proibirla, e dei soldi spesi dai piemontesi avevano inciso positivamente sulle patologie derivanti dal gioco – aggiunge Rossi -. Il centrosinistra ha difeso fino all’ultimo il diritto alla salute dei Piemontesi; il centrodestra ha scelto, invece, di tutelare gli interessi, senza dubbio legittimi, di un settore, quello del gioco, nonostante gli appelli della società civile, dei medici, degli psicologi, degli assistenti sociali, delle fondazioni antiusura, le associazioni antimafia, della Chiesa, persino dei sindaci di ogni schieramento politico».
«Il piano è il benvenuto e ci auguriamo non resti sulla carta, ma se davvero l’obiettivo della giunta fosse il benessere dei concittadini, basterebbe prendere atto della raccolta firme per la ‘Proposta di legge regionale d’iniziativa popolare, per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico’ che riparte proprio dalla legge 9/2016 per rimettere al centro la tutela e la salute dei cittadini» concludono i due consiglieri.