Gli operatori del mercato coperto in commissione consiliare: «Chiederemo i danni al Comune»

Una seduta chiesta dai consiglieri del Pd per parlare della situazione del mercato di viale Dante. Sono emersi nuovamente gli annosi problemi tra maggioranza e minoranza, ma anche a soprattutto tra gli stessi operatori

«Il Comune può fare quello che vuole, gli operatori devono sempre subire», «Ho pagato un canone maggiore nel 2020 che sono stato costretto a restare chiuso piuttosto che nel 2021», «Si parla di rilancio, in sette anni non avete fatto niente», «Vogliamo lavorare e serve l’aria condizionata, in estate con 38 gradi ho buttato via chili di pesce». Gli appelli dei mercatali, gli ennesimi, sono arrivati ieri, 29 marzo, in commissione consiliare chiesta dal gruppo del Pd per parlare della situazione del mercato coperto di viale Dante dopo che due settimane fa, durante la seduta di consiglio, gli stessi operatori si erano presentati a Palazzo Cabrino per una protesta silenziosa a causa dell’accumulo di bollette arretrate.

Anche nell’incontro di ieri sono emersi nuovamente gli annosi problemi – tra maggioranza e minoranza, ma anche e soprattutto tra gli stessi operatori – che affliggono la struttura e che rischiano di renderla sempre meno appetibile dal punto di vista commerciale. Difficoltà riassunte in una lunga lettera che Paolo Bamberga, operatore dei generi vari, ha inviato al Comune.

«Prima della ristrutturazione del 2015 noi pagavamo un canone di 45 euro a metro quadro e gli alimentari 175; dopo la tariffa è stata uniformata a 138 euro più iva e senza avere servizi – ha dichiarato Giorgio Ingold, altro operatore dei generi vari -. Il Comune non controlla gli orari di apertura dei banchi, le pulizie dei bagni sono inesistenti: sembra di stare in Bangladesh; mando email e ricevo risposte dopo quattro mesi. Noi dobbiamo pagare e pagheremo, ma chiederemo i danni di questi sette anni in cui il Comune non c’è mai stato. Noi abbiamo solo obblighi».

«Si parla del rilancio, ma le campate vecchie sono sempre le stesse, sporche e mai usufruite. Abbiamo parlato tanto ma in sette anni non si è arrivati a nulla» ha sottolineato Mauro Zaffaroni del comitato funzionamento del settore alimentare.

«Vogliamo solo lavorare, ma non possiamo farlo con 38 gradi d’estate: l’anno scorso ho buttato via chili di pesce – ha detto Manuela Travaglia, operatrice del settore alimentare -. L’impresa di pulizie va gestita dal Comune perché noi non siamo in grado». E ha aggiunto: «Dov’è il rilancio di cui si parla da tempo? Abbiamo chiesto le panchine e la fermata del bus per gli anziani. I 18 mila euro che avete speso per la pubblicità non sono serviti a niente perché la Nova Eventi, che ha vinto l’appalto, non si vede mai: con l’arrivo della primavera dovevano essere appese le farfalle: la primavera è arrivata, ma le farfalle non ci sono».

All’incontro ha partecipato anche l’avvocato Marina Ughetta in rappresentanza di diciannove operatori del settore alimentare e ortofrutticolo e che non ha risparmiato critiche nei confronti del vicesindaco e assessore al Commercio, Marina Chiarelli: «Il regolamento 2015 parla di spese e ripartizioni, ma anche di disposizioni che il Comune si dimentica di applicare spostando il problema sugli operatori. Più volte ho chiesto un confronto con il Comune su alcuni temi e non ho mai ricevuto risposta. L’ultimo incontro che abbiamo avuto si è svolto all’inizio di febbraio; il 1 marzo avreste dovuto inviarci un progetto, ma nulla di tutto questo è avvenuto nonostante le mie pec insistenti. Va bene la dilazione pagamenti della concessione, ma abbiamo chiesto anche interventi da parte del Comune che invece non ha fatto niente».

La più agguerrita tra i consiglieri di minoranza è stata Sara Paladini che durante l’amministrazione Ballarè aveva ricoperto l’incarico di assessore al Commercio: «Non c’è volontà da parte della giunta di trovare a una soluzione a una struttura che è un’azienda e che dà sostentamento a cento famiglie. Se si va avanti così, il mercato coperto farà la fine del mercato ortofrutticolo all’ingrosso: chiuso perché non più sostenibile dal Comune. State perdendo un’opportunità. Facciamo in fretta una progettualità riflettendo con le condizioni attuali, è una battaglia della città, un’assunzione di responsabilità collettiva».

«Serve un rilancio, se continuate così sarà l’ennesimo edificio vuoto di Novara – ha aggiunto il capogruppo dei 5 Stelle, Mario Iacopino -. Bisogna imparare da città virtuose che hanno rilanciato i mercati rionali».

L’assessore Chiarelli, supportata dalla collega al Bilancio Silvana Moscatelli, ha dichiarato: «Dal 2020, anno della pandemia, abbiamo stabilito le riduzioni sui canoni. Per quanto riguarda le pulizie delle parti comuni, la ditta scelta dagli operatori ha cessato l’attività, i singoli mercatali hanno detto che non se ne sarebbero occupati dunque il Comune ha deciso di dare l’incarico a un’altra ditta. È nostra intenzione procedere con la pubblicazione del bando per l’assegnazione dei banchi e favorire nuovi ingressi».

Ha concluso il consigliere della Lega, Arduino Pasquini, rivolgendosi agli operatori: «Il rilancio delle vostre attività parte innanzitutto da voi, avete mai pensato di avere un direttore unico?».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Il Comune può fare quello che vuole, gli operatori devono sempre subire», «Ho pagato un canone maggiore nel 2020 che sono stato costretto a restare chiuso piuttosto che nel 2021», «Si parla di rilancio, in sette anni non avete fatto niente», «Vogliamo lavorare e serve l’aria condizionata, in estate con 38 gradi ho buttato via chili di pesce». Gli appelli dei mercatali, gli ennesimi, sono arrivati ieri, 29 marzo, in commissione consiliare chiesta dal gruppo del Pd per parlare della situazione del mercato coperto di viale Dante dopo che due settimane fa, durante la seduta di consiglio, gli stessi operatori si erano presentati a Palazzo Cabrino per una protesta silenziosa a causa dell'accumulo di bollette arretrate.

Anche nell’incontro di ieri sono emersi nuovamente gli annosi problemi - tra maggioranza e minoranza, ma anche e soprattutto tra gli stessi operatori - che affliggono la struttura e che rischiano di renderla sempre meno appetibile dal punto di vista commerciale. Difficoltà riassunte in una lunga lettera che Paolo Bamberga, operatore dei generi vari, ha inviato al Comune.

«Prima della ristrutturazione del 2015 noi pagavamo un canone di 45 euro a metro quadro e gli alimentari 175; dopo la tariffa è stata uniformata a 138 euro più iva e senza avere servizi – ha dichiarato Giorgio Ingold, altro operatore dei generi vari -. Il Comune non controlla gli orari di apertura dei banchi, le pulizie dei bagni sono inesistenti: sembra di stare in Bangladesh; mando email e ricevo risposte dopo quattro mesi. Noi dobbiamo pagare e pagheremo, ma chiederemo i danni di questi sette anni in cui il Comune non c’è mai stato. Noi abbiamo solo obblighi».

«Si parla del rilancio, ma le campate vecchie sono sempre le stesse, sporche e mai usufruite. Abbiamo parlato tanto ma in sette anni non si è arrivati a nulla» ha sottolineato Mauro Zaffaroni del comitato funzionamento del settore alimentare.

«Vogliamo solo lavorare, ma non possiamo farlo con 38 gradi d’estate: l’anno scorso ho buttato via chili di pesce – ha detto Manuela Travaglia, operatrice del settore alimentare -. L’impresa di pulizie va gestita dal Comune perché noi non siamo in grado». E ha aggiunto: «Dov’è il rilancio di cui si parla da tempo? Abbiamo chiesto le panchine e la fermata del bus per gli anziani. I 18 mila euro che avete speso per la pubblicità non sono serviti a niente perché la Nova Eventi, che ha vinto l’appalto, non si vede mai: con l’arrivo della primavera dovevano essere appese le farfalle: la primavera è arrivata, ma le farfalle non ci sono».

All’incontro ha partecipato anche l’avvocato Marina Ughetta in rappresentanza di diciannove operatori del settore alimentare e ortofrutticolo e che non ha risparmiato critiche nei confronti del vicesindaco e assessore al Commercio, Marina Chiarelli: «Il regolamento 2015 parla di spese e ripartizioni, ma anche di disposizioni che il Comune si dimentica di applicare spostando il problema sugli operatori. Più volte ho chiesto un confronto con il Comune su alcuni temi e non ho mai ricevuto risposta. L’ultimo incontro che abbiamo avuto si è svolto all’inizio di febbraio; il 1 marzo avreste dovuto inviarci un progetto, ma nulla di tutto questo è avvenuto nonostante le mie pec insistenti. Va bene la dilazione pagamenti della concessione, ma abbiamo chiesto anche interventi da parte del Comune che invece non ha fatto niente».

La più agguerrita tra i consiglieri di minoranza è stata Sara Paladini che durante l’amministrazione Ballarè aveva ricoperto l’incarico di assessore al Commercio: «Non c’è volontà da parte della giunta di trovare a una soluzione a una struttura che è un’azienda e che dà sostentamento a cento famiglie. Se si va avanti così, il mercato coperto farà la fine del mercato ortofrutticolo all’ingrosso: chiuso perché non più sostenibile dal Comune. State perdendo un’opportunità. Facciamo in fretta una progettualità riflettendo con le condizioni attuali, è una battaglia della città, un’assunzione di responsabilità collettiva».

«Serve un rilancio, se continuate così sarà l’ennesimo edificio vuoto di Novara – ha aggiunto il capogruppo dei 5 Stelle, Mario Iacopino -. Bisogna imparare da città virtuose che hanno rilanciato i mercati rionali».

L’assessore Chiarelli, supportata dalla collega al Bilancio Silvana Moscatelli, ha dichiarato: «Dal 2020, anno della pandemia, abbiamo stabilito le riduzioni sui canoni. Per quanto riguarda le pulizie delle parti comuni, la ditta scelta dagli operatori ha cessato l’attività, i singoli mercatali hanno detto che non se ne sarebbero occupati dunque il Comune ha deciso di dare l’incarico a un’altra ditta. È nostra intenzione procedere con la pubblicazione del bando per l’assegnazione dei banchi e favorire nuovi ingressi».

Ha concluso il consigliere della Lega, Arduino Pasquini, rivolgendosi agli operatori: «Il rilancio delle vostre attività parte innanzitutto da voi, avete mai pensato di avere un direttore unico?».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore