Li avevano sorpresi a bivaccare in un capanno artigianale piazzato nei boschi del Cusio, probabilmente in attesa di clienti per la droga. Quando erano arrivati i carabinieri, i due avevano cercato di scappare e opporsi all’identificazione, scagliandosi contro i militari anche con oggetti contundenti. Processati per direttissima per l’arresto eseguito a dicembre a Gozzano, in località lago delle Ninfee, zona di presidio per pusher impegnati nello spaccio sulle colline novarese, due giovani marocchini di 22 e 29 anni, senza fissa dimora, hanno patteggiato 4 mesi e 10 giorni di reclusione, uno, e 9 mesi di reclusione l’altro, con rito abbreviato. Sono sottoposti alla misura dell’obbligo di firma, con nullaosta all’espulsione per il secondo.
L’area di spaccio è stata scoperta dai carabinieri del Radiomobile di Arona coi colleghi delle stazioni di Gozzano e Alzo di Pella. All’interno della struttura in legno, coperta da teli, non era stata trovata droga ma gli occupanti, i due giovani, alla vista dei carabinieri avevano provato a fuggire. Dopo un breve inseguimento erano stati bloccati e arrestati per resistenza a pubblico ufficiale, e denunciati per porto ingiustificato di oggetti atti a offendere e spaccio di stupefacenti. Nella loro disponibilità erano stati trovati un coltello con lunga lama, una roncola e diversi bastoni appuntiti. E anche numerosi indizi su quale tipo di attività svolgessero nei boschi: i militari avevano infatti recuperato tre cellulari, presumibilmente utilizzati per gestire i contatti con gli acquirenti, sacchetti utilizzati per il confezionamento dello stupefacente, e una modesta somma di denaro suddivisa in banconote di vario taglio, ritenuta provento dell’attività illecita di spaccio.