Il tema in discussione nell’ultimo – in ordine di tempo (ma è già stato annunciato un altro il prossimo 3 giugno) – “seminario online” promosso nel tardo pomeriggio di martedì da “Appello ambiente”, organismo che raggruppa ventidue associazioni ambientaliste di Novara, riguardava “Le aree pedonali della città”. Il relatore, l’architetto urbanista Giovanni Gramegna, ha però spaziato su una serie di altre tematiche. Partendo, ha ricordato il moderatore Fabio Tomei, dalla crisi attraversata dagli esercizi commerciali del centro cittadino (notizia rilanciata un paio di mesi fa da Confcommercio), «abbiamo avanzato una serie di proposte, inclusa la realizzazione di un’isola pedonale, perché riteniamo sia lo strumento per cercare di risolvere la crisi dei negozi del centro, che poi è la crisi del centro della città».
In realtà Gramegna ha scelto di affrontare il tema della pedonalizzazione «all’interno di un progetto più complessivo e che riguarda l’intero territorio comunale». Basi di partenza il cambiamento climatico e l’Agenda 2030, i cui obiettivi ambientali dovrebbero essere al centro della discussione generale. Primo obiettivo «fermare il consumo di suolo, tema che il nuovo Piano regolatore dovrà affrontare, poi c’é l’argomento della riorganizzazione delle nostre città per ridurre i fabbisogni di mobilità disincentivando l’uso dell’auto, riducendone la velocità e conseguenza consumi ed emissioni a vantaggio del trasporto pubblico o di altre forme di modalità». Altra proposta «attivare le aree di parcheggio interscambio per evitare l’ingresso del traffico “parassitario”». Venendo alla realtà del centro storico, «il programma dell’attuale amministrazione prevede l’estensione della Ztl al 70% del centro storico entro pochi anni, per chiuderlo totalmente nel 2030». E fra le proposte in campo la «pedonalizzazione di piazza Martiri, subordinata alla realizzazione del parcheggio della Curia lo vedo semplicemente come un modo per non affrontare il problema». Quale scelta allora? «Una pedonalizzazione completa del centro storico, soluzione che a lungo termine potrebbe rivelarsi popolare», perché la gente sarebbe più “tranquillizzata” nello shopping; ma nel frattempo – a titolo sperimentale – immaginare «una completa chiusura di piazza Martiri a vantaggio di un ampliamento dei dehor», con bocciatura anche del previsto parcheggio sotterraneo, o al limite renderlo fruibile dai residenti che oggi utilizzano i cosiddetti “stalli gialli”, tenendo in considerazione «che mi sembra una scelta irrazionale quella di continuare a consentire di ai residenti sprovvisti di box di parcheggiare gratuitamente». Poi una considerazione anche storica: «Sino al 1970 (quando raggiunse il tetto dei 100 mila abitanti, ndr) Novara è stata una città in espansione, poi è iniziato il declino. Se non lo fermiamo anche con interventi di rigenerazione urbana». E ancora: «Seguendo le linee del piano regionale della mobilità gli spostamenti con le auto dovranno ridursi del 50% e al tempo il trasporto pubblico incrementare dell’80. Come si fa a realizzare questo obiettivo se togliamo i parcheggi da piazza Martiri ma metterli da un’altra parte? Occorre ridurre la circolazione, arrivando a un “pareggio” nel bilancio fra emissioni e assorbimento di CO2». Venendo infine a un nuovo Piano regolatore per la città, «dovremmo pensare a una integrazione dei territori coinvolgendo le località limitrofe. Non posiamo più pensare a in Prg che termina ai confini comunali. Questa sarà la carta da giocare per rendere Novara capoluogo del “Quadrante”».