Green pass obbligatorio per bar e ristoranti? Confcommercio: «Un sacrificio che va condiviso da tutti»

Massimo Sartoretti, presidente di Fipe: «Ancora una volta si pensa di mettere la croce sulla spalle dei pubblici esercizi, penalizzando attività che hanno già pagato un prezzo altissimo alle misure di contrasto della pandemia»

Green pass obbligatorio anche in Italia? Dopo la decisione della Francia, si discute nel nostro Paese sul tema fra regioni e governo. Tra le proposte che stanno circolando in queste ore c’è quella di rendere indispensabile il lasciapassare fin da subito per accedere a bar e ristoranti al chiuso.

Un tema bollente sul quale la maggioranza in Parlamento si trova spaccata. Intanto arrivano le prime reazioni dalle associazioni di categoria. «Se le nuove dovessero diventare legge, 26 milioni di italiani potranno andare in vacanza, al supermercato, al lavoro, ma non entrare in un bar o un ristorante – afferma ottolinea Massimo Sartoretti, presidente di Fipe Confcommercio Alto Piemonte -. Siamo di fronte all’ennesimo paradosso: chiunque potrà cenare nei ristoranti degli alberghi e dei campeggi, mentre in tutti gli altri servirà il green pass Una discriminazione inaccettabile perché anche le nostre sono imprese turistiche che vivono di mercato. Ancora una volta si pensa di mettere la croce sulla spalle dei pubblici esercizi, penalizzando attività che hanno già pagato un prezzo altissimo alle misure di contrasto della pandemia. Se davvero si ritiene che la campagna vaccinale abbia bisogno di un’ulteriore spinta, si estenda l’obbligatorietà della vaccinazione, doppia o singola dose, per accedere ad ogni tipo di servizio. Perché se serve l’ennesimo sacrificio, questo va condiviso da tutti».

«Fipe è da sempre a favore dei vaccini – prosegue Sartoretti – ma facciamo fatica a credere che in Italia ci siano 17 milioni di no vax. Più semplicemente la campagna vaccinale prosegue secondo dei tempi tecnici che dipendono dai protocolli sanitari e dalla logistica mentre almeno oggi il problema della disponibilità dei vaccini sembra superato. I non vaccinati non sono dunque no vax, ma per lo più giovani che hanno già chiaramente espresso la volontà di vaccinarsi e sono in attesa di farlo. Siamo davanti a una doppia discriminazione: quella delle persone non ancora vaccinate a cui sarebbe impedito l’accesso a bar e ristoranti e quella nei riguardi dei pubblici esercizi perché sarebbero tra le poche attività nelle quali si potrà entrare solo con il green pass».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Massimo Sartoretti, presidente di Fipe: «Ancora una volta si pensa di mettere la croce sulla spalle dei pubblici esercizi, penalizzando attività che hanno già pagato un prezzo altissimo alle misure di contrasto della pandemia»

Green pass obbligatorio anche in Italia? Dopo la decisione della Francia, si discute nel nostro Paese sul tema fra regioni e governo. Tra le proposte che stanno circolando in queste ore c'è quella di rendere indispensabile il lasciapassare fin da subito per accedere a bar e ristoranti al chiuso.

Un tema bollente sul quale la maggioranza in Parlamento si trova spaccata. Intanto arrivano le prime reazioni dalle associazioni di categoria. «Se le nuove dovessero diventare legge, 26 milioni di italiani potranno andare in vacanza, al supermercato, al lavoro, ma non entrare in un bar o un ristorante - afferma ottolinea Massimo Sartoretti, presidente di Fipe Confcommercio Alto Piemonte -. Siamo di fronte all’ennesimo paradosso: chiunque potrà cenare nei ristoranti degli alberghi e dei campeggi, mentre in tutti gli altri servirà il green pass Una discriminazione inaccettabile perché anche le nostre sono imprese turistiche che vivono di mercato. Ancora una volta si pensa di mettere la croce sulla spalle dei pubblici esercizi, penalizzando attività che hanno già pagato un prezzo altissimo alle misure di contrasto della pandemia. Se davvero si ritiene che la campagna vaccinale abbia bisogno di un’ulteriore spinta, si estenda l’obbligatorietà della vaccinazione, doppia o singola dose, per accedere ad ogni tipo di servizio. Perché se serve l’ennesimo sacrificio, questo va condiviso da tutti».

«Fipe è da sempre a favore dei vaccini - prosegue Sartoretti - ma facciamo fatica a credere che in Italia ci siano 17 milioni di no vax. Più semplicemente la campagna vaccinale prosegue secondo dei tempi tecnici che dipendono dai protocolli sanitari e dalla logistica mentre almeno oggi il problema della disponibilità dei vaccini sembra superato. I non vaccinati non sono dunque no vax, ma per lo più giovani che hanno già chiaramente espresso la volontà di vaccinarsi e sono in attesa di farlo. Siamo davanti a una doppia discriminazione: quella delle persone non ancora vaccinate a cui sarebbe impedito l’accesso a bar e ristoranti e quella nei riguardi dei pubblici esercizi perché sarebbero tra le poche attività nelle quali si potrà entrare solo con il green pass».

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