Grignasco, finti incidenti organizzati da banda di “spaccaossa”: uno dei capi condannato a 7 anni

Vittime vere e disposte a farsi rompere braccia e gambe così da incassare risarcimenti milionari, truffando le compagnie di assicurazioni

Finti incidenti, con vittime vere e disposte a farsi rompere braccia e gambe così da incassare risarcimenti milionari, truffando le compagnie di assicurazioni. Erano gestiti da una banda di “spaccaossa” migrata da Palermo in diverse province del Nord Italia e anche nel Novarese, sgominata nel 2022 dai poliziotti del commissariato Brancaccio.

Uno di questi incidenti era stato inscenato a Grignasco, e proprio in paese era stato stanato e arrestato, a casa di un parente, uno dei promotori del gruppo di truffatori. L’uomo, M.C., 60 anni, ritenuto uno dei promotori della banda che aveva ospitalità e sopporto logistico proprio a Grignasco, è stato condannato dalla Corte d’Appello di Palermo a 7 anni e 4 mesi di reclusione, uno in meno rispetto al primo grado. Condannati, fra i numerosi imputati, anche gli altri due capi, V.M. (8 anni e 3 mesi) e G.Z. (8 anni).

Si tratta di indagini risalente nel tempo, partite nell’aprile 2020 quando un uomo aveva cercato di aprire un conto corrente all’ufficio postale di Acqua dei Corsari, località marinara del Palermitano, con una carta d’identità falsa. Poi due vittime avevano raccontato dei rispettivi finti incidenti, contribuendo così alla ricostruzione del giro illecito.

Molti degli incidenti – almeno tredici – al centro dell’inchiesta erano stati inscenati utilizzando delle biciclette. Così era avvenuto anche a Grignasco il 29 novembre 2018 con un copione più che collaudato: strada secondaria lontana da occhi indiscreti, bicicletta danneggiata a terra, ciclista ferito che diceva di essere stato investito, testimone oculare, autista che ammetteva la propria responsabilità. L’assicurazione, il 14 aprile 2020, aveva già provveduto a indennizzare la vittima con 250 mila euro. Altri sinistri stradali erano in fase di progettazione anche al momento degli arresti di tre anni fa.

Gli organizzatori della banda – il modus operandi della truffa ha diversi precedenti al Sud – avevano cercato di allontanare i sospetti simulando gli incidenti lontano da Palermo. Il gruppo pensava alla gestione delle pratiche e soprattutto al reclutamento di disperati che si facevano fratturare braccia o gambe in cambio di pochi euro: gli «attori» erano convocati in un magazzino, veniva messo loro del ghiaccio sull’arto, per addormentarlo, poi torturati con forti colpi, in qualche occasione con dei mattoni; infine venivano portati sul luogo dell’incidente con l’avvertimento: «Quando arriva la polizia devi dire che ti hanno investito».

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Grignasco, finti incidenti organizzati da banda di “spaccaossa”: uno dei capi condannato a 7 anni

Vittime vere e disposte a farsi rompere braccia e gambe così da incassare risarcimenti milionari, truffando le compagnie di assicurazioni

Finti incidenti, con vittime vere e disposte a farsi rompere braccia e gambe così da incassare risarcimenti milionari, truffando le compagnie di assicurazioni. Erano gestiti da una banda di “spaccaossa” migrata da Palermo in diverse province del Nord Italia e anche nel Novarese, sgominata nel 2022 dai poliziotti del commissariato Brancaccio.

Uno di questi incidenti era stato inscenato a Grignasco, e proprio in paese era stato stanato e arrestato, a casa di un parente, uno dei promotori del gruppo di truffatori. L’uomo, M.C., 60 anni, ritenuto uno dei promotori della banda che aveva ospitalità e sopporto logistico proprio a Grignasco, è stato condannato dalla Corte d’Appello di Palermo a 7 anni e 4 mesi di reclusione, uno in meno rispetto al primo grado. Condannati, fra i numerosi imputati, anche gli altri due capi, V.M. (8 anni e 3 mesi) e G.Z. (8 anni).

Si tratta di indagini risalente nel tempo, partite nell’aprile 2020 quando un uomo aveva cercato di aprire un conto corrente all’ufficio postale di Acqua dei Corsari, località marinara del Palermitano, con una carta d’identità falsa. Poi due vittime avevano raccontato dei rispettivi finti incidenti, contribuendo così alla ricostruzione del giro illecito.

Molti degli incidenti – almeno tredici – al centro dell’inchiesta erano stati inscenati utilizzando delle biciclette. Così era avvenuto anche a Grignasco il 29 novembre 2018 con un copione più che collaudato: strada secondaria lontana da occhi indiscreti, bicicletta danneggiata a terra, ciclista ferito che diceva di essere stato investito, testimone oculare, autista che ammetteva la propria responsabilità. L’assicurazione, il 14 aprile 2020, aveva già provveduto a indennizzare la vittima con 250 mila euro. Altri sinistri stradali erano in fase di progettazione anche al momento degli arresti di tre anni fa.

Gli organizzatori della banda – il modus operandi della truffa ha diversi precedenti al Sud – avevano cercato di allontanare i sospetti simulando gli incidenti lontano da Palermo. Il gruppo pensava alla gestione delle pratiche e soprattutto al reclutamento di disperati che si facevano fratturare braccia o gambe in cambio di pochi euro: gli «attori» erano convocati in un magazzino, veniva messo loro del ghiaccio sull’arto, per addormentarlo, poi torturati con forti colpi, in qualche occasione con dei mattoni; infine venivano portati sul luogo dell’incidente con l’avvertimento: «Quando arriva la polizia devi dire che ti hanno investito».

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