Gruppo Pd: «Privatizzazione De Pagave? La colpa è del sindaco»

I consiglieri comunali del Partito Democratico intervengono dopo le dichiarazioni rilasciate a La Voce dal commissione strarodinario dell'istitito per anziani

Gruppo Pd: «Privatizzazione De Pagave? La colpa è del sindaco». I consiglieri comunali del Partito Democratico intervengono dopo le dichiarazioni rilasciate a La Voce dal commissione strarodinario dell’istitito per anziani. «Con la gestione privata l’istituto sarà salvo – aveva detto l’avvocato Remigio Belcredi nell’intervista del 10 gennaio -. C’è stata un’istruttoria e ho ricevuto un parere favorevole nei confronti della proposta che punta al recupero della sola Rsa. Progetto che permterrà di coprire i buchi di bilancio e riassorbire l’intero personale. Gara d’appalto nel mese di marzo» (leggi qui l’articolo completo)

«Quello che temevamo e non volevamo, purtroppo, sta prendendo forma – dichiarano i consiglieri -. Senza dubbio, tutte le RSA hanno sofferto gli effetti nefasti del Covid, ma non è questa la ragione per cui il De Pagave sarà privatizzato. Ci sono precise responsabilità del Sindaco, che ha tergiversato mentre la situazione precipitava: per mesi l’Istituto non ha avuto un vertice sanitario ed amministrativo. Chi doveva provvedervi, il Consiglio di Amministrazione, non era stato nominato proprio da Canelli».

Secondo il gruppo di oppsizione sono tre i nodi ancora da sciogliere: «Il bando per individuare il soggetto privato che gestirà la struttura deve prevedere non solo la salvaguardia dei livelli occupazionali, ma anche dei quelli salariali. Vogliamo che i conti del De Pagave non vengano fatti quadrare sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, con una progresiva precarizzazione e svalutazione del lavoro. Non sarà sufficiente utilizzare l’argomento della crisi pandemica: la pandemia non ha fatto che presentarci il conto della totale assenza di prospettiva sulle politiche per la non autosufficienza e per la cura delle persone anziane nella città di Novara. È questo il vero nodo, eluso per troppo tempo dall’amministrazione comunale: non esiste la volontà, o la capacità, di ripensare queste politiche nell’ottica della prossimità e della progressiva de-istituzionalizzazione. La retorica del “non ci sono alternative” si traduce nell’appaltare al privato non solo la gestione, ma anche la progettazione stessa del futuro dell’Istituto»-

Infine una considerazione sull’ala storica dell’istituto: «Una parte dell’edificio in cui opera il De Pagave ha uno straordinario valore storico-architettonico, poco noto all’opinione pubblica – aggiungono i consiglieri -. L’Amministrazione comunale, negli anni scorsi, ha speso ingenti risorse per realizzare una trentina di alloggi per anziani autosufficienti, che sono rimasti sempre vuoti e inutilizzati. Un ulteriore esempio dell’inefficienza di Canelli e della sua Giunta. Rimane un’altra parte storica dell’edificio meritevole di riqualificazione, ma ad oggi fatiscente e tristemente invasa dalla vegetazione».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Quello che temevamo e non volevamo, purtroppo, sta prendendo forma - dichiarano i consiglieri -. Senza dubbio, tutte le RSA hanno sofferto gli effetti nefasti del Covid, ma non è questa la ragione per cui il De Pagave sarà privatizzato. Ci sono precise responsabilità del Sindaco, che ha tergiversato mentre la situazione precipitava: per mesi l’Istituto non ha avuto un vertice sanitario ed amministrativo. Chi doveva provvedervi, il Consiglio di Amministrazione, non era stato nominato proprio da Canelli».

Secondo il gruppo di oppsizione sono tre i nodi ancora da sciogliere: «Il bando per individuare il soggetto privato che gestirà la struttura deve prevedere non solo la salvaguardia dei livelli occupazionali, ma anche dei quelli salariali. Vogliamo che i conti del De Pagave non vengano fatti quadrare sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori, con una progresiva precarizzazione e svalutazione del lavoro. Non sarà sufficiente utilizzare l'argomento della crisi pandemica: la pandemia non ha fatto che presentarci il conto della totale assenza di prospettiva sulle politiche per la non autosufficienza e per la cura delle persone anziane nella città di Novara. È questo il vero nodo, eluso per troppo tempo dall'amministrazione comunale: non esiste la volontà, o la capacità, di ripensare queste politiche nell'ottica della prossimità e della progressiva de-istituzionalizzazione. La retorica del "non ci sono alternative" si traduce nell'appaltare al privato non solo la gestione, ma anche la progettazione stessa del futuro dell'Istituto»-

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