Guardia di Finanza: smascherato funzionario pubblico che intascava denaro illecitamente

Il funzionario pubblico ha procurato un danno erariale pari a € 273.500

La Guardia di Finanza di Borgomanero, coordinata dalla Procura della Repubblica di Verbania, ha svolto un’indagine nel settore della spesa pubblica, con particolare riferimento alla condotta di peculato tenuta da un funzionario di un Ente locale del territorio.

Dagli approfondimenti svolti emergevano numerose discrasie tra quanto esposto nella documentazione ufficiale del prefato Ente rispetto alle somme effettivamente riscosse per la gestione dei servizi pubblici. Nello specifico è emerso come il dipendente avesse riscosso per anni in contanti gli importi delle sanzioni amministrative elevate, per un ammontare pari ad € 68.000. Scoperta la sua condotta illecita, l’indagato simulava un furto, asserendo di aver conservato il denaro in una valigetta, tuttavia senza che quel denaro fosse mai stato dichiarato nei rendiconti annuali.

Il funzionario pubblico è stato segnalato alla Corte dei Conti per aver procurato un danno erariale, complessivo, per un ammontare pari ad € 273.500. Collateralmente è stato avviato un controllo fiscale nei confronti del dipendente pubblico, poiché i proventi derivanti da reato avevano consentito allo stesso di incrementare il proprio patrimonio. Tali importi sono stati qualificati come “proventi illeciti” ex art. 14 della Legge 537/1993, procedendo alla relativa constatazione per il recupero a tassazione quali redditi diversi ex art. 67 del T.U.I.R.

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Il funzionario pubblico ha procurato un danno erariale pari a € 273.500

La Guardia di Finanza di Borgomanero, coordinata dalla Procura della Repubblica di Verbania, ha svolto un’indagine nel settore della spesa pubblica, con particolare riferimento alla condotta di peculato tenuta da un funzionario di un Ente locale del territorio.

Dagli approfondimenti svolti emergevano numerose discrasie tra quanto esposto nella documentazione ufficiale del prefato Ente rispetto alle somme effettivamente riscosse per la gestione dei servizi pubblici. Nello specifico è emerso come il dipendente avesse riscosso per anni in contanti gli importi delle sanzioni amministrative elevate, per un ammontare pari ad € 68.000. Scoperta la sua condotta illecita, l’indagato simulava un furto, asserendo di aver conservato il denaro in una valigetta, tuttavia senza che quel denaro fosse mai stato dichiarato nei rendiconti annuali.

Il funzionario pubblico è stato segnalato alla Corte dei Conti per aver procurato un danno erariale, complessivo, per un ammontare pari ad € 273.500. Collateralmente è stato avviato un controllo fiscale nei confronti del dipendente pubblico, poiché i proventi derivanti da reato avevano consentito allo stesso di incrementare il proprio patrimonio. Tali importi sono stati qualificati come “proventi illeciti” ex art. 14 della Legge 537/1993, procedendo alla relativa constatazione per il recupero a tassazione quali redditi diversi ex art. 67 del T.U.I.R.

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