«Ho visto una persona morire sotto un camion. Tutto questo per meno di 1000 euro al mese»

I colleghi di Adil Belakhdim, il coordinatore sindacale Si Cobas ucciso ieri travolto da un camion durante la protesta, oggi e domani sono in sciopero davanti ai magazzini Lidl di Biandrate

Sono lì dalle 6 di questa mattina in una staffetta che durerà fino a mezzanotte. E poi ancora domani per onorare la memoria del loro compagno di lavoro, Adil Belakhdim, il coordinatore sindacale Si Cobas ucciso ieri da un camion frigo che lo ha travolto durante la protesta indetta dal sindacato davanti ai cancelli dei magazzini Lidl di Biandrate.

L’autista che l’ha investito è stato arrestato dopo essersi costituito al telefono: Alessio Spaziano, 24 anni, è stato interrogato in caserma dai carabinieri che stanno indagando sulla vicenda insieme alla polizia, coordinati dalla procura, ed è stato rinchiuso in carcere con l’accusa di omicidio stradale, uga e resistenza a pubblico ufficiale in attesa dell’udienza di convalida che si terrà nei prossimi giorni.

I lavoratori che oggi presidiano il pazziale, sono gli stessi che ieri urlavano al camion di fermarsi. «Abbiamo cercato di bloccarlo in tutti i modi – racconta uno di loro – perché lui voleva passare a tutti i costi in mezzo alle persone. Ci hanno provato anche gli agenti della polizia facendo vedere il tesserino di riconoscimento, ma chi guidava non ha dato retta a nessuno e ha svoltato a destra investendo tre persone. E quando tutti gridavano di fermarsi, l’autista accelerava di più. Il ragazzo ucciso non lo conoscevo bene, l’ho visto solo qualche volta, ma è stato terribile vederlo travolgere in quel modo».

«Questo episodio non ha niente a che vedere con il settore della logistica – continua – siamo qui per il miglioramento delle nostre condizioni lavorative: siamo tutti part time, ma facciamo più ore, arriviamo anche a 40 settimanali. Quasi 1000 euro al mese, ma c’è anche chi prende meno; ci sono anche problemi con le buste paga. I sindacati hanno fatto richieste, ma all’azienda non interessa».

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Protesta Lidl Biandrate, Cgil: «Azienda barricata dietro un “no” continuo. Vogliamo giuste condizioni di lavoro»


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Ho visto una persona morire sotto un camion. Tutto questo per meno di 1000 euro al mese»

I colleghi di Adil Belakhdim, il coordinatore sindacale Si Cobas ucciso ieri travolto da un camion durante la protesta, oggi e domani sono in sciopero davanti ai magazzini Lidl di Biandrate

Sono lì dalle 6 di questa mattina in una staffetta che durerà fino a mezzanotte. E poi ancora domani per onorare la memoria del loro compagno di lavoro, Adil Belakhdim, il coordinatore sindacale Si Cobas ucciso ieri da un camion frigo che lo ha travolto durante la protesta indetta dal sindacato davanti ai cancelli dei magazzini Lidl di Biandrate.

L’autista che l’ha investito è stato arrestato dopo essersi costituito al telefono: Alessio Spaziano, 24 anni, è stato interrogato in caserma dai carabinieri che stanno indagando sulla vicenda insieme alla polizia, coordinati dalla procura, ed è stato rinchiuso in carcere con l'accusa di omicidio stradale, uga e resistenza a pubblico ufficiale in attesa dell’udienza di convalida che si terrà nei prossimi giorni.

I lavoratori che oggi presidiano il pazziale, sono gli stessi che ieri urlavano al camion di fermarsi. «Abbiamo cercato di bloccarlo in tutti i modi – racconta uno di loro – perché lui voleva passare a tutti i costi in mezzo alle persone. Ci hanno provato anche gli agenti della polizia facendo vedere il tesserino di riconoscimento, ma chi guidava non ha dato retta a nessuno e ha svoltato a destra investendo tre persone. E quando tutti gridavano di fermarsi, l’autista accelerava di più. Il ragazzo ucciso non lo conoscevo bene, l’ho visto solo qualche volta, ma è stato terribile vederlo travolgere in quel modo».

«Questo episodio non ha niente a che vedere con il settore della logistica - continua - siamo qui per il miglioramento delle nostre condizioni lavorative: siamo tutti part time, ma facciamo più ore, arriviamo anche a 40 settimanali. Quasi 1000 euro al mese, ma c’è anche chi prende meno; ci sono anche problemi con le buste paga. I sindacati hanno fatto richieste, ma all’azienda non interessa».

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