«Siamo i genitori degli studenti delle scuole superiori della provincia di Novara. A causa della nota pandemia, ai nostri figli, da troppo tempo e senza concrete giustificazioni per il ritardo, é stato negato il diritto allo studio e alla crescita personale. Dopo l’emergenza della primavera scorsa in cui la Dad era parso l’unico strumento efficace attuabile, ad un anno di distanza dobbiamo denunciarne i limiti e sottolineare l’incapacità delle persone che ci governano di
individuare valide soluzioni alternative. Per la crescita degli studenti è indispensabile il rapporto diretto con gli insegnanti e con i compagni. I ragazzi sono il nostro futuro e noi li stiamo ostacolando. Il Covid sta facendo più danni indiretti che diretti ai nostri figli».
Una lettera indirizzata al governatore Alberto Cirio da parte del presidente e degli altri tre rappresentnati del consiglio di istituto del liceo classico linguistico Carlo Alberto: «Non è un’iniziativa che fa capo alla scuola – spiega Enrico Faragona – ma noi genitori abbiamo voluto dimostrare il nostro dissenso contro una decisione che, a nostro avviso, sacrifica il diritto allo studio solo dei nostri ragazzi a fronte della contemporanea riapertura delle scuole elementari e medie nonché della attività economiche, come se la colpa della diffusione del virus dovesse ricadere unicamente sugli studenti delle superiori e ciò anche a fronte delle annunciate riaperture in Regioni con un tasso di diffusione del virus superiore a quello piemontese. Ogni genitore di qualunque scuola della provincia di Novara è libero di aderire inviando la lettera oppure di pensare diversamente sostenendo la Dad: rispettiamo il pensiero di ognuno».
La lettera si conclude con la richiesta che i ragazzi tornino a scuola in presenza da lunedì 11 gennaio «quantomeno al 50%, come avviene in altre regioni. Suggeriamo di continuare a rispettare e a far rispettare nelle scuole le norme igienico sanitarie anti Covid e di implemetare le corse dei mezzi di trasporto utilizzando anche quelli delle aziende private; di dare priorità nelle vaccinazioni al personale scolastico e dei trasporti; di aumentare il numero dei tamponi rapidi nelle scuole».