Se in Piemonte «zona rossa deve essere, che lo sia da subito». Non lascia alcun dubbio la nota diffusa oggi dall’associazione dei medici ospedalieri Anaao Assomed Piemonte, la cui Segreteria spiega: «E’ necessario non sprecare la dolorosa esperienza fatta nelle due precedenti ondate pandemiche: posticipare le restrizioni permette al contagio di diffondersi in misura tale che poi la ripresa, sia essa economica, delle scuole, dell’attività ordinaria delle strutture ospedaliere, della vita sociale, sarà più complessa e tardiva».
Dello stesso parere anche l’Ordine dei Medici di Torino che chiede al Governo regionale di intervenire e «istituire subito la zona rossa nella regione», senza aspettare venerdì le decisioni del Ministero della Salute. «La situazione epidemiologica attuale in Piemonte vede un costante aumento, giorno dopo giorno, dei contagi e dei ricoveri per Covid-19, con il concreto rischio di saturazione dei reparti ospedalieri» si legge in una nota. L’Ordine torinese prevede un ulteriore aggravarsi della situazione la settimana prossima, per cui «aspettare ancora altri giorni prima di procedere con nuove misure, che in ogni caso dovranno essere adottate non ha alcuna logica né dal punto di vista sanitario, né dal punto di vista economico e sociale».
RICOVERI, RT E INFETTI IN PIEMONTE E NOVARESE
I dati dicono che ieri 9 marzo in Piemonte, con 2.018 nuovi positivi, l’incidenza (cioè il numero di nuovi contagi settimanali per 100mila abitanti, valore che sopra 250 consente al Governatore della regione di intervenire con provvedimenti di chiusure a cominciare da tutte le scuole) è salito a 291. Negli ospedali i ricoverati non gravi sono saliti a 2.432 con un tasso di occupazione del 41,8% e le terapie intensive a 228 (36,3% di letti occupati), con entrambi i valori sopra le soglie considerate critiche dal Ministero per l’occupazione di posti letto Covid (rispettivamente 40% e 30%). Una elaborazione di Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) dell’8 marzo indica il Piemonte a un tasso di contagiosità Rt attorno a 1,4 con la prospettiva di passare dagli attuali 23.782 attualmente infetti a circa 30mila in una settimana.
Nei due ospedali del Novarese da oggi è tornato attivo un nuovo reparto Covid al Maggiore nel capoluogo e, con Borgomanero, i ricoveri non critici sono in totale saliti a 107 più 2o pazienti in terapia intensiva; sul territorio 1.481 persone positive. La stessa stima dell’Agenas (vedi grafico) indica anche per la nostra provincia un Rt attorno a 1,4 e la prospettiva di superare abbondantemente i 2mila infetti nell’arco di pochi giorni.
LE RICHIESTE DEI MEDICI OSPEDALIERI
Anche sulla base di questi dati l’Anaao afferma: «L’andamento del contagio e la pressione sugli ospedali, ci classificano come zona rossa. Posticiparla causerà, oltre a maggiori danni all’economia e ad una esponenziale diffusione del contagio, soprattutto un maggiore numero di decessi. Che sono persone, non numeri. Con un nome, degli affetti, una loro storia».
«Chiediamo che la Regione faccia scelte coraggiose e dolorose – prosegue l’associazione dei medici e dirigenti ospedalieri – per tutelare i propri cittadini, e le faccia al più presto. Senza aspettare decisioni centrali, perché al tempo perso corrispondono vite perse e attività produttive in maggiore affanno».
E conclude: « Dunque chiediamo che, se zona rossa deve essere, come i numeri ci dicono, lo sia da subito. Intanto, che si proceda il più celermente possibile con la vaccinazione a tappeto della popolazione».