I numeri delle terapie intensive in Piemonte non tornano. A esprimere i primi dubbi è stato Anaoo Assomed, principale sindacato dei medici ospedalieri, sospettando che la Regione abbia gonfiato i dati dei posti letto strutturali (sui quali viene calcolato il tasso di occupazione del 10% oltre il quale si entra in zona gialla) facendo rientare anche quelli funzionali o attivabili.
«Dei 299 posti letto strutturali, 99 sono già attivabili a breve e si sommano ai 327 strutturali già presenti in fase pre-Covid. Con risorse regionali invece sono stati attivati altri 160 posti funzionali. A questi si aggiungono altri 42 posti funzionali che in caso di estrema necessità sono potenzialmente attivabili nell’arco di un giorno, attraverso la conversione di altri reparti. In totale, sono quindi 628 i posti letto di terapia intensiva disponibilità in Piemonte per fronteggiare l’emergenza: numero che deriva dalla necessità di considerare lo scenario peggiore raggiunto nella prima ondata» ha dichiarato la Regione.
Le perplessità di Anaoo sono state riprese dal vicepresidente della commissione regionale Sanità Domenico Rossi il quale ha presentato un’interrogazione all’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi. «Se di posti strutturali si parla – afferma Rossi – allora il Piemonte dovrebbe indicarne 327 + 99 (99 su 299 sono i posti letto Arcuri che il Piemonte è riuscito a realizzare, in un anno…). Totale 426 e non 628. Gli altri posti che la Regione definisce “funzionali e attivabili”verrebbero sottratti alle sale operatorie (con relativo blocco degli interventi) e necessitano di un tempo superiore alle 24 ore, come dimostra quanto accaduto bella seconda ondata».
Quali sono, dunque, i numeri degli ospedali novaresi? Quanti posti letto aggiuntivi sono stati creati? Sono strutturati oppure devono essere ricavati da altri reparti? A fronte di un aumento di casi Covid, è stata prevista l’assunzione di personale? Al momento all’ospedale Maggiore la situazione è questa: le terapie intensive normali non Covid comprendono 16 posti in Rianimazione e 8 in Cardiochirurgia; sono poi a disposizione diverse terapie subintensive (ad esempio nel reparto di Neurochirurgia) e altre 7 nell’area ristrutturata dalla Fondazione De Agotini che possono diventare immediatamente intensive.
In caso di una nuova emergenza Covid, ci sono 2 terapie intensive immediatamente attivabili e in maniera modulare se ne possono ricavare altre fino ad arrivare all’attivazione anche del corridoio dell’attuale Rianimazione costantemente attrezzato. Da non dimenticare, infatti, che nel momento di massima epidemia, i posti in rianimazione per covid erano diventati 54 tra intensiva e subintensiva.
Un discorso a parte va fatto sul personale in quanto le assunzioni verrano messe in campo solo quando sarà necessario. «Il problema – dicono dal Maggiore – è la mancanza di personale specializzato, fenomeno che si sta verificando in tutta Italia. Nel frattempo è stata avviata la stabilizzazione di parte del personale a tempo determinato».
All’ospedale di Borgomanero, invece, i posti letto strutturali di terapia intensiva in Rianimazione sono 6. Dal mese di ottobre saranno attivi 6 ulteriori posti letto di terapia intensiva strutturali in attuazione del piano Arcuri, mentre ulteriori 4 posti (strutturali), di cui si è in attesa di autorizzazione per l’utilizzo del finanziamento, verranno realizzati nel corso del 2022. «Per quanto attiene il personale sanitario sono in corso le procedure di reclutamento che, per settembre, prevedono già l’ingresso di due anestesisti» dicono dal Santissima Trinità.