Sono cinquantadue i proprietari dei terreni di Pernate che hanno deciso di unirsi per presentare un ricorso al Tar contro i Comuni di Novara e Galliate e la Regione Piemonte. Al centro della controversia c’è la delibera del consiglio comunale di Galliate, approvata lo scorso 30 ottobre, che di fatto ha bloccato il progetto per del polo logistico da 800 mila metri quadrati.
Durante la commissione consiliare di ieri, 11 dicembre, a Novara, l’assessora all’Urbanistica Marzia Vicenzi aveva espresso preoccupazione per una possibile richiesta di risarcimenti da parte dei proprietari, derivante dall’Imu pagata per oltre vent’anni su terreni edificabili. Il ricorso questa mattina si concentra non tanto sulla richiesta di indennizzo, quanto sull’impugnazione della delibera di Galliate. Si tratta di un approccio che, pur scegliendo una strada diversa, mira a raggiungere lo stesso obiettivo: sbloccare la situazione.
Il ricorso è contenuto in un documento di venti pagine redatto dall’avvocato Claudio Linzola di Milano, che rappresenta i proprietari. Secondo l’avvocato, il comune di Galliate non aveva titolo per esprimersi sull’accordo di pianificazione, bocciato, appunto, nella seduta del 30 ottobre: «Il Comune non ha un interesse diretto che giustifichi la sua partecipazione all’accordo» afferma.
Uno dei punti cruciali del ricorso riguarda la distinzione tra i termini «comuni contermini», come indicato nel piano regolatore del Comune di Novara, e «comuni interessati», definizione utilizzata nella norma provinciale. Secondo Linzola, i due termini non sono equivalenti: “Contermini” si riferisce alla semplice vicinanza geografica tra due territori confinanti; “Interessati” implica un coinvolgimento diretto e concreto nelle opere previste, ad esempio l’utilizzo del territorio per la realizzazione di infrastrutture o la presenza di impatti significativi, positivi o negativi, derivanti dall’intervento.
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«Il territorio di Galliate non è fisicamente interessato dalle opere previste, che si sviluppano esclusivamente nel Comune di Novara» precisa l’avvocato. Inoltre, le infrastrutture di accesso e uscita – tangenziale e autostrada A4 – sono interamente situate a Novara, senza generare effetti visivi, acustici o ambientali su Galliate. La separazione tra i due comuni è ulteriormente rafforzata dalla presenza di due imponenti infrastrutture: l’autostrada A4 e la linea ferroviaria dell’alta velocità, che creano un corridoio di oltre 60 metri di larghezza».
L’avvocato sottolinea anche gli aspetti economici: «I miei assistiti pagano da oltre vent’anni l’Imu su aree edificabili, ma il voto contrario del comune di Galliate ha portato la società proponente, Develog, ad abbandonare il progetto. La società aveva già sottoscritto con i proprietari due contratti preliminari di acquisto: il primo tra il 2020 e il 2021, con scadenza a luglio 2022, e il secondo tra settembre e ottobre di quest’anno, valido fino al 31 dicembre 2026. La bocciatura ha messo a rischio qualsiasi ulteriore proposta urbanistica sui terreni».
Nel ricorso, i proprietari chiedono, dunque, che venga sospesa in via cautelare la delibera del comune di Galliate e poi che venga accertato che lo stesso non abbia titolo per partecipare all’accordo di pianificazione. «Sul primo quesito, attendiamo un pronunciamento già nei primi giorni di gennaio» conclude l’avvocato.