I sindacati: «Troppi morti e contagiati in ospedali e case di riposo»

Il grido d’allarme e le richieste di aiuto per ospiti e operatori delle case di riposo lo avevano lanciato già da qualche tempo direttori delle strutture e sindacati di categoria. Quel che chiedevano a gran voce erano tamponi e dispositivi di protezione individuale. Troppi i decessi “anomali” in un breve lasso di tempo, come si era verificato alla Opera Pia Curti di Borgomanero, che avevano suscitato l’allarme dei responsabili e li avevano indotti a chiedere con forza aiuto. Intanto in Procura a Novara arrivano alcune segnalazioni fatte da parenti. La conferma arriva dal procuratore capo, Marilinda Mineccia. «Da un po’ di giorni – dice – abbiamo aperto un’indagine esplorativa, senza reati a carico di nessuno. La situazione con gli anziani è particolarmente delicata».

 

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Ora, dopo i sindacati di categoria, scendono in campo le segreterie regionali delle sigle sindacali, insieme alle rispettive federazioni della Funzione Pubblica e dei Medici, con un documento unitario, o meglio, un “protocollo” per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della sanità e dei servizi socio sanitari ed assistenziali, che hanno inviato agli assessori regionali alla Sanità, Icardi , e al Welfare, Caucino.

«Da molte settimane – si legge nel documento unitario – le organizzazioni sindacali denunciano alla Regione la carenza di una strategia realmente efficace per evitare il propagarsi del contagio. Le nostre segnalazioni, che partono già dai primi giorni di marzo, sono sempre rimaste purtroppo inascoltate e i risultati delle scelte effettuate dalla Giunta regionale sono sotto gli occhi di tutti: troppi morti e troppi lavoratori contagiati».

«Eppure – prosegue la nota – quello che già nel mese di febbraio accadeva in Lombardia avrebbe dovuto mettere in condizione i nostri assessori di agire con molta più determinazione nell’individuare azioni di prevenzione efficaci, certamente non per evitare totalmente il Covid19, ma per non trovarci nella situazione in cui versiamo oggi».

L’obiettivo del protocollo è quello di garantire a tutto il personale che opera nelle strutture ospedaliere e nei servizi socio sanitari e assistenziali della regione, di lavorare nelle massime condizioni di sicurezza e di evitare la diffusione del contagio nei servizi all’interno dei nuclei familiari e dei pazienti.

«Chiediamo agli assessori Icardi e Caucino – dicono Danila, Botta, Luca Caretti e Francesco Lo Grasso – di sottoscrivere il nostro protocollo nel più breve tempo possibile. La situazione diventa di giorno in giorno più drammatica. Dobbiamo fermare questa escalation con tutti i mezzi, prima che assuma proporzioni inimmaginabili».

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I sindacati: «Troppi morti e contagiati in ospedali e case di riposo»

Il grido d’allarme e le richieste di aiuto per ospiti e operatori delle case di riposo lo avevano lanciato già da qualche tempo direttori delle strutture e sindacati di categoria. Quel che chiedevano a gran voce erano tamponi e dispositivi di protezione individuale. Troppi i decessi “anomali” in un breve lasso di tempo, come si era verificato alla Opera Pia Curti di Borgomanero, che avevano suscitato l’allarme dei responsabili e li avevano indotti a chiedere con forza aiuto. Intanto in Procura a Novara arrivano alcune segnalazioni fatte da parenti. La conferma arriva dal procuratore capo, Marilinda Mineccia. «Da un po’ di giorni – dice – abbiamo aperto un’indagine esplorativa, senza reati a carico di nessuno. La situazione con gli anziani è particolarmente delicata».   [the_ad id="62649"]   Ora, dopo i sindacati di categoria, scendono in campo le segreterie regionali delle sigle sindacali, insieme alle rispettive federazioni della Funzione Pubblica e dei Medici, con un documento unitario, o meglio, un “protocollo” per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della sanità e dei servizi socio sanitari ed assistenziali, che hanno inviato agli assessori regionali alla Sanità, Icardi , e al Welfare, Caucino. «Da molte settimane – si legge nel documento unitario - le organizzazioni sindacali denunciano alla Regione la carenza di una strategia realmente efficace per evitare il propagarsi del contagio. Le nostre segnalazioni, che partono già dai primi giorni di marzo, sono sempre rimaste purtroppo inascoltate e i risultati delle scelte effettuate dalla Giunta regionale sono sotto gli occhi di tutti: troppi morti e troppi lavoratori contagiati». «Eppure – prosegue la nota - quello che già nel mese di febbraio accadeva in Lombardia avrebbe dovuto mettere in condizione i nostri assessori di agire con molta più determinazione nell'individuare azioni di prevenzione efficaci, certamente non per evitare totalmente il Covid19, ma per non trovarci nella situazione in cui versiamo oggi». L’obiettivo del protocollo è quello di garantire a tutto il personale che opera nelle strutture ospedaliere e nei servizi socio sanitari e assistenziali della regione, di lavorare nelle massime condizioni di sicurezza e di evitare la diffusione del contagio nei servizi all’interno dei nuclei familiari e dei pazienti. «Chiediamo agli assessori Icardi e Caucino – dicono Danila, Botta, Luca Caretti e Francesco Lo Grasso – di sottoscrivere il nostro protocollo nel più breve tempo possibile. La situazione diventa di giorno in giorno più drammatica. Dobbiamo fermare questa escalation con tutti i mezzi, prima che assuma proporzioni inimmaginabili».

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