Il Bonus Piemonte è legge ed è stato approvato oggi in commissione Bilancio convocata in sede legislativa. Si tratta del contributo a fondo perduto predisposto dalla Regione per sostenere le imprese colpite dal lockdown per l’emergenza coronavirus ed è uno dei pilastri di Riparti Piemonte, il piano da oltre 800 milioni di euro a sostegno della ripartenza nella fase 2.
«Desideriamo ringraziare la disponibilità di tutti i capigruppo del consiglio regionale che hanno accettato di stralciare il Bonus dalla discussione complessiva del Piano “Riparti Piemonte” consentendone così la discussione e approvazione in tempi molto rapidi – sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, l’assessore al Commercio Vittoria Poggio e alla Semplificazione e Rapporti con il Consiglio regionale Maurizio Marrone -. Questa è una delle misure più importanti e urgenti del nostro piano per sostenere imprese e famiglie, messe in grande difficolta da oltre due mesi di chiusura. Il Bonus vuole essere non solo un aiuto, ma anche un segnale concreto e immediato. La Regione è al fianco dei suoi cittadini. Ripartiremo insieme».
Già da domani Finpiemonte inizierà a predisporre l’invio di una comunicazione via Pec a tutti gli interessati, che entro la prossima settimana riceveranno le istruzioni per ricevere il Bonus. Una volta risposto alla Pec il contributoverrà accreditato nell’arco di qualche giorno.
Ma il gruppo Pd è critico: «Troppe categorie tagliate fuori – affermano il presidente Domenico Ravetti e il vice Raffaele Gallo -. È un provvedimento che contiene troppe criticità e che più che includere esclude. Troppe sono le attività produttive fuori da questo perimetro per le quali, fin da subito, abbiamo chiesto di trovare le risorse. Rileviamo, inoltre, che per le categorie incluse sono previsti bonus differenziati, mentre con i nostri emendamenti abbiamo chiesto che il bonus fosse uguale per tutti i soggetti beneficiari, senza differenze. La debolezza del Bonus Piemonte è dimostrata anche dalla reazione di protesta dei commercianti che lamentano la fragilità dell’azione del coverno regionale: riaprire, infatti, non significa ripartire. La giunta Cirio è in ritardo di almeno due mesi nel fornire risposte che non sono certo quelle contenute nel Riparti Piemonte».
«Con responsabilità abbiamo scelto di non bloccare i lavori della commissione in fase legislativa – dichiara Domenico Rossi, vicepresidente della Commissione Sanità. Tante le categorie escluse. Una scelta arbitraria senza alcuna spiegazione da parte della giunta regionale così come quella di assegnare più risorse a un’attività piuttosto che ad un’altra anche se entrambe appartenenti alla stessa categoria. Con le nostre proposte abbiamo posto rimedio ad alcune di queste discriminazioni, ma la maggioranza ha scelto comunque di lasciare indietro migliaia di imprese, esercenti, attività di ogni genere e le loro famiglie».