Il caro energia mette in ginocchio anche gli ospedali. A Novara e a Borgomanero si cercano soluzioni alternative

Da entrambe le strutture arrivano anche (ovvie) rassicurazioni: nessuna razionalizzazione dei consumi nelle aree dedicate ai pazienti

I prezzi impazziti della bolletta energetica pesano come un macigno sui conti delle strutture sanitarie, sia pubbliche che private. Una voce che è decuplicata con aumenti di spesa andati ben oltre le stime fatte nei primi mesi dell’anno e che potrebbe far saltare i bilanci delle aziende sanitarie. Al ministero della Sanità circola una stima di extra costi a fine anno, anche alla luce di una estate torrida, che ha obbligato a far funzionare a pieno regime i condizionatori, tra 1 miliardo e 1 miliardo 100 milioni.

La situazione preoccupa anche le direzioni delle due strutture novaresi, l’ospedale Maggiore e l’Asl con gli ambulatori territoriali e l’ospedale di Borgomanero.

«I rincari del 2022 sono stati relativamente contenuti, da 6 a 10 milioni di euro, in quanto i costi vengono calcolati per tutto l’anno solare – spiega il direttore generale del Maggiore, Gianfranco Zulian -. Il problema si presenterà nel 2023: se i prezzi resteranno quelli attuali, stimiamo una spesa intorno ai 17 milioni di euro».

«Una situazione complessa che comunque non avrà alcuna ripercussione nelle aree dedicate ai pazienti, sia in day hospital che nei reparti – specifica poi, Vincenzo Bruno, responsabile dell’ufficio tecnico dell’ospedale Maggiore -. Nella locali amministrativi dovremo, invece, prepararci a indossare una maglia in più. D’altronde bisogna pensare che aziende come le nostre consumano gas anche in estate necessario a produrre vapore, in particolare per le sale operatorie e per i macchinari utilizzati per gli esami che devono mantenere una temperatura costante e restare in funzione 24 ore su 24. Il nostro fornitore di energia sta già provvedendo all’acquisto di milioni di metri cubi – noi ne consumiamo circa 5/6 milioni all’anno – e andare avanti con i prezzi di oggi sarebbe una tragedia».

«Non riceviamo alcun aiuto da parte dello Stato, i costi gravano tutti sui conti dell’azienda – aggiunge Bruno -. Al momento l’unica alternativa è l’utilizzo della riserva supplementare di gasolio, nonostante sarebbe necessario far scaricare ogni giorno 15 mila litri nelle cisterne. Una soluzione che, ci rendiamo conto, si scontra con le tematiche ambientali, ma che in una situazione di emergenza consentirebbe un abbattimento dei costi del 50%. Al vaglio c’è anche la riqualificazione energetica dei padiglioni A e B: si tratterebbe della ristrutturazione delle due facciate con un cappotto termico».

«La situazione è molto seria e seguiamo quotidianamente l’evoluzione, con un continuo confronto con i fornitori dei vettori energetici e intensificando i monitoraggi sui consumi che d’abitudine sono effettuati nell’ambito delle attività di gestione corrente degli immobili – spiegano Silvano Bonelli e Giulia Platini, direttor e responsabile dell’Ufficio Tecnico Patrimoniale dell’Asl Novara -. Già nel 2019 avevamo aderito a una convenzione promossa da Consip con la quale sono stati realizzati importanti interventi di efficientamento energetico tra cui l’installazione di un impianto di trigenerazione all’ospedaliero di Borgomanero che è stato attivato nel 2021. Attualmente i risparmi generati da tali interventi sono impiegati per remunerare gli investimenti che sono stati sostenuti in attesa di poterli computare come saldo positivo sul bilancio energetico».

Per quanto riguarda le forniture, quest’anno l’Asl si troverà a sostenere un costo per le bollette doppio rispetto al valore del 2021: circa 5 milioni e 800 mila euro invece di 3 milioni. E per il 2023 la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare: «Senza interventi a livello nazionale/europeo sui costi delle materie prime, si prevede che il costo triplicare – proseguono -. Per questo motivo abbiamo già implementato alcune misure di razionalizzazione dei consumi energetici negli ambienti non dedicati al trattamento dei pazienti».

«Come ben noto, la situazione è estremamente dinamica e registra importanti variazioni quotidiane – concludono Bonelli e Platini -. L’obiettivo è quello di tutelare il più a lungo possibile il servizio erogato all’utenza, ma non si esclude la necessità di dover imporre delle misure di razionalizzazione importanti qualora la situazione nazionale/europea dovesse rendersi critica».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il caro energia mette in ginocchio anche gli ospedali. A Novara e a Borgomanero si cercano soluzioni alternative

Da entrambe le strutture arrivano anche (ovvie) rassicurazioni: nessuna razionalizzazione dei consumi nelle aree dedicate ai pazienti

I prezzi impazziti della bolletta energetica pesano come un macigno sui conti delle strutture sanitarie, sia pubbliche che private. Una voce che è decuplicata con aumenti di spesa andati ben oltre le stime fatte nei primi mesi dell’anno e che potrebbe far saltare i bilanci delle aziende sanitarie. Al ministero della Sanità circola una stima di extra costi a fine anno, anche alla luce di una estate torrida, che ha obbligato a far funzionare a pieno regime i condizionatori, tra 1 miliardo e 1 miliardo 100 milioni.

La situazione preoccupa anche le direzioni delle due strutture novaresi, l’ospedale Maggiore e l’Asl con gli ambulatori territoriali e l’ospedale di Borgomanero.

«I rincari del 2022 sono stati relativamente contenuti, da 6 a 10 milioni di euro, in quanto i costi vengono calcolati per tutto l’anno solare – spiega il direttore generale del Maggiore, Gianfranco Zulian -. Il problema si presenterà nel 2023: se i prezzi resteranno quelli attuali, stimiamo una spesa intorno ai 17 milioni di euro».

«Una situazione complessa che comunque non avrà alcuna ripercussione nelle aree dedicate ai pazienti, sia in day hospital che nei reparti – specifica poi, Vincenzo Bruno, responsabile dell’ufficio tecnico dell’ospedale Maggiore -. Nella locali amministrativi dovremo, invece, prepararci a indossare una maglia in più. D’altronde bisogna pensare che aziende come le nostre consumano gas anche in estate necessario a produrre vapore, in particolare per le sale operatorie e per i macchinari utilizzati per gli esami che devono mantenere una temperatura costante e restare in funzione 24 ore su 24. Il nostro fornitore di energia sta già provvedendo all’acquisto di milioni di metri cubi – noi ne consumiamo circa 5/6 milioni all’anno – e andare avanti con i prezzi di oggi sarebbe una tragedia».

«Non riceviamo alcun aiuto da parte dello Stato, i costi gravano tutti sui conti dell’azienda – aggiunge Bruno -. Al momento l’unica alternativa è l’utilizzo della riserva supplementare di gasolio, nonostante sarebbe necessario far scaricare ogni giorno 15 mila litri nelle cisterne. Una soluzione che, ci rendiamo conto, si scontra con le tematiche ambientali, ma che in una situazione di emergenza consentirebbe un abbattimento dei costi del 50%. Al vaglio c’è anche la riqualificazione energetica dei padiglioni A e B: si tratterebbe della ristrutturazione delle due facciate con un cappotto termico».

«La situazione è molto seria e seguiamo quotidianamente l’evoluzione, con un continuo confronto con i fornitori dei vettori energetici e intensificando i monitoraggi sui consumi che d’abitudine sono effettuati nell’ambito delle attività di gestione corrente degli immobili – spiegano Silvano Bonelli e Giulia Platini, direttor e responsabile dell’Ufficio Tecnico Patrimoniale dell’Asl Novara -. Già nel 2019 avevamo aderito a una convenzione promossa da Consip con la quale sono stati realizzati importanti interventi di efficientamento energetico tra cui l’installazione di un impianto di trigenerazione all’ospedaliero di Borgomanero che è stato attivato nel 2021. Attualmente i risparmi generati da tali interventi sono impiegati per remunerare gli investimenti che sono stati sostenuti in attesa di poterli computare come saldo positivo sul bilancio energetico».

Per quanto riguarda le forniture, quest’anno l’Asl si troverà a sostenere un costo per le bollette doppio rispetto al valore del 2021: circa 5 milioni e 800 mila euro invece di 3 milioni. E per il 2023 la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare: «Senza interventi a livello nazionale/europeo sui costi delle materie prime, si prevede che il costo triplicare – proseguono -. Per questo motivo abbiamo già implementato alcune misure di razionalizzazione dei consumi energetici negli ambienti non dedicati al trattamento dei pazienti».

«Come ben noto, la situazione è estremamente dinamica e registra importanti variazioni quotidiane – concludono Bonelli e Platini -. L’obiettivo è quello di tutelare il più a lungo possibile il servizio erogato all’utenza, ma non si esclude la necessità di dover imporre delle misure di razionalizzazione importanti qualora la situazione nazionale/europea dovesse rendersi critica».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore