Questa mattina, sabato 28 settembre, è tornato a farsi sentire, forse più di prima, il Comitato per Pernate, promuovendo un nuovo sit – in davanti a Palazzo Cabrino. Per ribadire ancora una volta il “no” degli abitanti della frazione all’insediamento logistico voluto dalla giunta guidata da Alessandro Canelli. E la recente presa di posizione da parte del sindaco del capoluogo, che ha parlato di una riduzione del 30% della superficie rispetto al progetto originario, ha sortito nei pernatesi (sicuramente nel “comitato”) l’effetto contrario, irrigidendo le loro posizioni.
«Una proposta non accettabile – hanno detto Claudio Ferro e il figlio Carlo, tra i referenti del Comitato – perché si sta parlando di un territorio. Quella del sindaco altro non è che una boutade, tra l’altro con due ricorsi al Tar pendenti (anche se i tempi di Torino sono ancora lunghi, ndr), con il Comune di Galliate che deve ancora esprimersi (anche se il “no” da parte dell’amministrazione Cantone è data da tutti per scontata, ndr), quella di Canelli la leggiamo unicamente come una propaganda, per acquistare qualche spazio di visibilità su una questione che per noi non è più assolutamente rimandabile. Non abbiamo bisogno di elemosine».
I responsabili del Comitato hanno calcolato in qualche settimana (tre o quattro) la tempistica entro la quale Galliate dovrebbe esprimersi: «Gli stessi tempi entro i quali chiediamo all’amministrazione del capoluogo di ritirare una delibera riguardante un progetto che riteniamo insensato. Adesso Canelli parla una forma di “mitigazione”, ma noi la interpretiamo come una vera ammissione di colpa».
Il motivo per cui Galliate dovrebbe mostrare pollice verso «è prevalentemente sul rispetto delle regole, smettendo di forzare i regolamenti e seguire la normale procedura, recependo le normative di tutela disattese, senza giungere subito a un accordo di pianificazione prevista come “Area vasta”. Ci auguriamo inoltre che il “no” di Galliate, comune limitrofo, possa esercitare un certo peso anche nelle decisioni del Tar».
Un altro attacco è partito nei confronti della Provincia, «totalmente assente nella gestione di questa problematica che ha visto la crescita della logistica sul territorio in ordine sparso. Palazzo Natta non ha svolto i compiti che gli spettavano».