Il Comitato per Pernate: «Fermiamo questo progetto folle»

Sit in di protesta, questa mattina davanti al Municipio di via Fratelli Rosselli, contro il nuovo insediamento logistico previsto nella frazione novarese. «Non vogliamo vivere all'ombra di un muro»

Primo sit in di protesta, ma ne sono già stati annunciati altri, a cadenza settimanale, questa mattina – sabato 11 febbraio – di alcuni esponenti del “Comitato per Pernate” davanti al Municipio di via Fratelli Rosselli contro il progetto per il nuovo insediamento logistico previsto nella frazione novarese.


«Manifestiamo – ha spiegato Claudio Ferro a nome di tutti – per questa “uscita” compiuta dall’amministrazione comunale. Una decisione inaspettata, che ci nega quella speranza che avevamo dopo l’audizione di un anno fa, dove già in quella occasione avevamo esposto tutte le criticità che si sarebbero venute a creare se si fosse concretizzata questa soluzione».


Gli attivisti del Comitato, ai quali si sono aggiunti altri cittadini, non nascondono la loro rabbia ma, hanno assicurato, «continueremo questa presenza a oltranza». Fino a quando? «Sino al momento in cui l’amministrazione non farà un passo indietro, ritirando questa delibera. Si tratta di un documento di Giunta e quindi pensiamo che sia tranquillamente possibile tornare indietro. Un ravvedimento, data l’importanza che hanno Pernate e la sua comunità, rispetto a un capannone che noi consideriamo nulla più di uno scatolone vuoto».


Uno “scatolone” – come lo hanno definito appunto i manifestanti – piuttosto ingombrante: «Qualcosa come 250 mila metri quadrati di copertura, che con i piazzali arriviamo ai 500 mila. Stiamo parlando di 50 ettari di terra impermeabilizzata, a ridosso di un centro abitato che già presenta da anni problemi idraulici e fognari non indifferenti. Si tratta di una cosa folle, che solo persone incompetenti possono immaginare. Perché se ci fosse competenza la preoccupazione sarebbe quella dell’impatto che provocherebbe questo insediamento a nemmeno cento metri di distanza dalle abitazioni. Un’area superiore allo stesso centro abitato di Pernate, che sarebbe destinato a rimanere nell’ombra. E non ci vengano a parlare delle soluzioni di mitigazione, perché davanti a un muro alto venti metri e lungo un chilometro potranno anche essere collocate tutte le piantine che vogliono, il risultato non cambia. Moriranno anche loro…». E ancora: «Ma si sono resi conto che esiste un centro abitato destinato a rimanere in “ombra” davanti a una parete simile al muro di Berlino? Occorre invece mettere al centro la vivibilità, la fattibilità, nascondendosi dietro ad affermazioni come quella che “il progetto era già previsto nel 2008”. Una cosa del genere non l’avevamo mai vista».


«Anche noi sosteniamo questa battaglia contro il consumo di suolo a Pernate – ha aggiunto il capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo Cabrino, Mario Iacopino, anche lui presente questa mattina – Quello della frazione è però solo un esempio di quello che sta accadendo in tutta la città e sul territorio. Queste multinazionali vogliono sempre più desertificare le nostre città, distruggere ciò che è rimasto di terreno produttivo in funzione di uno sviluppo economico non programmato. In occasione del prossimo Consiglio comunale presenterò una mozione, che intendo condividere con gli altri gruppi di minoranza, riguardante il recepimento del Piano paesaggistico regionale. Attraverso questo strumento possiamo già “arginare” la nascita di nuovi capannoni, a tutela della nostra agricoltura. Quello che noi proponiamo è uno sviluppo sostenibile, con posti di lavoro di qualità e non esclusivamente sulla logistica che, oltre al grande consumo di suolo, crea occupazione precaria».

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Sit in di protesta, questa mattina davanti al Municipio di via Fratelli Rosselli, contro il nuovo insediamento logistico previsto nella frazione novarese. «Non vogliamo vivere all’ombra di un muro»

Primo sit in di protesta, ma ne sono già stati annunciati altri, a cadenza settimanale, questa mattina – sabato 11 febbraio – di alcuni esponenti del “Comitato per Pernate” davanti al Municipio di via Fratelli Rosselli contro il progetto per il nuovo insediamento logistico previsto nella frazione novarese.


«Manifestiamo – ha spiegato Claudio Ferro a nome di tutti – per questa “uscita” compiuta dall'amministrazione comunale. Una decisione inaspettata, che ci nega quella speranza che avevamo dopo l'audizione di un anno fa, dove già in quella occasione avevamo esposto tutte le criticità che si sarebbero venute a creare se si fosse concretizzata questa soluzione».


Gli attivisti del Comitato, ai quali si sono aggiunti altri cittadini, non nascondono la loro rabbia ma, hanno assicurato, «continueremo questa presenza a oltranza». Fino a quando? «Sino al momento in cui l'amministrazione non farà un passo indietro, ritirando questa delibera. Si tratta di un documento di Giunta e quindi pensiamo che sia tranquillamente possibile tornare indietro. Un ravvedimento, data l'importanza che hanno Pernate e la sua comunità, rispetto a un capannone che noi consideriamo nulla più di uno scatolone vuoto».


Uno “scatolone” – come lo hanno definito appunto i manifestanti – piuttosto ingombrante: «Qualcosa come 250 mila metri quadrati di copertura, che con i piazzali arriviamo ai 500 mila. Stiamo parlando di 50 ettari di terra impermeabilizzata, a ridosso di un centro abitato che già presenta da anni problemi idraulici e fognari non indifferenti. Si tratta di una cosa folle, che solo persone incompetenti possono immaginare. Perché se ci fosse competenza la preoccupazione sarebbe quella dell'impatto che provocherebbe questo insediamento a nemmeno cento metri di distanza dalle abitazioni. Un'area superiore allo stesso centro abitato di Pernate, che sarebbe destinato a rimanere nell'ombra. E non ci vengano a parlare delle soluzioni di mitigazione, perché davanti a un muro alto venti metri e lungo un chilometro potranno anche essere collocate tutte le piantine che vogliono, il risultato non cambia. Moriranno anche loro…». E ancora: «Ma si sono resi conto che esiste un centro abitato destinato a rimanere in “ombra” davanti a una parete simile al muro di Berlino? Occorre invece mettere al centro la vivibilità, la fattibilità, nascondendosi dietro ad affermazioni come quella che “il progetto era già previsto nel 2008”. Una cosa del genere non l'avevamo mai vista».


«Anche noi sosteniamo questa battaglia contro il consumo di suolo a Pernate – ha aggiunto il capogruppo del Movimento 5 Stelle a Palazzo Cabrino, Mario Iacopino, anche lui presente questa mattina – Quello della frazione è però solo un esempio di quello che sta accadendo in tutta la città e sul territorio. Queste multinazionali vogliono sempre più desertificare le nostre città, distruggere ciò che è rimasto di terreno produttivo in funzione di uno sviluppo economico non programmato. In occasione del prossimo Consiglio comunale presenterò una mozione, che intendo condividere con gli altri gruppi di minoranza, riguardante il recepimento del Piano paesaggistico regionale. Attraverso questo strumento possiamo già “arginare” la nascita di nuovi capannoni, a tutela della nostra agricoltura. Quello che noi proponiamo è uno sviluppo sostenibile, con posti di lavoro di qualità e non esclusivamente sulla logistica che, oltre al grande consumo di suolo, crea occupazione precaria».

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