Il caro energia spegne le città e impone di fare conti con numeri a sei zeri. Gli enti locali non sono immuni a questa drammatica situazione e sono costretti, dove è possibile, a scavare negli avanzi di amministrazione provocando danni irreparabili alle casse comunali. Anche a Novara la situazione di Palazzo Cabrino non lascia margini di respiro. «Passiamo da una spesa complessiva di 6,3 milioni di euro a 11,3 per il il 2022 con una proiezione per il 2023 che potrebbe superare i 16 milioni – spiega il direttore generale, Roberto Moriondo, confermando quanto già dichiarato nei giorni scorsi dal sindaco Alessandro Canelli (leggi qui) -. Le tre macro voci riguardano l’illuminazione pubblica che, nonostante i lavori di efficientamento energetico, passa da 1 milione e 800 mila euro a 3 milioni e 200 mila; nel 2023 potremmo arrivare a una spesa di 4 milioni. Il riscaldamento dai 3 milioni iniziali a 5,6 milioni con una prospettiva nel 2023 di oltre 7 milioni per l’energia elettrica da 2,3 milioni del 2022 a una stima di oltre 5 milioni per il 2023. Per quest’anno siamo riusciti a coprire i rincari utilizzando 2 milioni e mezzo di avanzo senza, fortunatamente, toccare i fondi Covid che invece sono stati destinati alle famiglie bisognose. Abbiamo anche già incassato 730 mila euro dal Decreto Aiuti e sono in arrivo altri provvedimenti per un totale di 560 mila euro».
Ma cosa succederà il prossimo anno? «Il mercato è in continua evoluzione e per il momento è possibile fare solo alcune proiezioni – prosegue Moriondo –. La situazione potrebbe ancora cambiare, ma è certamente drammatica. A oggi si può intervenire solo con alcuni accorgimenti che hanno una valenza etica, ma che non incidono sulla spesa. Il Comune ha messo in atto tutte le direttive del Governo allo scopo di limitare i consumi, ma anche l’ipotetico risparmio di un milione di euro non cambierebbe la situazione di fronte a cifre di questo genere».
Intanto il primo cittadino di Novara, presidente di Fondazione Ifel, l’organo economico dell’Associazione nazionale Comuni Italiani, chiede allo Stato un miliardo in più ai Comuni italiani da qui a fine anno: «Si rischia di dover fermare i bus, tenere parti della città al buio e spegnere i riscaldamenti».