Fine della storia autonoma per l’Istituto per anziani Gaudenzio De Pagave con il Comune che diventa proprietario unico dopo averne pagato i debiti e acquisito il patrimonio immobiliare. Lo storico ente, infatti, ex Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza) poi dal 2017 riordinato in Apsp (Azienda pubblica di servizi alla persona), con il parere favorevole della Regione verrà estinto attraverso una delibera di consiglio comunale che sarà votata (molto probabilmente all’unanimità) nella seduta del 30 settembre.
«Con questa procedura il Comune si accolla la parte passiva ovvero i debiti che l’azienda aveva nei confronti dei dipendenti ed ex dipendenti per oltre 850 mila euro, arretrati contrattuali per circa 94 mila euro e altre voci per un totale che si aggira intorno a 1 milione e 800 mila euro – ha spiegato il sindaco Alessandro Canelli durante la commissione consiliare di oggi, 25 settembre -. Una somma già disponibile grazie a un avanzo di amministrazione di 900 mila euro per il 2024 e 100 mila per il 2025. Di contro il Comune diventa proprietario del patrimonio per 12 milioni e 113 mila euro: la struttura e gli immobili di via Agogna, via Pietro Micca e via San Francesco d’Assisi. Ma anche creditori per i prossimi vent’anni nei confronti di Nuova Assistenza – gestore della struttura – di 140 mila euro all’anno sulla parte corrente delle entrate, una cifra media rispetto al numero dei posti occupati: 100 posti letti, 64 in residenza alberghiera, 55 raa, 24 nel centro diurno integrato».
«Un’operazione vincente sotto tutti i punti di vista che ha ricevuto il via libera della Regione – ha proseguito Canelli – con la quale si mantiene la titolarità pubblica della struttura, nonostante sia stata esternalizzata la gestione: Nuova Assistenza dovrà comunque occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria restituendo un immobile ristrutturato. Il Comune, inoltre, potrà decidere come utilizzare gli alloggi, mantenendo però la finalità sociale».
Plauso da parte del capogruppo del Pd, Nicola Fonzo, da sempre contrario alla privatizzazione della struttura e che ha esordito, in maniera nemmeno troppo ironica: «Dopo Moscatelli e Lazzarino, Canelli nel pantheon dei sindaci comunisti di Novara. Questa vicenda si è conclusa in modo più che positivo con il Comune che si riappropria dei beni. Un’operazione di buon senso per la quale non possiamo che essere a favore. Questo successo, però, lo possiamo coronare solo quando verrà ristrutturata anche la parte che ancora deve essere sistemata». Poi ha chiesto: «Il Comune potrà guadagnare abbastanza dalla vendita degli immobili da far fronte alle spese?».
Ha risposto il sindaco: «Dubito che la vendita degli immobili possa garantire il recupero dell’intera parte debitoria, ma comunque l’intenzione è di completare la ristrutturazione generale. L’idea, già espressa in passato, è di aprire l’istituto alla città, ad attività sociali, non solo agli ospiti e a questo ci stiamo già pensando».
L’operazione è stata adottata formalmente anche dopo aver raggiunto un accordo con le organizzazioni sindacali di categoria. «La procedura si sta concludendo nel migliore dei modi e il personale riceverà quanto ancora non retribuito per i noti problemi di bilancio legati al periodo Covid – afferma il segretario generale della Fp Cgil di Novara e Vco, Paolo Del Vecchio -. Siamo pienamente soddisfatti, mi sento di dirlo anche a nome di Cisl Fp Piemonte Orientale e Uil Fpl di Novara. Insieme abbiamo lavorato per il raggiungimento di un quadruplo obiettivo: salvare un servizio fondamentale per gli anziani, mantenerlo pubblico, salvare l’occupazione, recuperare tutto quanto ancora spettava ai dipendenti, dovuto dall’Istituto. Lo scopo è stato raggiunto in una situazione veramente difficile, forse la più complicata mai affrontata finora. Con gli investimenti in atto, l’obiettivo principale diventa il rilancio completo e definitivo del servizio al quale soprattutto il personale sta dando un grande contributo, dopo le sofferenze della pandemia. Crediamo che oltre alla ristrutturazione dell’edificio, si debba insistere, da parte della cooperativa Nuova Assistenza, sulla valorizzazione dello stesso, sia in termini qualitativi che di valorizzazione retributiva».