Il Consiglio comunale torna in presenza e sono subito scintille

Ci voleva il ritorno in presenza, nel Salone dell’Arengo del Broletto, per dare un po’ di “pepe” al Consiglio comunale del capoluogo. Così la seduta odierna, dopo alcuni mesi “online” a causa del protrarsi dell’emergenza pandemica, ha visto nel corso della sessione del mattino i toni alzarsi sin dall’ora dedicata alle interrogazioni. Nel fitto “question time” lo scontro politico ha finito per acuirsi su due temi in particolare. Il primo riguardante l’affidamento a una ditta esterna dell’attività sei Servizi demografici. Il settore, anche a causa del Covid, ha subito negli ultimi mesi ritardi nell’evasione di diverse pratiche, cominciando da quelle riguardanti il cambio di residenza. Rispondendo all’interrogazione presentata dai consiglieri del Gruppo del Pd l’assessore Silvana Moscatelli, nelle vesti di titolare della delega ai Servizi demografici, ha prima di tutto ricordato come «un’evidente criticità si è riscontrata nei mesi di settembre e ottobre, dovuta anche a una riduzione degli addetti, quattro andati in pensione e uno dimessosi». A questi si sono aggiunte tre assenze causa Covid, mentre altro personale di rimpiazzo necessitava di un’adeguata formazione prima di assolvere il servizio allo sportello: «Di fronte a questa situazione, accentuatasi con un aumento degli immigrati in città valutati nel numero di 2.150, l’amministrazione ha scelto la strada più breve, che ci ha permesso di ridurre il numero delle pratiche inevase, scese da 650 a 350». Dati confermati nella sua replica dal consigliere “dem” Nicola Fonzo: «Se quattro persone vanno in pensione e una si dimette l’amministrazione deve sapersi organizzare. Ci sono stati 2.150 immigrati, ma molti di più se ne sono andati, visto che il saldo dei residenti è negativo. Vi siete presentati dicendo che eravate in grado di fare l’ordinario, ma nemmeno quello dimostrate di saper fare».

 

Toni ancora più accesi quanto si è parlato della spesa dei fondi europei a fronte di un’indagine condotta dalla Fondazione Etica su tutti i capoluoghi della Pensiola e dopo i tanti numeri sulla situazione in essere del Comune come sempre “snocciolati” dall’assessore Moscatelli, si è rilevato tra l’altro come «l’indebitamento pro-capite della città sia di poco inferiore ai 307 euro». Rispondendo poi al quesito “cardine” dell’interrogazione, «le risorse europee spese nel 2019 sono state di 993 mila euro, di cui 908 mila riguardanti l’Asse 6 (Castello e Cupola, ndr) e la rimanenza per due progetti dei Servizi sociali. Qual è la ricaduta su ogni cittadino novarese? 9,53 euro». Risposta che ha scatenato la reazione di Fonzo, prendendosela prima di tutto con l’ufficio stampa di Palazzo Cabrino, da lui definito «un vero e proprio servizio propaganda stile Minculpop, recepisce una notizia e la trasforma in una velina per poi trasmetterla ai giornali secondo il quale Novara sarebbe la città più virtuosa nella capacità di spesa finalizzata alla crescita, lasciando ipotizzare che il Comune spenda benissimo i fondi europei. Ma alla fine ogni novarese si è ritrovato con meno di 10 euro. L’amministrazione è caduta nel ridicolo».

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Il Consiglio comunale torna in presenza e sono subito scintille

Ci voleva il ritorno in presenza, nel Salone dell’Arengo del Broletto, per dare un po’ di “pepe” al Consiglio comunale del capoluogo. Così la seduta odierna, dopo alcuni mesi “online” a causa del protrarsi dell’emergenza pandemica, ha visto nel corso della sessione del mattino i toni alzarsi sin dall’ora dedicata alle interrogazioni. Nel fitto “question time” lo scontro politico ha finito per acuirsi su due temi in particolare. Il primo riguardante l’affidamento a una ditta esterna dell’attività sei Servizi demografici. Il settore, anche a causa del Covid, ha subito negli ultimi mesi ritardi nell’evasione di diverse pratiche, cominciando da quelle riguardanti il cambio di residenza. Rispondendo all’interrogazione presentata dai consiglieri del Gruppo del Pd l’assessore Silvana Moscatelli, nelle vesti di titolare della delega ai Servizi demografici, ha prima di tutto ricordato come «un’evidente criticità si è riscontrata nei mesi di settembre e ottobre, dovuta anche a una riduzione degli addetti, quattro andati in pensione e uno dimessosi». A questi si sono aggiunte tre assenze causa Covid, mentre altro personale di rimpiazzo necessitava di un’adeguata formazione prima di assolvere il servizio allo sportello: «Di fronte a questa situazione, accentuatasi con un aumento degli immigrati in città valutati nel numero di 2.150, l’amministrazione ha scelto la strada più breve, che ci ha permesso di ridurre il numero delle pratiche inevase, scese da 650 a 350». Dati confermati nella sua replica dal consigliere “dem” Nicola Fonzo: «Se quattro persone vanno in pensione e una si dimette l’amministrazione deve sapersi organizzare. Ci sono stati 2.150 immigrati, ma molti di più se ne sono andati, visto che il saldo dei residenti è negativo. Vi siete presentati dicendo che eravate in grado di fare l’ordinario, ma nemmeno quello dimostrate di saper fare».

 

Toni ancora più accesi quanto si è parlato della spesa dei fondi europei a fronte di un’indagine condotta dalla Fondazione Etica su tutti i capoluoghi della Pensiola e dopo i tanti numeri sulla situazione in essere del Comune come sempre “snocciolati” dall’assessore Moscatelli, si è rilevato tra l’altro come «l’indebitamento pro-capite della città sia di poco inferiore ai 307 euro». Rispondendo poi al quesito “cardine” dell’interrogazione, «le risorse europee spese nel 2019 sono state di 993 mila euro, di cui 908 mila riguardanti l’Asse 6 (Castello e Cupola, ndr) e la rimanenza per due progetti dei Servizi sociali. Qual è la ricaduta su ogni cittadino novarese? 9,53 euro». Risposta che ha scatenato la reazione di Fonzo, prendendosela prima di tutto con l’ufficio stampa di Palazzo Cabrino, da lui definito «un vero e proprio servizio propaganda stile Minculpop, recepisce una notizia e la trasforma in una velina per poi trasmetterla ai giornali secondo il quale Novara sarebbe la città più virtuosa nella capacità di spesa finalizzata alla crescita, lasciando ipotizzare che il Comune spenda benissimo i fondi europei. Ma alla fine ogni novarese si è ritrovato con meno di 10 euro. L’amministrazione è caduta nel ridicolo».

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