Il De Pagave diventa la Cittadella dell’anziano. Con il Recovery o con un privato

Con i fondi del Recovery Plan o con l’investimento di un privato, il De Pagave diventerà la Cittadella dell’anziano. Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale c’è, infatti, la volontà di intervenire sull’istituto, ex Ipab a diretta gestione regionale e ora commissariato, per recuperare l’area storica della struttura, in parte già risistemata.

«Il primo lotto è stato realizzato con fondi regionali tra il 2008 e il 2011 e ora è necessario il completamento del secondo con la rifunzionalizzazione di quanto già realizzato – spiega il sindaco Alessandro Canelli -. Un intervento da realizzare con l’interessamento di un privato e di una conseguente manifestazione di interesse o con i fondi del Recovery: in questo secondo caso il Comune potrà occuparsi direttamente ai lavori e poi pubblicare un bando di concessione. In ogni caso si tratta di un tassello fondamentale per il rilancio dell’istituto. Il Covid ha cambiato le prospettive anche e soprattutto nelle gestione degli anziani: nella nostra visione, la parte nuova continuerebbe a essere dedicata alla degenza assistita ma con un taglio più sanitario, quella vecchia diventerebbe residenziale: mini appartamenti per anziani autosufficienti che non vogliono o non possono vivere più nella loro casa; possibilità di spazi comuni e un tunnel di collegamento con l’area di degenza in caso di necessità di assistenza medica o infermieristica».

 

 

Il costo dell’opera ammonta a 6 milioni e mezzo di euro con una previsione di 5 anni dall’inizio dei lavori.

«Ciò che la funzione pubblica deve garantire – prosegue Canelli – è l’attività di animazione, culturale, sociale. Una volta completamente fuori dalla pandemia, aprire gli spazi dell’istituto agli esterni con la prospettiva di fornire ulteriori servizi a quelli attuali: penso, ad esempio, al servizio a domicilio di pasti e assistenza infermieristica o di prima necessità gli anziani che continuano ad abitare le loro case private oppure a un istituto che si mette a disposizione delle famiglie ospitando anziani o disabili anche solo per brevi periodi. Insomma, una vera e propria Cittadella dell’anziano che unisce Rsa nell’area nuova, casa in quella storica e città che partecipa alla riqualificazione dell’intero istituto».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Il De Pagave diventa la Cittadella dell’anziano. Con il Recovery o con un privato

Con i fondi del Recovery Plan o con l’investimento di un privato, il De Pagave diventerà la Cittadella dell’anziano. Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale c’è, infatti, la volontà di intervenire sull’istituto, ex Ipab a diretta gestione regionale e ora commissariato, per recuperare l’area storica della struttura, in parte già risistemata.

«Il primo lotto è stato realizzato con fondi regionali tra il 2008 e il 2011 e ora è necessario il completamento del secondo con la rifunzionalizzazione di quanto già realizzato – spiega il sindaco Alessandro Canelli -. Un intervento da realizzare con l’interessamento di un privato e di una conseguente manifestazione di interesse o con i fondi del Recovery: in questo secondo caso il Comune potrà occuparsi direttamente ai lavori e poi pubblicare un bando di concessione. In ogni caso si tratta di un tassello fondamentale per il rilancio dell’istituto. Il Covid ha cambiato le prospettive anche e soprattutto nelle gestione degli anziani: nella nostra visione, la parte nuova continuerebbe a essere dedicata alla degenza assistita ma con un taglio più sanitario, quella vecchia diventerebbe residenziale: mini appartamenti per anziani autosufficienti che non vogliono o non possono vivere più nella loro casa; possibilità di spazi comuni e un tunnel di collegamento con l’area di degenza in caso di necessità di assistenza medica o infermieristica».

 

 

Il costo dell’opera ammonta a 6 milioni e mezzo di euro con una previsione di 5 anni dall’inizio dei lavori.

«Ciò che la funzione pubblica deve garantire – prosegue Canelli – è l’attività di animazione, culturale, sociale. Una volta completamente fuori dalla pandemia, aprire gli spazi dell’istituto agli esterni con la prospettiva di fornire ulteriori servizi a quelli attuali: penso, ad esempio, al servizio a domicilio di pasti e assistenza infermieristica o di prima necessità gli anziani che continuano ad abitare le loro case private oppure a un istituto che si mette a disposizione delle famiglie ospitando anziani o disabili anche solo per brevi periodi. Insomma, una vera e propria Cittadella dell’anziano che unisce Rsa nell’area nuova, casa in quella storica e città che partecipa alla riqualificazione dell’intero istituto».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore