Il Demanio ci ripensa e rimette all’asta l’ex 5° Magazzino

Tramonta la possibilità di realizzare il progetto di rigenerazione urbana l'area da tempo dismessa, che l'amministrazione comunale intendeva realizzare con l'Università del Piemonte Orientale

Colpo di scena per il futuro dell’area situata alle “spalle” della Stazione ferroviaria, in corrispondenza dell’isolato compreso fra le via Leonardo da Vinci, Visconti, Gattico e Bovio, conosciuta come ex 5° Magazzino dell’Aeronautica militare. Un isolato sul quale da tempo l’amministrazione cittadina aveva messo gli occhi, immaginando di inserirlo nel contesto di un ambizioso progetto di rigenerazione urbana attraverso l’insediamento di un centro di ricerca con l’Università del Piemonte Orientale.


Il Demanio, proprietario dell’intera area dismessa (poco più di 45 mila metri quadrati), dopo aver sottoscritto un protocollo d’intesa a tre con Comune e UPO proprio come prima pietra per sostenere il progetto, ha deciso di rimettere all’asta l’ex 5° Magazzino, pubblicando un bando la cui scadenza è fissata per il prossimo 4 ottobre. L’importo è notevolmente ribassato – 2,622 milioni di euro – rispetto a uno precedente (4,269 milioni di euro) di tre anni fa e andato deserto.


Secondo un’idea che era stata anticipata dalla stessa amministrazione comunale, l’area doveva essere oggetto di una concessione amministrativa e, in considerazione del suo interesse pubblico, le risorse sarebbero potute arrivare attraverso i fondi del Pnrr. Un progetto nei confronti del quale però l’Ateneo si era poi “disimpegnato”, non avendo individuato un partner privato in grado di sostenere almeno la metà dell’impegno economico previsto.


L’area conosciuta come ex 5° Magazzino, proprio perché dal 1940 al 2007 era stato utilizzata dall’Aeronautica militare come sede dell’8° Gruppo manutenzione motori e 5° Deposito dopo aver ospitato agli inizi del secolo scorso uno stabilimento tessile, con la sua dismissione è diventata negli ultimi anni un immenso spazio abbandonato e degradato a poche centinaia di metri dal centro cittadino, oggetto di continue occupazioni abusive alle quali si sono alternate operazioni di sgombero da parte delle forze dell’ordine.

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Il Demanio ci ripensa e rimette all’asta l’ex 5° Magazzino

Tramonta la possibilità di realizzare il progetto di rigenerazione urbana l’area da tempo dismessa, che l’amministrazione comunale intendeva realizzare con l’Università del Piemonte Orientale

Colpo di scena per il futuro dell’area situata alle “spalle” della Stazione ferroviaria, in corrispondenza dell’isolato compreso fra le via Leonardo da Vinci, Visconti, Gattico e Bovio, conosciuta come ex 5° Magazzino dell’Aeronautica militare. Un isolato sul quale da tempo l’amministrazione cittadina aveva messo gli occhi, immaginando di inserirlo nel contesto di un ambizioso progetto di rigenerazione urbana attraverso l’insediamento di un centro di ricerca con l’Università del Piemonte Orientale.


Il Demanio, proprietario dell’intera area dismessa (poco più di 45 mila metri quadrati), dopo aver sottoscritto un protocollo d’intesa a tre con Comune e UPO proprio come prima pietra per sostenere il progetto, ha deciso di rimettere all’asta l’ex 5° Magazzino, pubblicando un bando la cui scadenza è fissata per il prossimo 4 ottobre. L’importo è notevolmente ribassato – 2,622 milioni di euro – rispetto a uno precedente (4,269 milioni di euro) di tre anni fa e andato deserto.


Secondo un’idea che era stata anticipata dalla stessa amministrazione comunale, l’area doveva essere oggetto di una concessione amministrativa e, in considerazione del suo interesse pubblico, le risorse sarebbero potute arrivare attraverso i fondi del Pnrr. Un progetto nei confronti del quale però l’Ateneo si era poi “disimpegnato”, non avendo individuato un partner privato in grado di sostenere almeno la metà dell’impegno economico previsto.


L’area conosciuta come ex 5° Magazzino, proprio perché dal 1940 al 2007 era stato utilizzata dall’Aeronautica militare come sede dell’8° Gruppo manutenzione motori e 5° Deposito dopo aver ospitato agli inizi del secolo scorso uno stabilimento tessile, con la sua dismissione è diventata negli ultimi anni un immenso spazio abbandonato e degradato a poche centinaia di metri dal centro cittadino, oggetto di continue occupazioni abusive alle quali si sono alternate operazioni di sgombero da parte delle forze dell’ordine.

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