Il gioco d’azzardo si combatte con un camper. Il nuovo progetto di Asl Novara

Una stazione mobile di fronte alle sale slot per informare sui rischi della ludopatia

Benefit che consistono in buoni cinema o buoni pizza per convincere le persone a permanere meno tempo all’interno delle sale giochi. È il nuovo progetto “Il tempo è denaro” che Asl Novara sta portando avanti in questi giorni per contrastare e prevenire il gioco d’azzardo patologico. E lo fa attraverso un camper mobile e operatori appositamente formati (cooperative Abele di Verbania e Alice di Alba) i quali hanno il compito di intercettare i giocatori, chiacchierare con loro per far conoscere quali sono i rischi del gioco compulsivo.

«Durante il primo incontro il giocatore viene agganciato e si cerca di farlo parlare per capire quali sono le sue abitudini – spiega Francesca Raimondi, psicologa del Dipartimento patologia delle dipendenze dell’Asl -. Si cerca poi di fissare un secondo appuntamento durante il quale, in cambio di una minore permanenza davanti alle slot, si propongono benefit che vengono consegnati nella mani del giocatore stesso. Durante gli incontri si prova anche a capire quale sia la situazione ed eventualmente indirizzare la persona presso i nostri servizi. L’obiettivo è anche quello di non demonizzare il gioco, ma di rendere maggiormente consapevole dei rischi attraverso strumenti alternativi».

«Questo progetto nasce nell’ambito di uno più ampio regionale da sviluppare non solo sul territorio dell’Asl, ma nell’ambito del Quadrante» aggiunge il direttore del Dipartimento, Liborio Cammarata.

«La prima tappa del progetto si è svolta di fronte alla sala giochi di corso Vercelli e in questi giorni il camper si sposterà anche a Cameri, Trecate e Cameriano – prosegue Raimondi -. Il percorso verrà ripetuto più volte proprio per poter dare modo alle persone di fidarsi di noi. Finora l’approccio è stato favorevole anche con i gestori: spesso la nostra attività viene vista come ostativa; l’obiettivo, invece, è quello di sensibilizzare sul tema della ludopatia».

Il servizio di prevenzione Asl

Dal 2008, anno di apertura, il Dipartimento patologia delle dipendenze dell’Asl ha seguito 555 utenti; in questo momento sono un centinaio le persone prese in carico, con un percorso che non può essere inferiore a sei mesi ed entro un anno e mezzo si vedono i risultati.

«L’identikit del giocatore è rappresentato dall’uomo adulto, dai 25 anni in su e di classe sociale medio bassa – commenta Raimondi -. Diverso invece quello delle persone che si rivolgono a noi, spesso molto giovani. A volte sono i parenti che ci chiedono aiuto per un famigliare in difficoltà».

Nel periodo di lockdown, si è verificato un calo del gioco perché le sale erano chiuse, ma un aumento delle scommesse on line: «Questo, però, è un dato che noi possiamo verificare – aggiunge Cammarata -. Ciò che conta di più e riuscire a fare rete per cercare di prevenire un vero e proprio fenomeno sociale che negli ultimi mesi ha investito molto anche le donne, in particolare quelle che non hanno un lavoro e trovandosi a casa da sole, giocano on line. Questo è un fenomeno che ci è stato segnalato anche dalla diocesi: persone che chiedono sussidi in denaro e poi lo usano per giocare».

Il servizio è gratuito e attivo nella sede Asl di Trecate, da lunedì a venerdì con accesso diretto senza impegnativa medica. Tel. 0321786617.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Benefit che consistono in buoni cinema o buoni pizza per convincere le persone a permanere meno tempo all’interno delle sale giochi. È il nuovo progetto “Il tempo è denaro” che Asl Novara sta portando avanti in questi giorni per contrastare e prevenire il gioco d’azzardo patologico. E lo fa attraverso un camper mobile e operatori appositamente formati (cooperative Abele di Verbania e Alice di Alba) i quali hanno il compito di intercettare i giocatori, chiacchierare con loro per far conoscere quali sono i rischi del gioco compulsivo.

«Durante il primo incontro il giocatore viene agganciato e si cerca di farlo parlare per capire quali sono le sue abitudini – spiega Francesca Raimondi, psicologa del Dipartimento patologia delle dipendenze dell’Asl -. Si cerca poi di fissare un secondo appuntamento durante il quale, in cambio di una minore permanenza davanti alle slot, si propongono benefit che vengono consegnati nella mani del giocatore stesso. Durante gli incontri si prova anche a capire quale sia la situazione ed eventualmente indirizzare la persona presso i nostri servizi. L’obiettivo è anche quello di non demonizzare il gioco, ma di rendere maggiormente consapevole dei rischi attraverso strumenti alternativi».

«Questo progetto nasce nell’ambito di uno più ampio regionale da sviluppare non solo sul territorio dell’Asl, ma nell’ambito del Quadrante» aggiunge il direttore del Dipartimento, Liborio Cammarata.

«La prima tappa del progetto si è svolta di fronte alla sala giochi di corso Vercelli e in questi giorni il camper si sposterà anche a Cameri, Trecate e Cameriano – prosegue Raimondi -. Il percorso verrà ripetuto più volte proprio per poter dare modo alle persone di fidarsi di noi. Finora l’approccio è stato favorevole anche con i gestori: spesso la nostra attività viene vista come ostativa; l’obiettivo, invece, è quello di sensibilizzare sul tema della ludopatia».

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Dal 2008, anno di apertura, il Dipartimento patologia delle dipendenze dell’Asl ha seguito 555 utenti; in questo momento sono un centinaio le persone prese in carico, con un percorso che non può essere inferiore a sei mesi ed entro un anno e mezzo si vedono i risultati.

«L’identikit del giocatore è rappresentato dall’uomo adulto, dai 25 anni in su e di classe sociale medio bassa – commenta Raimondi -. Diverso invece quello delle persone che si rivolgono a noi, spesso molto giovani. A volte sono i parenti che ci chiedono aiuto per un famigliare in difficoltà».

Nel periodo di lockdown, si è verificato un calo del gioco perché le sale erano chiuse, ma un aumento delle scommesse on line: «Questo, però, è un dato che noi possiamo verificare – aggiunge Cammarata -. Ciò che conta di più e riuscire a fare rete per cercare di prevenire un vero e proprio fenomeno sociale che negli ultimi mesi ha investito molto anche le donne, in particolare quelle che non hanno un lavoro e trovandosi a casa da sole, giocano on line. Questo è un fenomeno che ci è stato segnalato anche dalla diocesi: persone che chiedono sussidi in denaro e poi lo usano per giocare».

Il servizio è gratuito e attivo nella sede Asl di Trecate, da lunedì a venerdì con accesso diretto senza impegnativa medica. Tel. 0321786617.

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore