Diventa vescovo il sacerdote novarese mons. Filippo Ciampanelli, oggi sottosegretario del Dicastero per le Chiese Orientali in Vaticano. A darne l’annuncio, a mezzogiorno di domenica 12 gennaio, il Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede che spiega come “il Santo Padre lo ha nominato vescovo titolare di Acque di Mauritania”.
Ciampanalli, 46 anni, già con il titolo di monsignore, è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede nel 2009, e dallo scorso aprile è diventato stretto collaboratore di papa Francesco, proprio con la responsabilità al Dicastero che si occupa delle comunità cattoliche orientali, secondo la riorganizzazione curiale voluta dall’attuale pontefice. E lo si è visto anche diverse volte, leggere il testo di un discorso papale accanto a Francesco indisposto, come è accaduto ancora il 9 gennaio al tradizionale intervento davanti al Corpo diplomatico in Vaticano, nell’Aula della Benedizione. Lo stesso Francesco si era interrotto per spiegare: «Siccome io ho ancora un po’ il raffreddore, ho chiesto a mons. Ciampanelli di continuare a leggere il discorso».
Filippo Ciampanelli è nato il 30 luglio 1978 a Novara ed è stato ordinato sacerdote dal card. Renato Corti il 21 giugno 2003, divenendo parte del clero novarese, per poi conseguire il dottorato in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana a Roma. Dopo aver frequentato i corsi della Pontificia Accademia Ecclesiastica, 16 anni fa è entrato nel servizio diplomatico della Santa Sede per essere impiegato nelle Rappresentanze Pontificie in Georgia, Armenia, Azerbaigian e in Bielorussia. Richiamato in Vaticano nel 2015 ha prestato servizio presso la Sezione per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Quindi ad aprile 2024 è stato nominato sottosegretario del Dicastero per le Chiese Orientali. Ora la nomina a Vescovo, con l’ordinazione episcopale nei prossimi mesi.
«La diocesi è in festa – ha scritto mons. Franco Giulio Brambilla ai sacerdoti novaresi – perché un suo Presbitero amato può continuare a servire la missione del ministero del Papa, con una particolare attenzione alle Chiese d’Oriente che rappresentano il secondo polmone della Chiesa, ricco di tradizione liturgica, teologica e caritativa. La nostra gratitudine è rivolta a Dio e a papa Francesco e diventa fraterna preghiera e amicizia per questo passaggio importante di un figlio della Chiesa novarese»